Con la recente crisi finanziaria è emersa l'importanza di un'attenta gestione del rischio di liquidità all'interno delle banche. Si è resa necessaria una revisione della regolamentazione in materia e delle più comuni prassi gestionali degli intermediari al fine di garantire la stabilità dei singoli istituti e la solidità dell'intero sistema finanziario. Come descritto nei capitoli precedenti, il periodo di intensa produzione normativa successivo alla crisi ha raggiunto il suo apice nel 2010, con il noto Accordo di Basilea III. In questo elaborato si vogliono illustrare i principi e l'evoluzione storica degli accordi di Basilea partendo dalla loro origine fino a giungere all'attuale accordo che prende il nome di Basilea III passando per i vari elementi critici che hanno portato all'evoluzione di tali accordi. Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria è un organismo di consultazione che si riunisce quattro volte l'anno presso la sede di Basilea (Svizzera), da cui appunto prende il nome. E' stato costituito nel 1974 dai governatori delle banche centrali dei dieci Paesi del G10 (Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Paesi Bassi, Regno unito, Stati uniti, Svezia e Svizzera). Gli obiettivi del Comitato di Basilea sono principalmente tre: 1. estendere la regolamentazione di vigilanza a tutte le istituzioni bancarie nel maggior numero possibile di Paesi; 2. rendere sempre più efficace la stessa regolamentazione di vigilanza bancaria, al fine di assicurare una concreta stabilità al sistema complessivo; 3. coordinare le autorità di vigilanza nazionali. Dai limiti di Basilea 1, prese le mosse il processo di revisione del primo accordo, che portò alla redazione nel giugno 1999 di un primo documento di consultazione, aperto alle osservazioni dei singoli Paesi, delle associazioni bancarie e degli studiosi. Questo processo era finalizzato alla realizzazione di una nuova regolamentazione sui requisiti patrimoniali delle banche, fondata su un'analisi maggiormente approfondita della solvibilità della clientela e sulla previsione di differenti metodologie per il calcolo del coefficiente prudenziale. La versione definitiva venne approvata il 28 giugno 2004 ed entrò in vigore definitivamente l'1 gennaio 2008. Gli obiettiviprincipali di questo accordo erano: Assicurare che l'assorbimento di capitale delle banche sia maggiormente risk-sensitive, Introdurre requisiti patrimoniali per il rischio operativo, Migliorare il livello di convergenza tra capitale economico (assorbito) e capitale di vigilanza (assorbito), Incoraggiare le banche all'utilizzo di sistemi interni per il calcolo dei rischi. Il nuovo accordo viene descritto come un'architettura basata su tre pilastri, costituenti un sistema initario e integrato. La crisi esplose a metà 2007 ed evidenziò i punti deboli di Basilea II portando alla luce la necessità di un nuovo accordo. Il 12 settembre 2010 i governatori e i Capi delle Autorità di vigilanza del G20 hanno approvato le proposte del comitato di Basilea, che sono state sottoposte ai capi di Stato e di Governo nel mese di novembre 2010 a Seul. l Nuovo Accordo di Basilea III è un insieme di nuove regole relative alla vigilanza bancaria, pubblicato in risposta alla recente crisi finanziaria e prevede in sostanza requisiti più stringenti in termini di capitale regolamentare, così da accrescere la capacità delle banche di assorbire le perdite in caso di continuità aziendale e non solo in caso di crisi.
Basilea III: un altro passo avanti verso la stabilità del sistema
MONTICONE, SELENE
2014/2015
Abstract
Con la recente crisi finanziaria è emersa l'importanza di un'attenta gestione del rischio di liquidità all'interno delle banche. Si è resa necessaria una revisione della regolamentazione in materia e delle più comuni prassi gestionali degli intermediari al fine di garantire la stabilità dei singoli istituti e la solidità dell'intero sistema finanziario. Come descritto nei capitoli precedenti, il periodo di intensa produzione normativa successivo alla crisi ha raggiunto il suo apice nel 2010, con il noto Accordo di Basilea III. In questo elaborato si vogliono illustrare i principi e l'evoluzione storica degli accordi di Basilea partendo dalla loro origine fino a giungere all'attuale accordo che prende il nome di Basilea III passando per i vari elementi critici che hanno portato all'evoluzione di tali accordi. Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria è un organismo di consultazione che si riunisce quattro volte l'anno presso la sede di Basilea (Svizzera), da cui appunto prende il nome. E' stato costituito nel 1974 dai governatori delle banche centrali dei dieci Paesi del G10 (Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Paesi Bassi, Regno unito, Stati uniti, Svezia e Svizzera). Gli obiettivi del Comitato di Basilea sono principalmente tre: 1. estendere la regolamentazione di vigilanza a tutte le istituzioni bancarie nel maggior numero possibile di Paesi; 2. rendere sempre più efficace la stessa regolamentazione di vigilanza bancaria, al fine di assicurare una concreta stabilità al sistema complessivo; 3. coordinare le autorità di vigilanza nazionali. Dai limiti di Basilea 1, prese le mosse il processo di revisione del primo accordo, che portò alla redazione nel giugno 1999 di un primo documento di consultazione, aperto alle osservazioni dei singoli Paesi, delle associazioni bancarie e degli studiosi. Questo processo era finalizzato alla realizzazione di una nuova regolamentazione sui requisiti patrimoniali delle banche, fondata su un'analisi maggiormente approfondita della solvibilità della clientela e sulla previsione di differenti metodologie per il calcolo del coefficiente prudenziale. La versione definitiva venne approvata il 28 giugno 2004 ed entrò in vigore definitivamente l'1 gennaio 2008. Gli obiettiviprincipali di questo accordo erano: Assicurare che l'assorbimento di capitale delle banche sia maggiormente risk-sensitive, Introdurre requisiti patrimoniali per il rischio operativo, Migliorare il livello di convergenza tra capitale economico (assorbito) e capitale di vigilanza (assorbito), Incoraggiare le banche all'utilizzo di sistemi interni per il calcolo dei rischi. Il nuovo accordo viene descritto come un'architettura basata su tre pilastri, costituenti un sistema initario e integrato. La crisi esplose a metà 2007 ed evidenziò i punti deboli di Basilea II portando alla luce la necessità di un nuovo accordo. Il 12 settembre 2010 i governatori e i Capi delle Autorità di vigilanza del G20 hanno approvato le proposte del comitato di Basilea, che sono state sottoposte ai capi di Stato e di Governo nel mese di novembre 2010 a Seul. l Nuovo Accordo di Basilea III è un insieme di nuove regole relative alla vigilanza bancaria, pubblicato in risposta alla recente crisi finanziaria e prevede in sostanza requisiti più stringenti in termini di capitale regolamentare, così da accrescere la capacità delle banche di assorbire le perdite in caso di continuità aziendale e non solo in caso di crisi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/121738