La mia tesi si propone un'analisi filologica dell'Agamennone di Alfieri, tragedia la cui edizione definitiva vide la luce nel 1788 a Parigi. L'ispirazione deriva dalla lettura della tragedia senecana di medesimo argomento; rispetto alla tradizione, tuttavia, l'Alfieri si dimostra un grande innovatore: sono infatti molti gli elementi nuovi o quelli, viceversa, eliminati rispetto alle tragedie di Seneca e di Eschilo; tra di essi spiccano la soppressione del personaggio di Cassandra, la veggente troiana, e la profonda analisi psicologica che il poeta fa di Clitennestra, la quale diventa la vera protagonista della tragedia. L'Agamennone è una tragedia molto particolare anche nella produzione alfieriana, infatti è assente il motivo della tirannide. Il personaggio di Agamennone, infatti, non è presentato come un tiranno, è anzi un re buono, giusto e longanime, un marito e un padre affettuoso e generoso; anche il personaggio di Egisto in questa tragedia non è il tipico tiranno alfieriano, ne acquisirà davvero tutti i tratti, insieme al potere e al titolo di re, nell'Oreste, la successiva tragedia, nella quale si mostrerà un re crudele e ossessionato dal timore per la vendetta di Oreste. Il primo capitolo della tesi è riservato a un approfondimento letterario sull'Agamennone, in particolare vengono presentati i personaggi e soprattutto una parte importante è dedicata a Clitennestra; l'ultima parte del capitolo è invece riservata allo stile e alla procedura di lavoro che l'Alfieri adopera nelle sue tragedie. Nel capitolo due si può trovare la storia delle varie edizioni e copie delle Tragedie e una successiva parte dedicata all'edizione critica delle Tragedie e a quella, in particolare, dell'Agamennone. La parte più consistente della tesi, il terzo capitolo, è riservata a un'analisi filologica di una scena d'esempio dell'Agamennone. Della scena in questione (II, 1) vengono analizzate varianti e cambiamenti dalla prima fase del lavoro (l'idea) fino all'ultima (la versione definitiva della tragedia), in particolare gran parte del capitolo è riservata a un confronto tra le due verseggiature e l'ultima versione della tragedia, con l'intento di evidenziare e analizzare i cambiamenti più significativi tra ognuna di queste fasi e la successiva. L'ultimo capitolo della tesi è dedicato, infine, a uno studio delle tendenze correttorie che l'autore presenta nell'Agamennone. Sono qui analizzate separatamente varianti sostanziali e formali e di ognuno dei due gruppi sono scelte le tipologie di variante più significative, corredate da numerosi esempi tratti dalla tragedia.

L'Agamennone di Alfieri: analisi della costruzione di una tragedia.

CITI, MORGANA
2015/2016

Abstract

La mia tesi si propone un'analisi filologica dell'Agamennone di Alfieri, tragedia la cui edizione definitiva vide la luce nel 1788 a Parigi. L'ispirazione deriva dalla lettura della tragedia senecana di medesimo argomento; rispetto alla tradizione, tuttavia, l'Alfieri si dimostra un grande innovatore: sono infatti molti gli elementi nuovi o quelli, viceversa, eliminati rispetto alle tragedie di Seneca e di Eschilo; tra di essi spiccano la soppressione del personaggio di Cassandra, la veggente troiana, e la profonda analisi psicologica che il poeta fa di Clitennestra, la quale diventa la vera protagonista della tragedia. L'Agamennone è una tragedia molto particolare anche nella produzione alfieriana, infatti è assente il motivo della tirannide. Il personaggio di Agamennone, infatti, non è presentato come un tiranno, è anzi un re buono, giusto e longanime, un marito e un padre affettuoso e generoso; anche il personaggio di Egisto in questa tragedia non è il tipico tiranno alfieriano, ne acquisirà davvero tutti i tratti, insieme al potere e al titolo di re, nell'Oreste, la successiva tragedia, nella quale si mostrerà un re crudele e ossessionato dal timore per la vendetta di Oreste. Il primo capitolo della tesi è riservato a un approfondimento letterario sull'Agamennone, in particolare vengono presentati i personaggi e soprattutto una parte importante è dedicata a Clitennestra; l'ultima parte del capitolo è invece riservata allo stile e alla procedura di lavoro che l'Alfieri adopera nelle sue tragedie. Nel capitolo due si può trovare la storia delle varie edizioni e copie delle Tragedie e una successiva parte dedicata all'edizione critica delle Tragedie e a quella, in particolare, dell'Agamennone. La parte più consistente della tesi, il terzo capitolo, è riservata a un'analisi filologica di una scena d'esempio dell'Agamennone. Della scena in questione (II, 1) vengono analizzate varianti e cambiamenti dalla prima fase del lavoro (l'idea) fino all'ultima (la versione definitiva della tragedia), in particolare gran parte del capitolo è riservata a un confronto tra le due verseggiature e l'ultima versione della tragedia, con l'intento di evidenziare e analizzare i cambiamenti più significativi tra ognuna di queste fasi e la successiva. L'ultimo capitolo della tesi è dedicato, infine, a uno studio delle tendenze correttorie che l'autore presenta nell'Agamennone. Sono qui analizzate separatamente varianti sostanziali e formali e di ognuno dei due gruppi sono scelte le tipologie di variante più significative, corredate da numerosi esempi tratti dalla tragedia.
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