A correct pruning is an important aspect for hazelnut orchard management. The aim of this work is to highlight the main differences between different pruning methods in a hazelnut orchard. The effects of different pruning methods, based on low and high intensity, the best time and the most suitable tools to obtain the best result were analyzed. Traditional manual pruning and mechanical pruning were also analyzed, highlighting their respective advantages and disadvantages. The management of the canopy in hazelnut orchard is essential to obtain a good final product both in terms of quality and quantity. There are 3 types of pruning depending on the age of the hazelnut orchard: 1) formation pruning; 2) production pruning; 3) regeneration pruning. The most suitable periods for pruning are autumn and spring. In autumn, this operation is carried out after the hazelnut harvest, in spring, it can be carried out at the vegetative recovery even if the plants are more exposed to late frosts. It is necessary to take into account the removed woods, the impact on the chemical parameters of the hazelnuts, and the consequences on the plant productivity. Since each farm has particular and unique characteristics, canopy management is a highly variable operation. Some scientific papers were analyzed. In the first paper (Cristofori et al., 2009), the authors analyzed the production trend of a hazelnut orchard (Tonda Gentile Romana variety) over a three-year period, by examining 3 different pruning treatments (high intensity, low intensity and control). It was possible to observe how more intense pruning treatments leads to an increase in yield (expressed as kg / plant) over the years following the pruning operation. The second paper (Tombesi & Farinelli, 2014), on the other hand, focuses on the quantity of floral and vegetative organs to relate the production of the plant with the length of the branches. In this study, two cultivars of great commercial importance were compared: Tonda Gentile delle Langhe and Tonda di Giffoni. It was possible to observe how the length of the branches was negatively correlated with the density of female flowers. The high intense pruned plants showed a higher yield/plant despite a decline in production in the year following the pruning operation. A higher pruning intensity compared with the traditional method can improve light penetration into canopy and gradually rejuvenate old plants without negative effects on quality and quantity of production (except for the year of intervention) with attenuation of biennial alternation, which is common in old plants.
La gestione della chioma è un aspetto fondamentale per il corretto mantenimento e conduzione del corileto. L’obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare in modo tecnico le principali differenze tra le diverse tecniche di gestione della chioma in un corileto. Sono stati analizzati i differenti aspetti che regolano la scelta di un intervento di taglio più o meno intenso, l’epoca migliore e gli strumenti più idonei per ottenere il miglior risultato. Sono state anche citate ed analizzate le tecniche di potatura manuale tradizionale e di potatura meccanica, evidenziandone le rispettive criticità e opportunità. Esistono differenti metodi di gestione in funzione di diversi aspetti tra cui l’età della pianta e l’epoca di intervento. Si distinguono 3 tipologie di potatura a seconda dell’età del corileto su cui ci si trova ad operare: 1) potatura di allevamento, corrispondente alla fase iniziale della coltura; 2) potatura di produzione, corrispondente alla fase di piena produttività; 3) potatura di ringiovanimento, corrispondente alla fase avanzata (anche detta senescenza) della coltura. I periodi più idonei per effettuare la potatura sono l’autunno e la primavera. In autunno, questa operazione viene effettuata dopo la raccolta del prodotto e quindi alla caduta foglie mentre, in primavera, le operazioni di potatura possono essere effettuate alla ripresa vegetativa anche se la pianta viene inevitabilmente esposta maggiormente a gelate tardive. Nel momento in cui si decide di effettuare un taglio sulla pianta occorre tenere conto della quantità di biomassa asportata, dell’impatto sui parametri chimici delle nocciole e delle conseguenze sulla produttività delle piante. Poiché ciascuna azienda ha caratteristiche particolari ed uniche, la gestione della chioma è un’operazione molto variabile in base all’azienda che si considera. Sono stati presi in esame alcuni studi affinché si potesse avere un quadro che fosse il più completo possibile. Nel primo articolo (Cristofori et al., 2009) gli autori hanno analizzato l’andamento produttivo di un noccioleto (varietà Tonda Gentile Romana) nell’arco di un triennio dopo un intervento di potatura prendendo in esame 3 differenti intensità di taglio (alta intensità, bassa intensità e un testimone di controllo); è stato possibile osservare come la potatura più intensa abbia portato ad un aumento di resa (espressa come kg/pianta) nel corso degli anni successivi all’intervento di potatura. Il secondo articolo (Tombesi & Farinelli, 2014) si focalizza sulla quantità di organi fiorali e vegetativi per mettere in relazione la produzione della pianta con la lunghezza delle branche. In questo studio sono state confrontate due cultivar di grande importanza commerciale: Tonda Gentile delle Langhe e Tonda di Giffoni. È stato possibile osservare come la lunghezza delle branche fosse negativamente correlata con la densità dei fiori femminili. In conclusione, le piante potate più severamente hanno mostrato una maggior resa/pianta nonostante un calo produttivo nell’anno successivo all’intervento di taglio. Un’intensità di potatura maggiore può migliorare la penetrazione della luce nella chioma e ringiovanire progressivamente le piante più obsolete senza avere effetti negativi sulla qualità e quantità di produzione (ad eccezione dell’anno d’intervento) con un’attenuazione dell’alternanza biennale, caratteristica soprattutto di piante vecchie.
CONFRONTO TRA DIVERSE TECNICHE DI GESTIONE DELLA CHIOMA IN CORILICOLTURA
BRIGANTE, LORENZO
2019/2020
Abstract
La gestione della chioma è un aspetto fondamentale per il corretto mantenimento e conduzione del corileto. L’obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare in modo tecnico le principali differenze tra le diverse tecniche di gestione della chioma in un corileto. Sono stati analizzati i differenti aspetti che regolano la scelta di un intervento di taglio più o meno intenso, l’epoca migliore e gli strumenti più idonei per ottenere il miglior risultato. Sono state anche citate ed analizzate le tecniche di potatura manuale tradizionale e di potatura meccanica, evidenziandone le rispettive criticità e opportunità. Esistono differenti metodi di gestione in funzione di diversi aspetti tra cui l’età della pianta e l’epoca di intervento. Si distinguono 3 tipologie di potatura a seconda dell’età del corileto su cui ci si trova ad operare: 1) potatura di allevamento, corrispondente alla fase iniziale della coltura; 2) potatura di produzione, corrispondente alla fase di piena produttività; 3) potatura di ringiovanimento, corrispondente alla fase avanzata (anche detta senescenza) della coltura. I periodi più idonei per effettuare la potatura sono l’autunno e la primavera. In autunno, questa operazione viene effettuata dopo la raccolta del prodotto e quindi alla caduta foglie mentre, in primavera, le operazioni di potatura possono essere effettuate alla ripresa vegetativa anche se la pianta viene inevitabilmente esposta maggiormente a gelate tardive. Nel momento in cui si decide di effettuare un taglio sulla pianta occorre tenere conto della quantità di biomassa asportata, dell’impatto sui parametri chimici delle nocciole e delle conseguenze sulla produttività delle piante. Poiché ciascuna azienda ha caratteristiche particolari ed uniche, la gestione della chioma è un’operazione molto variabile in base all’azienda che si considera. Sono stati presi in esame alcuni studi affinché si potesse avere un quadro che fosse il più completo possibile. Nel primo articolo (Cristofori et al., 2009) gli autori hanno analizzato l’andamento produttivo di un noccioleto (varietà Tonda Gentile Romana) nell’arco di un triennio dopo un intervento di potatura prendendo in esame 3 differenti intensità di taglio (alta intensità, bassa intensità e un testimone di controllo); è stato possibile osservare come la potatura più intensa abbia portato ad un aumento di resa (espressa come kg/pianta) nel corso degli anni successivi all’intervento di potatura. Il secondo articolo (Tombesi & Farinelli, 2014) si focalizza sulla quantità di organi fiorali e vegetativi per mettere in relazione la produzione della pianta con la lunghezza delle branche. In questo studio sono state confrontate due cultivar di grande importanza commerciale: Tonda Gentile delle Langhe e Tonda di Giffoni. È stato possibile osservare come la lunghezza delle branche fosse negativamente correlata con la densità dei fiori femminili. In conclusione, le piante potate più severamente hanno mostrato una maggior resa/pianta nonostante un calo produttivo nell’anno successivo all’intervento di taglio. Un’intensità di potatura maggiore può migliorare la penetrazione della luce nella chioma e ringiovanire progressivamente le piante più obsolete senza avere effetti negativi sulla qualità e quantità di produzione (ad eccezione dell’anno d’intervento) con un’attenuazione dell’alternanza biennale, caratteristica soprattutto di piante vecchie.File | Dimensione | Formato | |
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