Nella nostra contemporaneità caratterizzata da consumismo, vuoto relazionale e ricerca del piacere quasi estrema, si assiste allo svuotamento dei valori, all'appassire del dialogo e delle emozioni. Si cercano soluzioni per evitare di pensare, per evitare di sentire, per evitare di mettersi in crisi ed il gioco d'azzardo, al pari delle sostanze stupefacenti, si trova bene inserito in questo contesto, perché ha espanso i suoi confini a tal punto che alcune persone lo vivono come un bisogno che ha precedenza anche sul lavoro e gli affetti. Ho deciso di affrontare questo argomento nella mia tesi, perché è molto attuale, ma nonostante ciò è ancora rivestito da stereotipi e pregiudizi che producono disinformazione; e se guardiamo alle persone che sviluppano quello che viene definito Disturbo da gioco d'azzardo è necessario fare luce sul tema e ripensare i percorsi di cura affinché possano abbracciare la complessità del fenomeno. A tal proposito propongo di considerare l'utilizzo della Mindfulness, e nello specifico della MBRP (Mindfulness-Based Relapse Prevention), per gestire la ricaduta, lo stress e le tensioni emotive che si accompagnano al gioco d'azzardo patologico, e per modificare i comportamenti automatici ad esso associati. Nel primo capitolo definisco che cosa si intende per disturbo da gioco d'azzardo dal punto di vista psicodiagnostico, affrontando anche i cambiamenti previsti dal DSM-V e delineando le differenze tra gioco con funzione ricreativa e gioco patologico. Nell'ultimo paragrafo riporto brevemente i dati epidemiologici dei giocatori Italiani. Nel secondo capitolo presento la Mindfulness cercando di definire le tematiche su cui agisce, ovvero il concetto di pilota automatico, la modalità del fare e dell'essere, l'atteggiamento di non giudizio e curiosità nei confronti dell'esperienza presente, la meditazione e gli atteggiamenti che il suo fondatore (Kabat Zinn) ritiene indispensabili per accostarsi ad essa. Per quanto riguarda la sua applicazione nell'ambito del trattamento del gioco d'azzardo patologico riporto il protocollo MBRP di Marlatt et al. fornendo una breve descrizione delle sessioni da esso previste. Infine nel terzo capitolo presento una serie di studi condotti per verificare l'applicabilità o meno degli interventi basati sulla Mindfulness sia per quanto riguarda le dipendenze da sostanze in generale, sia per quanto riguarda il trattamento del disturbo da gioco d'azzardo. Siccome sono studi che presentano una serie di limiti bisogna procedere con cautela nelle generalizzazioni, ma rappresentano sicuramente un'alternativa da tenere in considerazione nei percorsi di cura, soprattutto quando siamo di fronte a pazienti che non traggono beneficio dai percorsi di trattamento tradizionali.
L'approccio Mindfulness nel trattamento della sintomatologia presentata dai pazienti con Disturbo da Gioco d'Azzardo
CORICA, ERIKA
2015/2016
Abstract
Nella nostra contemporaneità caratterizzata da consumismo, vuoto relazionale e ricerca del piacere quasi estrema, si assiste allo svuotamento dei valori, all'appassire del dialogo e delle emozioni. Si cercano soluzioni per evitare di pensare, per evitare di sentire, per evitare di mettersi in crisi ed il gioco d'azzardo, al pari delle sostanze stupefacenti, si trova bene inserito in questo contesto, perché ha espanso i suoi confini a tal punto che alcune persone lo vivono come un bisogno che ha precedenza anche sul lavoro e gli affetti. Ho deciso di affrontare questo argomento nella mia tesi, perché è molto attuale, ma nonostante ciò è ancora rivestito da stereotipi e pregiudizi che producono disinformazione; e se guardiamo alle persone che sviluppano quello che viene definito Disturbo da gioco d'azzardo è necessario fare luce sul tema e ripensare i percorsi di cura affinché possano abbracciare la complessità del fenomeno. A tal proposito propongo di considerare l'utilizzo della Mindfulness, e nello specifico della MBRP (Mindfulness-Based Relapse Prevention), per gestire la ricaduta, lo stress e le tensioni emotive che si accompagnano al gioco d'azzardo patologico, e per modificare i comportamenti automatici ad esso associati. Nel primo capitolo definisco che cosa si intende per disturbo da gioco d'azzardo dal punto di vista psicodiagnostico, affrontando anche i cambiamenti previsti dal DSM-V e delineando le differenze tra gioco con funzione ricreativa e gioco patologico. Nell'ultimo paragrafo riporto brevemente i dati epidemiologici dei giocatori Italiani. Nel secondo capitolo presento la Mindfulness cercando di definire le tematiche su cui agisce, ovvero il concetto di pilota automatico, la modalità del fare e dell'essere, l'atteggiamento di non giudizio e curiosità nei confronti dell'esperienza presente, la meditazione e gli atteggiamenti che il suo fondatore (Kabat Zinn) ritiene indispensabili per accostarsi ad essa. Per quanto riguarda la sua applicazione nell'ambito del trattamento del gioco d'azzardo patologico riporto il protocollo MBRP di Marlatt et al. fornendo una breve descrizione delle sessioni da esso previste. Infine nel terzo capitolo presento una serie di studi condotti per verificare l'applicabilità o meno degli interventi basati sulla Mindfulness sia per quanto riguarda le dipendenze da sostanze in generale, sia per quanto riguarda il trattamento del disturbo da gioco d'azzardo. Siccome sono studi che presentano una serie di limiti bisogna procedere con cautela nelle generalizzazioni, ma rappresentano sicuramente un'alternativa da tenere in considerazione nei percorsi di cura, soprattutto quando siamo di fronte a pazienti che non traggono beneficio dai percorsi di trattamento tradizionali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/121020