L'ambiente in cui viviamo è un sistema complesso generatosi nel corso di milioni di anni. Con la comparsa dell'uomo e la sua evoluzione il territorio è andato incontro a sempre maggiori modificazioni fino ad arrivare ad un'espansione incontrollata ed irrazionale dei centri urbani. Il consumo di suolo delinea l'evoluzione di un territorio e viene definito come "la misura, in un determinato intervallo temporale, dell'espansione delle aree edificate a scapito dei terreni agricoli e naturali". L'attenzione al problema risale al 1995 quando il suolo è stato riconosciuto come risorsa non rinnovabile dal German Advisory Council on Global Change. L'Unione Europea ha iniziato ad interessarsi formalmente all'argomento nel 2002 e, dopo una serie di provvedimenti, è entrato in vigore nel 2014 il Settimo Programma di Azione Ambientale. A livello nazionale sono state recepite le indicazioni europee con il DDL De Girolamo (2014) e nel 2015 è stato approvato un nuovo testo dalle commissioni parlamentari riunite VIII e XIII. La regione Piemonte ha emanato leggi in materia e si è servita di numerosi strumenti per metterle in atto. Per analizzare il consumo di suolo occorre fare ricorso alla cartografia. Questa nasce in campo bellico per la pianificazione delle azioni militari e costituisce oggi un patrimonio non indifferente. Con l'avanzare delle tecnologie anche la cartografia ha subito il processo di informatizzazione; i software utilizzati sono molteplici, tra questi il GIS. Il sito di interesse si trova in provincia di Torino ed è ricco di elementi naturalistici e storico-paesaggistici che ne fanno un'area di elevato interesse ecologico e notevole frequentazione turistica. I dati cartografici digitali utilizzati provengono dal Geoportale della Regione Piemonte e sono espressi in due formati: vettoriale e raster; la cartografia storica è costituita dalla Carta degli Stati Sardi di Terraferma (1830) e dalla Carta IGM (Istituto Geografico Militare) del 1929. I dati sono stati elaborati in ambiente GIS: la cartografia storica è stata messa in comunicazione con i dati digitali tramite il processo di georeferenziazione. Le cartografie create analizzano il consumo di suolo nel sito di interesse al fine di valutarne le criticità e le relazioni con altri fattori territoriali come l'altimetria, la capacità d'uso del suolo e l'idrografia. Per una corretta gestione del territorio occorre limitarne il consumo alle aree meno fertili, ripristinando gli ambiti degradati ed evitando la costruzione di nuovi edifici in aree adatte alla produzione agricola o a rischio idrogeologico. Spesso la pianificazione non tiene conto di questi fattori, ciò comporta una perdita di patrimonio ecologico e storico-paesaggistico. Alcune realtà nel sito di studio hanno posto una maggiore attenzione rispetto ad altre sia alla quantità di suolo consumato che ai criteri utilizzati per la gestione del territorio. Per avere un'idea dell'entità del consumo di suolo lo si è confrontato con i dati che il fenomeno registra a livello nazionale, regionale e provinciale. Nell'area analizzata il dato risulta inferiore per quasi tutti i contesti probabilmente anche a causa della morfologia territoriale e dell'arco temporale preso in esame. È necessario intraprendere delle azioni di tutela sia a livello globale che locale per salvaguardare la risorsa suolo e consegnare alle generazioni future un mondo dove la vita sia possibile e le risorse accessibili a tutti per uno sviluppo più sostenibile.

Consumo di suolo e modifiche del paesaggio nel comprensorio di Avigliana: il supporto della cartografia storica e del GIS

FILLIA, SARA
2015/2016

Abstract

L'ambiente in cui viviamo è un sistema complesso generatosi nel corso di milioni di anni. Con la comparsa dell'uomo e la sua evoluzione il territorio è andato incontro a sempre maggiori modificazioni fino ad arrivare ad un'espansione incontrollata ed irrazionale dei centri urbani. Il consumo di suolo delinea l'evoluzione di un territorio e viene definito come "la misura, in un determinato intervallo temporale, dell'espansione delle aree edificate a scapito dei terreni agricoli e naturali". L'attenzione al problema risale al 1995 quando il suolo è stato riconosciuto come risorsa non rinnovabile dal German Advisory Council on Global Change. L'Unione Europea ha iniziato ad interessarsi formalmente all'argomento nel 2002 e, dopo una serie di provvedimenti, è entrato in vigore nel 2014 il Settimo Programma di Azione Ambientale. A livello nazionale sono state recepite le indicazioni europee con il DDL De Girolamo (2014) e nel 2015 è stato approvato un nuovo testo dalle commissioni parlamentari riunite VIII e XIII. La regione Piemonte ha emanato leggi in materia e si è servita di numerosi strumenti per metterle in atto. Per analizzare il consumo di suolo occorre fare ricorso alla cartografia. Questa nasce in campo bellico per la pianificazione delle azioni militari e costituisce oggi un patrimonio non indifferente. Con l'avanzare delle tecnologie anche la cartografia ha subito il processo di informatizzazione; i software utilizzati sono molteplici, tra questi il GIS. Il sito di interesse si trova in provincia di Torino ed è ricco di elementi naturalistici e storico-paesaggistici che ne fanno un'area di elevato interesse ecologico e notevole frequentazione turistica. I dati cartografici digitali utilizzati provengono dal Geoportale della Regione Piemonte e sono espressi in due formati: vettoriale e raster; la cartografia storica è costituita dalla Carta degli Stati Sardi di Terraferma (1830) e dalla Carta IGM (Istituto Geografico Militare) del 1929. I dati sono stati elaborati in ambiente GIS: la cartografia storica è stata messa in comunicazione con i dati digitali tramite il processo di georeferenziazione. Le cartografie create analizzano il consumo di suolo nel sito di interesse al fine di valutarne le criticità e le relazioni con altri fattori territoriali come l'altimetria, la capacità d'uso del suolo e l'idrografia. Per una corretta gestione del territorio occorre limitarne il consumo alle aree meno fertili, ripristinando gli ambiti degradati ed evitando la costruzione di nuovi edifici in aree adatte alla produzione agricola o a rischio idrogeologico. Spesso la pianificazione non tiene conto di questi fattori, ciò comporta una perdita di patrimonio ecologico e storico-paesaggistico. Alcune realtà nel sito di studio hanno posto una maggiore attenzione rispetto ad altre sia alla quantità di suolo consumato che ai criteri utilizzati per la gestione del territorio. Per avere un'idea dell'entità del consumo di suolo lo si è confrontato con i dati che il fenomeno registra a livello nazionale, regionale e provinciale. Nell'area analizzata il dato risulta inferiore per quasi tutti i contesti probabilmente anche a causa della morfologia territoriale e dell'arco temporale preso in esame. È necessario intraprendere delle azioni di tutela sia a livello globale che locale per salvaguardare la risorsa suolo e consegnare alle generazioni future un mondo dove la vita sia possibile e le risorse accessibili a tutti per uno sviluppo più sostenibile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/120864