Anxiety, depression and body image disorders are the most common psychological comorbidities after a breast cancer diagnosis. Epidemiological data show that depressive symptoms have a higher prevalence in the first year after diagnosis, when the woman is subjected to therapeutic treatments, and decrease in the following years. The anxiety tends, instead, to have a less linear trend in time and to persist longer, is affected by the particular moments of the disease path. Likewise, the body image disorders related to physical changes that follow the care, can last for long periods, even after the conclusion of the treatment. The literature shows that the factors that seem to be more related to the risk of developing psychological symptoms are linked more to psychosocial characteristics of the woman rather than to clinical aspects, such as the stage and severity of the disease. Physical and emotional disorders are associated with diminished quality of life of the patient and her family, increasing noncompliance with medical treatment which has a consistently negative effect on prognosis and survival. Many of the women who receive a diagnosis of breast cancer search for the best strategies to improve their response to treatment, physical and psychological outcomes. After breast cancer diagnosis, women often attempt to modify their lifestyles to prevent disease and reduce the risk of recurrence, usually changing eating habits and exercise. The etiology of breast cancer is influenced by several genetic and hormonal factors, but the importance of environmental factors in promoting the onset and course of the disease is now widely demonstrated, including a diet high in fat, animal protein, refined carbohydrates but low in fruits, vegetables, whole grains and beans, along with a lack of exercise and a sedentary lifestyle. Several studies indicate that healthy lifestyle can improve physical health and psychological well-being. In this paper we assessed the psychological questionnaires (HADS, IES-R and BUT) managed to a group of women who participated as volunteers at the Diana-5 study. This study conducted by the Epidemiology and Prevention, Unit of Tumori Institute in Milan, aims to verify whether the change of eating habits and adequate physical activity may reduce recurrences in women with early stage invasive breast cancer at high risk of recurrence because of metabolic or endocrine profile. The secondary objectives are to evaluate the benefits of compliance to the psychological level of lifestyle change proposed to the participants. Between January 2008 and June 2012, the trial enrolled 2198 women diagnosed with invasive breast cancer within the previous 5 years. All participants were allocated to one of three different groups: an active intervention (Blue) group, a control (Green) group, and an observational only (Orange) group. After one year of active intervention women were followed up for four years. The results of psychological tests, analyzed at baseline and after one year of intervention are consistent with the scientific research in this area.
Ansia, disturbi depressivi e dell'immagine corporea costituiscono le complicanze psicologiche più frequenti di una diagnosi di cancro della mammella. I dati epidemiologici mostrano come i sintomi depressivi abbiano una prevalenza più elevata nell'anno successivo alla diagnosi, quando la donna è sottoposta ai trattamenti terapeutici, e diminuiscano negli anni seguenti. L'ansia tende, invece, ad avere un andamento meno lineare nel tempo e a perdurare più a lungo, risentendo dei particolari momenti del percorso di malattia. Ugualmente, i disturbi dell'immagine corporea, legati ai cambiamenti fisici che seguono le cure, possono durare per lunghi periodi, anche dopo la conclusione di queste ultime. La letteratura evidenzia che i fattori che sembrano essere maggiormente collegati al rischio di sviluppare sintomatologie psicologiche sono riconducibili più a caratteristiche psicosociali della donna piuttosto che ad aspetti clinici, quali lo stadio e la gravità della malattia. La sofferenza fisica ed emozionale compromette la qualità della vita della paziente e della sua famiglia, influenza negativamente l'aderenza terapeutica e di conseguenza mette a rischio la prognosi e la sopravvivenza. Molte delle donne che ricevono una diagnosi di cancro della mammella si attivano per cercare percorsi che, accanto ai trattamenti previsti dai protocolli terapeutici, le aiutino a sopportare e superare le difficoltà fisiche e psicologiche della malattia. Si tratta spesso di cambiamenti nello stile di vita che la ricerca mostra essere efficaci per prevenire le malattie e ridurre il rischio che si ripresentino una volta superate e riguardano, di solito, le abitudini alimentari e l'esercizio fisico. L'eziopatogenesi del carcinoma mammario è influenzata da numerosi fattori genetici e ormonali ma l'importanza dei fattori ambientali nel favorire l'insorgenza e il decorso della malattia è oramai ampiamente dimostrata, tra questi una dieta ricca di grassi, proteine animali, carboidrati raffinati ma povera di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, insieme a una scarsa attività fisica e una vita sedentaria. Gli studi indicano che le donne che seguono uno stile di vita più salutare godono, oltre che di una migliore salute fisica, anche di un maggiore benessere psicologico. In questo lavoro si sono analizzati i questionari psicologici (HADS, IESR e BUT) somministrati a un gruppo di donne che hanno partecipato come volontarie al Progetto Diana5. Lo studio condotto dalla S. C. Epidemiologia e Prevenzione dell'Istituto Tumori di Milano ha come obiettivo verificare se il cambiamento delle abitudini alimentari e una adeguata attività fisica possono ridurre il rischio di recidive nelle donne che hanno avuto un tumore al seno e sono ad altro rischio endocrino metabolico. Mentre uno degli obiettivi secondari è valutare i benefici a livello psicologico dell'adesione al cambiamento di stile di vita proposto alle partecipanti. Alla data del 30 giugno 2012, termine del reclutamento lo studio ha arruolato 2198 donne cui è stato diagnosticato, nei cinque anni precedenti, un cancro della mammella. Le volontarie sono state suddivise in tre gruppi: uno di intervento (Blu), uno di Controllo (Verde) e uno di Osservazione (Arancione). È previsto un anno di intervento seguito da quattro anni di follow up. I risultati dei test psicologici, analizzati al momento del reclutamento e dopo un anno di intervento, si sono dimostrati in linea con la ricerca scientifica in questo ambito.
Esplorazione del profilo psicologico delle donne reclutate nello studio Diana-5
CONSORTI, PAOLA
2016/2017
Abstract
Ansia, disturbi depressivi e dell'immagine corporea costituiscono le complicanze psicologiche più frequenti di una diagnosi di cancro della mammella. I dati epidemiologici mostrano come i sintomi depressivi abbiano una prevalenza più elevata nell'anno successivo alla diagnosi, quando la donna è sottoposta ai trattamenti terapeutici, e diminuiscano negli anni seguenti. L'ansia tende, invece, ad avere un andamento meno lineare nel tempo e a perdurare più a lungo, risentendo dei particolari momenti del percorso di malattia. Ugualmente, i disturbi dell'immagine corporea, legati ai cambiamenti fisici che seguono le cure, possono durare per lunghi periodi, anche dopo la conclusione di queste ultime. La letteratura evidenzia che i fattori che sembrano essere maggiormente collegati al rischio di sviluppare sintomatologie psicologiche sono riconducibili più a caratteristiche psicosociali della donna piuttosto che ad aspetti clinici, quali lo stadio e la gravità della malattia. La sofferenza fisica ed emozionale compromette la qualità della vita della paziente e della sua famiglia, influenza negativamente l'aderenza terapeutica e di conseguenza mette a rischio la prognosi e la sopravvivenza. Molte delle donne che ricevono una diagnosi di cancro della mammella si attivano per cercare percorsi che, accanto ai trattamenti previsti dai protocolli terapeutici, le aiutino a sopportare e superare le difficoltà fisiche e psicologiche della malattia. Si tratta spesso di cambiamenti nello stile di vita che la ricerca mostra essere efficaci per prevenire le malattie e ridurre il rischio che si ripresentino una volta superate e riguardano, di solito, le abitudini alimentari e l'esercizio fisico. L'eziopatogenesi del carcinoma mammario è influenzata da numerosi fattori genetici e ormonali ma l'importanza dei fattori ambientali nel favorire l'insorgenza e il decorso della malattia è oramai ampiamente dimostrata, tra questi una dieta ricca di grassi, proteine animali, carboidrati raffinati ma povera di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, insieme a una scarsa attività fisica e una vita sedentaria. Gli studi indicano che le donne che seguono uno stile di vita più salutare godono, oltre che di una migliore salute fisica, anche di un maggiore benessere psicologico. In questo lavoro si sono analizzati i questionari psicologici (HADS, IESR e BUT) somministrati a un gruppo di donne che hanno partecipato come volontarie al Progetto Diana5. Lo studio condotto dalla S. C. Epidemiologia e Prevenzione dell'Istituto Tumori di Milano ha come obiettivo verificare se il cambiamento delle abitudini alimentari e una adeguata attività fisica possono ridurre il rischio di recidive nelle donne che hanno avuto un tumore al seno e sono ad altro rischio endocrino metabolico. Mentre uno degli obiettivi secondari è valutare i benefici a livello psicologico dell'adesione al cambiamento di stile di vita proposto alle partecipanti. Alla data del 30 giugno 2012, termine del reclutamento lo studio ha arruolato 2198 donne cui è stato diagnosticato, nei cinque anni precedenti, un cancro della mammella. Le volontarie sono state suddivise in tre gruppi: uno di intervento (Blu), uno di Controllo (Verde) e uno di Osservazione (Arancione). È previsto un anno di intervento seguito da quattro anni di follow up. I risultati dei test psicologici, analizzati al momento del reclutamento e dopo un anno di intervento, si sono dimostrati in linea con la ricerca scientifica in questo ambito.File | Dimensione | Formato | |
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