The starting point of this work is the disappearance of Italian colonial past from the contemporary Italian public debate. This lack of memory has been possible thanks to the ¿diversified memories¿ which have been born around this specific historical phenomenon since the postwar years and the end of colonialism. The historical research delay in analyzing this span of time has played a major role in the creation of contrasting perceptions about it. Old colonial stereotypes, inherited from the liberal era as well as from the fascist ventennio, have influenced the representation of Italian colonial past. The aim of this thesis is trying to understand to what extent the first works edited in the postwar period about Italian colonialism are bounded to the liberal and fascist myths used by political propaganda in order to justify and legitimize Italian intervention in Africa. First, the Italian postcolonial production has been taken in account and divided in three different periods. Here, the term ¿postcolonial¿ is used in its chronological meaning. The emergence of a condemning discourse regarding colonialism marks the distinction between the three different periods. The renovation of the research about Italian colonial past has been possible at first thanks to new studies about colonialism edited in other European countries and the gradual opening of Italian archives to scholars, then the new analytical tools developed by postcolonial authors played a key role. Then, the first period of historical studies about Italian colonial past (1945-1973) is put under scrutiny. The analysis shows that they are still imbued with old colonial myths, as the necessity of the European colonizing mission in Africa, the idea of the bono italiano which fraternizes with the African people, the racial prejudice about the superiority of the white man over the others, the importance of the Italian labor for the development of African regions and the exceptionalism of Italian colonialism compared to the experience of others European countries. In the last chapter, I have tried to identify the main reasons of the historical research delay (i.e. the specific political scenario in which Italy acted in the postwar period, the ¿strange¿ decolonization experienced by the country and lack of the lustration of Fascists from state bureaucracy) and some of the consequences of that, as for instance the great extent of the adhesion to the stereotype of italiani brava gente by almost every segments of Italian public opinion. The negative effects in Italian society of the lack of a public debate about colonial past has affected the choice of this topic. They are more evident than ever in our times, because of the great migratory flows which every year cross Italy, and which most of time started from regions that has been under Italian rule in the past.
Il punto di partenza di questa tesi è la scomparsa del passato coloniale italiano dal dibattito pubblico dell'Italia contemporanea. Ciò è stato possibile soprattutto a causa delle ¿memorie diversificate¿ che si sono create attorno a questo fenomeno storico, fin dai primissimi anni successivi al secondo conflitto mondiale e dunque alla fine del colonialismo stesso. Il ritardo della ricerca storica nell'analizzare quest'epoca ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione di memorie contrastanti e legate a vecchi stereotipi ereditati dall'età coloniale, liberale prima e fascista poi. L'obiettivo del seguente studio è dunque cercare di capire fino a che punto le prime opere pubblicate riguardo all'esperienza coloniale italiana siano ancora legate ai vecchi miti utilizzati dal discorso politico per sostenere e giustificare l'impegno italiano in Africa. Prima di questa analisi è stata presa in considerazione tutta la produzione postcoloniale (aggettivo usato solo nella sua accezione di distinzione cronologica) ed è stata divisa in tre fasi. La loro distinzione è data dall'emergere di un discorso di condanna del colonialismo, favorito in un primo momento dall'inclusione nelle ricerche sul tema degli studi provenienti dall'estero e dalla sempre maggiore apertura agli studioso degli archivi coloniali, in un secondo momento dagli strumenti teorici messi a disposizione dalla teoria postcoloniale. In questo modo è stata individuata la prima fase degli studi sul colonialismo italiano (1945-1973) e dall'analisi della maggior parte delle opere pubblicate in questo periodo appare evidente come siano ancora intrise di vecchi miti coloniali quali la necessità della missione civilizzatrice degli europei in Africa, la figura del ¿bono italiano¿ che fraternizza con gli indigeni, il discorso razzista della superiorità dell'uomo bianco rispetto agli africani, l'importanza del lavoro italiano per la valorizzazione economica delle colonie e l'eccezionalismo del colonialismo italiano rispetto a quello degli altri paesi europei. Nell'ultimo capitolo, si cerca di stabilire le cause di questo ritardo (tra le principali sono state evidenziate il particolare scenario politico in cui si trova l'Italia alla fine della Seconda guerra mondiale, la ¿strana¿ decolonizzazione attraversata dal Paese e la mancata epurazione dagli apparati statali dei funzionari legati al passato fascista) e alcune delle sue conseguenze, come ad esempio la vasta adozione dell'idea degli ¿italiani brava gente¿ dalla quasi totalità dell'opinione pubblica nazionale. La scelta dell'argomento è stata influenzata dalle conseguenze negative per l'Italia contemporanea della scomparsa del dibattito sul passato coloniale, che sono sempre più evidenti data l'imponenza dei flussi migratori che stanno attraversando la penisola negli ultimi anni, e che spesso partono proprio da regioni che nel passato erano sotto il controllo italiano.
"E se l'Africa si piglia, si fa tutta una famiglia". Il colonialismo italiano e la genesi di una memoria travagliata
STEARDO, MATTIA
2015/2016
Abstract
Il punto di partenza di questa tesi è la scomparsa del passato coloniale italiano dal dibattito pubblico dell'Italia contemporanea. Ciò è stato possibile soprattutto a causa delle ¿memorie diversificate¿ che si sono create attorno a questo fenomeno storico, fin dai primissimi anni successivi al secondo conflitto mondiale e dunque alla fine del colonialismo stesso. Il ritardo della ricerca storica nell'analizzare quest'epoca ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione di memorie contrastanti e legate a vecchi stereotipi ereditati dall'età coloniale, liberale prima e fascista poi. L'obiettivo del seguente studio è dunque cercare di capire fino a che punto le prime opere pubblicate riguardo all'esperienza coloniale italiana siano ancora legate ai vecchi miti utilizzati dal discorso politico per sostenere e giustificare l'impegno italiano in Africa. Prima di questa analisi è stata presa in considerazione tutta la produzione postcoloniale (aggettivo usato solo nella sua accezione di distinzione cronologica) ed è stata divisa in tre fasi. La loro distinzione è data dall'emergere di un discorso di condanna del colonialismo, favorito in un primo momento dall'inclusione nelle ricerche sul tema degli studi provenienti dall'estero e dalla sempre maggiore apertura agli studioso degli archivi coloniali, in un secondo momento dagli strumenti teorici messi a disposizione dalla teoria postcoloniale. In questo modo è stata individuata la prima fase degli studi sul colonialismo italiano (1945-1973) e dall'analisi della maggior parte delle opere pubblicate in questo periodo appare evidente come siano ancora intrise di vecchi miti coloniali quali la necessità della missione civilizzatrice degli europei in Africa, la figura del ¿bono italiano¿ che fraternizza con gli indigeni, il discorso razzista della superiorità dell'uomo bianco rispetto agli africani, l'importanza del lavoro italiano per la valorizzazione economica delle colonie e l'eccezionalismo del colonialismo italiano rispetto a quello degli altri paesi europei. Nell'ultimo capitolo, si cerca di stabilire le cause di questo ritardo (tra le principali sono state evidenziate il particolare scenario politico in cui si trova l'Italia alla fine della Seconda guerra mondiale, la ¿strana¿ decolonizzazione attraversata dal Paese e la mancata epurazione dagli apparati statali dei funzionari legati al passato fascista) e alcune delle sue conseguenze, come ad esempio la vasta adozione dell'idea degli ¿italiani brava gente¿ dalla quasi totalità dell'opinione pubblica nazionale. La scelta dell'argomento è stata influenzata dalle conseguenze negative per l'Italia contemporanea della scomparsa del dibattito sul passato coloniale, che sono sempre più evidenti data l'imponenza dei flussi migratori che stanno attraversando la penisola negli ultimi anni, e che spesso partono proprio da regioni che nel passato erano sotto il controllo italiano.File | Dimensione | Formato | |
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