Il lavoro si occupa di analizzare la figura della donna in quattro libretti pucciniani. In un capitolo introduttivo si indagano, innanzitutto, i motivi della preminenza della figura femminile nell'opera di Puccini; si discute poi sull'importanza del testo del libretto, che nell'economia dell'opera ha la funzione di creare un immaginario collettivo tramite l'espressione del sentimento, la messa in scena di determinati ¿tipi¿ e dei valori, o disvalori, corrispondenti. Segue la sinossi di quattro libretti pucciniani: partendo dal testo, dopo una breve introduzione all'opera, vengono messe in rilievo le costanti tematiche, i rapporti e l'evoluzione dei personaggi, gli ambienti che fanno da sfondo all'azione, ed eventuali collegamenti con le altre opere di Puccini. In un secondo tempo viene condotta un'interpretazione dei libretti con particolare attenzione alle caratteristiche e al ruolo della protagonista femminile. La poetica pucciniana del femminino viene messa in relazione, in ultima analisi, con il contesto storico e sociale in cui Puccini opera: nel corso dell'Ottocento, la donna tenta la via dell'emancipazione, attraverso una sempre maggiore autonomia dalle figure maschili (siano esse di padre o di marito). Col mutare delle condizioni sociali, muta anche il tipo di donna che si muove sui palchi dell'opera lirica: non è più la donna verdiana custode di valori comunitari e pura virgo innocente votata al sacrificio. La donna pucciniana tenta la realizzazione personale, che coincide quasi sempre con il tentativo di concretizzare un sogno d'amore. Tuttavia, questa strada è percorsa non senza difficoltà: il desiderio del per sempre si scontra con l'ipocrisia e la materialità dell'etica borghese, e la donna è destinata ancora una volta a rimanere vittima, senza neppure la possibilità che il suo sacrificio venga sublimato, poiché esso rimane tutto votato alla realizzazione della propria persona e del proprio personale e «intradeterminato» ideale di vita.

Per una sociologia dell'opera pucciniana: la figura della donna in quattro libretti (Le Villi, Madama Butterfly, La Rondine, Il Tabarro)

ABRARDI, RITA
2015/2016

Abstract

Il lavoro si occupa di analizzare la figura della donna in quattro libretti pucciniani. In un capitolo introduttivo si indagano, innanzitutto, i motivi della preminenza della figura femminile nell'opera di Puccini; si discute poi sull'importanza del testo del libretto, che nell'economia dell'opera ha la funzione di creare un immaginario collettivo tramite l'espressione del sentimento, la messa in scena di determinati ¿tipi¿ e dei valori, o disvalori, corrispondenti. Segue la sinossi di quattro libretti pucciniani: partendo dal testo, dopo una breve introduzione all'opera, vengono messe in rilievo le costanti tematiche, i rapporti e l'evoluzione dei personaggi, gli ambienti che fanno da sfondo all'azione, ed eventuali collegamenti con le altre opere di Puccini. In un secondo tempo viene condotta un'interpretazione dei libretti con particolare attenzione alle caratteristiche e al ruolo della protagonista femminile. La poetica pucciniana del femminino viene messa in relazione, in ultima analisi, con il contesto storico e sociale in cui Puccini opera: nel corso dell'Ottocento, la donna tenta la via dell'emancipazione, attraverso una sempre maggiore autonomia dalle figure maschili (siano esse di padre o di marito). Col mutare delle condizioni sociali, muta anche il tipo di donna che si muove sui palchi dell'opera lirica: non è più la donna verdiana custode di valori comunitari e pura virgo innocente votata al sacrificio. La donna pucciniana tenta la realizzazione personale, che coincide quasi sempre con il tentativo di concretizzare un sogno d'amore. Tuttavia, questa strada è percorsa non senza difficoltà: il desiderio del per sempre si scontra con l'ipocrisia e la materialità dell'etica borghese, e la donna è destinata ancora una volta a rimanere vittima, senza neppure la possibilità che il suo sacrificio venga sublimato, poiché esso rimane tutto votato alla realizzazione della propria persona e del proprio personale e «intradeterminato» ideale di vita.
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