In the last decades dairy farms in the Alps have been linked to a secondary role because of the development of tourism. Dairy farms bacame bigger and more intensive than in the past and so they became very similar to the intensive dairy farms of the plains loosing their traditional link with the territory. In the last years mountain dairy farms rediscovered their role in maintaining the natural grasslands which characterize the landscape of the Alps. This evolution is not more economical and environmentally sustainable. Therefore, it is necessary to return to more extensive and sustainable farming systems based on local resources. In order to improve the utilization of local grassland sources, to obtain conserved forages for the winter season, the best solution appear to be the utilization of haylage conserved in wrapped bales from permanent meadows. This solution allows to obtain a high quality foraage rich in protein, high in digestibility and with a low content in NDF to cover the nutritional reqirements of dairy cows that traditionally calve in winter. To improve the utilization of Alpine pastures, it is also necessary to maximize the production of milk from grazing pasture, managing the calving season and reducing to a minimum the use of concentrates. Lastly the promotion of dairy products, thanks to their good fatty acid profile for human health, and their high terpene content, can help the rediscover of Alpine dairy systems. But this is possible inly improving the utilization of local forage sources, which maintain the traditional link with the territory and allow to obtain dairy products different from intensive dairy farms of the plains.
La zootecnia delle Alpi è stata relegata a un ruolo secondario negli ultimi decenni soprattutto grazie allo sviluppo dell'industria turistica. Parallelamente a questo fenomeno le aziende zootecniche rimaste hanno conosciuto un processo di ingrandimento e intensivizzazione, che per molti versi le ha portate ad omologarsi alle aziende di pianura con una forte perdita del legame col territorio. In questi ultimi tempi la zootecnia montana sta vivendo un periodo di riscoperta grazie alla capacità di mantenere e recuperare le superfici prative e pascolive che da sempre caratterizzano il paesaggio delle Alpi. Infatti prati e pascoli svolgono innumerevoli funzioni tra cui quelle produttiva, protettiva, ecologica e storico-culturale. Fino ad oggi, la via comunemente intrapresa dalle aziende da latte alpine non appare la più sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale a seguito dei forti input esterni che entrano a far parte del sistema. Nell'analisi bibliografica è enfatizzata la necessità di un ritorno a sistemi più estensivi e sostenibili caratterizzati da bassi input extra-aziendali con una profonda valorizzazione delle risorse locali. Per poter valorizzare le risorse prative aziendali, in modo da produrre foraggi per la stagione invernale, una delle soluzioni più interessanti appare quella dell'impiego della tecnica dell'insilamento del foraggio di prato stabile semi-secco in rotoballe fasciate ottenendo così un foraggi di eccellente qualità per sostenere le esigenze nutritive delle vacche che tradizionalmente partoriscono in inverno. Per valorizzare i pascoli invece è necessario cercare di produrre latte sfruttando il più possibile le risorse del pascolo con un oculato controllo dei parti e un attento ricorso a integrazioni di concentrati. Infine a poter contribuire al rilancio della zootecnia da latte in montagna è sicuramente la valorizzazione dei prodotti lattiero-caseari grazie al profilo degli acidi grassi favorevole per la salute umana associato ad aromi e profumi unici che spesso provengono dai foraggi consumati dagli animali al pascolo. Questo è ottenibile solo con l'utilizzo di foraggi locali e di erbe fresche pascolate che permettono di mantenere il legame col territorio e di ottenere prodotti qualitativamente diversi da quelli delle aziende intensive di pianura.
Le risorse foraggere e la qualità del latte nelle vallate alpine
BONNIN, DENNIS
2015/2016
Abstract
La zootecnia delle Alpi è stata relegata a un ruolo secondario negli ultimi decenni soprattutto grazie allo sviluppo dell'industria turistica. Parallelamente a questo fenomeno le aziende zootecniche rimaste hanno conosciuto un processo di ingrandimento e intensivizzazione, che per molti versi le ha portate ad omologarsi alle aziende di pianura con una forte perdita del legame col territorio. In questi ultimi tempi la zootecnia montana sta vivendo un periodo di riscoperta grazie alla capacità di mantenere e recuperare le superfici prative e pascolive che da sempre caratterizzano il paesaggio delle Alpi. Infatti prati e pascoli svolgono innumerevoli funzioni tra cui quelle produttiva, protettiva, ecologica e storico-culturale. Fino ad oggi, la via comunemente intrapresa dalle aziende da latte alpine non appare la più sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale a seguito dei forti input esterni che entrano a far parte del sistema. Nell'analisi bibliografica è enfatizzata la necessità di un ritorno a sistemi più estensivi e sostenibili caratterizzati da bassi input extra-aziendali con una profonda valorizzazione delle risorse locali. Per poter valorizzare le risorse prative aziendali, in modo da produrre foraggi per la stagione invernale, una delle soluzioni più interessanti appare quella dell'impiego della tecnica dell'insilamento del foraggio di prato stabile semi-secco in rotoballe fasciate ottenendo così un foraggi di eccellente qualità per sostenere le esigenze nutritive delle vacche che tradizionalmente partoriscono in inverno. Per valorizzare i pascoli invece è necessario cercare di produrre latte sfruttando il più possibile le risorse del pascolo con un oculato controllo dei parti e un attento ricorso a integrazioni di concentrati. Infine a poter contribuire al rilancio della zootecnia da latte in montagna è sicuramente la valorizzazione dei prodotti lattiero-caseari grazie al profilo degli acidi grassi favorevole per la salute umana associato ad aromi e profumi unici che spesso provengono dai foraggi consumati dagli animali al pascolo. Questo è ottenibile solo con l'utilizzo di foraggi locali e di erbe fresche pascolate che permettono di mantenere il legame col territorio e di ottenere prodotti qualitativamente diversi da quelli delle aziende intensive di pianura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/121569