Il saggio ripercorre il cammino filosofico di Carlo Sini riguardante il rapporto tra l'alfabeto e la logica. In particolare, si concentra su alcuni testi, derivanti per lo più da corsi universitari, degli anni Novanta, nei quali l'autore disegna una "genealogia della mente logica" a partire dalla pratica scrittoria alfabetica. La tesi sostenuta è che i principi logici siano costitutivi di questa scrittura e che da ciò abbiano tratto l'effetto della propria inviolabilità. La dimostrazione ha come punto d'avvio lo studio di come l'atomizzazione e la linearizzazione letterale abbia influenzato l'esperienza della voce rendendola "logica". Nel terzo capitolo si segue l'analisi rivolta ai correlativi "effetti di verità" di questa pratica sul piano logico e ontologico, ossia la costituzione di una realtà in sé opposta ad una mente. Vengono quindi presentati alcuni paradossi che Sini stesso solleva circa i risultati ottenuti e la loro retroazione sul percorso genealogico svolto. Tali aporie vengono sciolte mediante il ricorso a una loro interpretazione "etica": soluzione che segna l'apertura di quel che viene definito "pensiero delle pratiche" e che rappresenta gran parte della riflessione più recente dell'autore. Di questa soglia ci si è occupati brevemente nell'ultima parte del saggio.

L'etica della scrittura come critica filosofica in Carlo Sini

BARATELLI, GABRIELE
2015/2016

Abstract

Il saggio ripercorre il cammino filosofico di Carlo Sini riguardante il rapporto tra l'alfabeto e la logica. In particolare, si concentra su alcuni testi, derivanti per lo più da corsi universitari, degli anni Novanta, nei quali l'autore disegna una "genealogia della mente logica" a partire dalla pratica scrittoria alfabetica. La tesi sostenuta è che i principi logici siano costitutivi di questa scrittura e che da ciò abbiano tratto l'effetto della propria inviolabilità. La dimostrazione ha come punto d'avvio lo studio di come l'atomizzazione e la linearizzazione letterale abbia influenzato l'esperienza della voce rendendola "logica". Nel terzo capitolo si segue l'analisi rivolta ai correlativi "effetti di verità" di questa pratica sul piano logico e ontologico, ossia la costituzione di una realtà in sé opposta ad una mente. Vengono quindi presentati alcuni paradossi che Sini stesso solleva circa i risultati ottenuti e la loro retroazione sul percorso genealogico svolto. Tali aporie vengono sciolte mediante il ricorso a una loro interpretazione "etica": soluzione che segna l'apertura di quel che viene definito "pensiero delle pratiche" e che rappresenta gran parte della riflessione più recente dell'autore. Di questa soglia ci si è occupati brevemente nell'ultima parte del saggio.
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