The common pear (Pyrus communis L.) is a species well adapted to a temperate- cold climate. In Italy, the pear tree is manly cultivated in the northern part of Emilia Romagna and Veneto regions. In the latest years, hectares dedicated to pear cultivation have also been growing in Piedmont. This species is affected by many pathologies caused by fungi, bacteria and phytoplasmas. The most dangerous pathogen for the growth of pear is the gram-negative bacteria from quarantine Erwinia amylovora, the fire blight. The bacterium spreads easily through wind, rain, insects and in some seasons it can infect a whole orchard. If the orchards aren’t properly treated, they will die in a few years. Many researchers aim at finding out an effective control strategy. In the last few years, in Piedmont, in order to prevent the advance of E. amylovora, many hectares have been devoted to the testing of tolerant cultivar. In this paper two scientific articles have been analyzed and two containment methods have been taken into consideration. In the first article (Mendes et al., 2020) the photosynthetic efficiency of the pear trees is considered, three months after the pruning of the branches infected by E. amylovora. The second article (Schoofs et al., 2020) deals with the use of unmanned aerial vehicles (UAV) provided with spectral sensors to identify plants with fire blight symptoms. After the identification of the infected plants and the creation of the orchard map, the farmer will prune the parts with symptoms. In conclusion, both techniques are a good method to contain the spread of the bacterium even if the UAV survey will have to be improved in order to reduce the identification mistakes of infected plants/healthy plants. In conclusion, a quick identification of symptoms, a correct pruning of the infected parts of the plant or the use of tolerant cultivars are valid methods to contain the bacterium and will allow the reduction of the use of pesticides, making fruit growing more and more sustainable from an environmental point of view.

Il pero comune (Pyrus communis L.) è una specie che ben si adatta ad un clima temperato-freddo. In Italia è coltivato principalmente nelle aree settentrionali dell’Emilia Romagna e del Veneto. Negli ultimi anni, anche il Piemonte, ha registrato un aumento degli ettari dedicati alla sua coltivazione. Questa specie è colpita da molteplici patologie causate da funghi, batteri e fitoplasmi. Ad oggi il patogeno che minaccia di più la diffusione del pero è il batterio Gram-negativo da quarantena Erwinia amylovora, l’agente del colpo di fuoco batterico. Il batterio si diffonde molto facilmente nell’ambiente tramite vento, pioggia, insetti e, nelle stagioni più favorevoli può infettare interi frutteti; questi se non gestiti con specifiche tecniche, nel giro di alcuni anni sono destinati a morte certa. Obiettivo di molti ricercatori è quello di trovare una strategia di controllo del batterio realmente efficace. Da alcuni anni in Piemonte, per contrastare l’avanzata di E. amylovora, sono stati dedicati ettari alla sperimentazione di cultivar tolleranti, ottenendo risultati che fanno ben sperare. In questo elaborato sono stati analizzati due articoli scientifici per valutare due tecniche di contenimento del fuoco batterico. Nel primo articolo (Mendes et al., 2020) viene valutata l’efficienza fotosintetica delle piante di pero tre mesi dopo aver subito una potatura di rami e branche infettate da E. amylovora. Il secondo articolo (Schoofs et al., 2020) tratta dell’uso di veicoli aerei senza pilota (UAV) dotati di sensori spettrali per identificare piante o parti di esse con sintomi da colpo di fuoco batterico. Dopo aver identificato le piante infette e aver creato una mappa del frutteto sarà poi compito dell’agricoltore andare a potare le parti con sintomi. Entrambe le tecniche si sono dimostrate un buon strumento per contenere la diffusione del batterio anche se il rilevamento con gli UAV dovrà ancora essere migliorato in modo da azzerare gli errori nell’identificazione di piante sane/malate. In conclusione, una rapida individuazione dei sintomi, una corretta potatura delle parti infette della pianta o l’utilizzo di cultivar tolleranti sono dei validi metodi di contenimento del batterio e permetteranno la riduzione nell’utilizzo di agrofarmaci, rendendo la frutticoltura sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale.

La coltura del pero e le sue principali problematiche: il colpo di fuoco batterico

BUTTIGLIERO, LUCA
2019/2020

Abstract

Il pero comune (Pyrus communis L.) è una specie che ben si adatta ad un clima temperato-freddo. In Italia è coltivato principalmente nelle aree settentrionali dell’Emilia Romagna e del Veneto. Negli ultimi anni, anche il Piemonte, ha registrato un aumento degli ettari dedicati alla sua coltivazione. Questa specie è colpita da molteplici patologie causate da funghi, batteri e fitoplasmi. Ad oggi il patogeno che minaccia di più la diffusione del pero è il batterio Gram-negativo da quarantena Erwinia amylovora, l’agente del colpo di fuoco batterico. Il batterio si diffonde molto facilmente nell’ambiente tramite vento, pioggia, insetti e, nelle stagioni più favorevoli può infettare interi frutteti; questi se non gestiti con specifiche tecniche, nel giro di alcuni anni sono destinati a morte certa. Obiettivo di molti ricercatori è quello di trovare una strategia di controllo del batterio realmente efficace. Da alcuni anni in Piemonte, per contrastare l’avanzata di E. amylovora, sono stati dedicati ettari alla sperimentazione di cultivar tolleranti, ottenendo risultati che fanno ben sperare. In questo elaborato sono stati analizzati due articoli scientifici per valutare due tecniche di contenimento del fuoco batterico. Nel primo articolo (Mendes et al., 2020) viene valutata l’efficienza fotosintetica delle piante di pero tre mesi dopo aver subito una potatura di rami e branche infettate da E. amylovora. Il secondo articolo (Schoofs et al., 2020) tratta dell’uso di veicoli aerei senza pilota (UAV) dotati di sensori spettrali per identificare piante o parti di esse con sintomi da colpo di fuoco batterico. Dopo aver identificato le piante infette e aver creato una mappa del frutteto sarà poi compito dell’agricoltore andare a potare le parti con sintomi. Entrambe le tecniche si sono dimostrate un buon strumento per contenere la diffusione del batterio anche se il rilevamento con gli UAV dovrà ancora essere migliorato in modo da azzerare gli errori nell’identificazione di piante sane/malate. In conclusione, una rapida individuazione dei sintomi, una corretta potatura delle parti infette della pianta o l’utilizzo di cultivar tolleranti sono dei validi metodi di contenimento del batterio e permetteranno la riduzione nell’utilizzo di agrofarmaci, rendendo la frutticoltura sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale.
ITA
The common pear (Pyrus communis L.) is a species well adapted to a temperate- cold climate. In Italy, the pear tree is manly cultivated in the northern part of Emilia Romagna and Veneto regions. In the latest years, hectares dedicated to pear cultivation have also been growing in Piedmont. This species is affected by many pathologies caused by fungi, bacteria and phytoplasmas. The most dangerous pathogen for the growth of pear is the gram-negative bacteria from quarantine Erwinia amylovora, the fire blight. The bacterium spreads easily through wind, rain, insects and in some seasons it can infect a whole orchard. If the orchards aren’t properly treated, they will die in a few years. Many researchers aim at finding out an effective control strategy. In the last few years, in Piedmont, in order to prevent the advance of E. amylovora, many hectares have been devoted to the testing of tolerant cultivar. In this paper two scientific articles have been analyzed and two containment methods have been taken into consideration. In the first article (Mendes et al., 2020) the photosynthetic efficiency of the pear trees is considered, three months after the pruning of the branches infected by E. amylovora. The second article (Schoofs et al., 2020) deals with the use of unmanned aerial vehicles (UAV) provided with spectral sensors to identify plants with fire blight symptoms. After the identification of the infected plants and the creation of the orchard map, the farmer will prune the parts with symptoms. In conclusion, both techniques are a good method to contain the spread of the bacterium even if the UAV survey will have to be improved in order to reduce the identification mistakes of infected plants/healthy plants. In conclusion, a quick identification of symptoms, a correct pruning of the infected parts of the plant or the use of tolerant cultivars are valid methods to contain the bacterium and will allow the reduction of the use of pesticides, making fruit growing more and more sustainable from an environmental point of view.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/122158