The thesis examines and compares epistemology and anthropology's world view and how it affects the man, the environment, the culture and the language. The first chapter, based on epistemology, refers to ¿The Myth of Framework¿ of Karl Popper, who asserts that science and scientific progress could be beneficial means for humans that can use them to understand the universe and adapt themselves to the environment. The framework is made up of basic assumptions and fundamental principles, a sort of intellectual framework, that every individual has to ¿override¿ through critical discussion between clash of cultures and the ¿method of trial and error¿, to broaden their minds and reach the truth, avoiding a relativity approach. In the second chapter, the anthropological view denies the concepts and assumptions adopted by the scientific method and it affirms that the world is not the same for everyone and the universal truth can't be reached. The individual selects his own place, a ¿niche¿, so he lives in his own reality and thinks his own ¿micromondo¿ according to his experiences on it. The environment has to be built and human being selects only the most important stimuli from his vital point of view. Recognizing the heuristic dimension of ¿micromondo¿ means to admit an unknown and opened prerequisite to any deterministic logic and to other possibles specifications. The third chapter introduces the anthropological position and the influence of Sapir-Whorf hypothesis on the world and, how the interpretation of ¿Language, Thought and Reality¿ admits too many plausible explications. Whorf doesn't deny the interpretation of scientific determinism, on the contrary he states that the world doesn't change according to the different points of view, but anthropology could be useful to draw what the individual builds, material or immaterial aspects, and not the world itself. The last chapter deals with the case of ¿malafollá granaína¿, a sort of bad speaking attitude of Granada dwellers, that has nothing to do with a particular aversion against the interlocutor.
La tesi che presento consiste nell'analizzare e mettere a confronto la visione del mondo dell'epistemologia e dell'antropologia e come essa influisca sull'uomo, sull'ambiente che occupa, sulla cultura e sul linguaggio. Il primo capitolo, riguardante il campo epistemologico, fa riferimento al ¿Il mito della cornice¿ di Karl Popper, il quale sostiene che la scienza e il progresso scientifico possono essere considerati come mezzi utilizzati dalla specie umana per cercare di comprendere l'universo e adattare se stessi all'ambiente. La cornice è l'insieme di assunzioni di base o principi fondamentali, una sorta di cornice mentale, che ogni uomo deve ¿scavalcare¿ attraverso la discussione critica tra scontro di culture e il ¿metodo per prova ed eliminazione dell'errore¿, per ampliare i propri orizzonti e raggiungere la verità, opponendosi fermamente al relativismo. Nel secondo capitolo, la visione antropologica ribalta i concetti e le assunzioni del campo scientifico, affermando che il mondo non è uguale per tutti e che non si possa arrivare a una verità assoluta. L'uomo si ritaglia il proprio ambiente, detto propriamente ¿nicchia¿, quindi vive in una realtà che sente propria e pensa il proprio ¿micromondo¿ in base all'esperienza che ha di esso. L'ambiente non è mai dato, ma sempre in costruzione e l'essere umano seleziona da esso solo gli stimoli rilevanti dal proprio punto di vista vitale. Riconoscere la dimensione euristica del ¿micromondo¿ è dunque ammettere un dato di fatto, non proporre una teoria, è un presupposto, estraneo a qualunque logica deterministica ed aperto a tutte le possibili specificazioni. Il terzo capitolo presenta la visione antropologica e l'influenza sul mondo della tesi Sapir-Whorf e, come l'interpretazione del testo ¿Linguaggio, pensiero e realtà¿ ammetta troppe spiegazioni plausibili. Whorf non nega l'interpretazione del determinismo scientifico, anzi, afferma che il mondo non cambia a secondo di come e chi lo guardi, ma l'antropologia può rilevarsi utile per delineare ciò che l'uomo costruisce, che siano aspetti materiali o immateriali, e non il mondo medesimo. L'ultimo capitolo presenta il caso della ¿malafollá granaína¿, un atteggiamento e una sorta di brutta attitudine riguardante gli abitanti della provincia di Granada, che riservano senza alcun motivo a tutti coloro che gli stanno intorno, ma che non ha niente a che vedere con una particolare avversione nei confronti dell'interlocutore.
Epistemologia ed antropologia tra mito della cornice e tesi Sapir-Whorf; con un studio di caso sulla malafollá granaína.
DE SIMONE, FRANCESCA
2015/2016
Abstract
La tesi che presento consiste nell'analizzare e mettere a confronto la visione del mondo dell'epistemologia e dell'antropologia e come essa influisca sull'uomo, sull'ambiente che occupa, sulla cultura e sul linguaggio. Il primo capitolo, riguardante il campo epistemologico, fa riferimento al ¿Il mito della cornice¿ di Karl Popper, il quale sostiene che la scienza e il progresso scientifico possono essere considerati come mezzi utilizzati dalla specie umana per cercare di comprendere l'universo e adattare se stessi all'ambiente. La cornice è l'insieme di assunzioni di base o principi fondamentali, una sorta di cornice mentale, che ogni uomo deve ¿scavalcare¿ attraverso la discussione critica tra scontro di culture e il ¿metodo per prova ed eliminazione dell'errore¿, per ampliare i propri orizzonti e raggiungere la verità, opponendosi fermamente al relativismo. Nel secondo capitolo, la visione antropologica ribalta i concetti e le assunzioni del campo scientifico, affermando che il mondo non è uguale per tutti e che non si possa arrivare a una verità assoluta. L'uomo si ritaglia il proprio ambiente, detto propriamente ¿nicchia¿, quindi vive in una realtà che sente propria e pensa il proprio ¿micromondo¿ in base all'esperienza che ha di esso. L'ambiente non è mai dato, ma sempre in costruzione e l'essere umano seleziona da esso solo gli stimoli rilevanti dal proprio punto di vista vitale. Riconoscere la dimensione euristica del ¿micromondo¿ è dunque ammettere un dato di fatto, non proporre una teoria, è un presupposto, estraneo a qualunque logica deterministica ed aperto a tutte le possibili specificazioni. Il terzo capitolo presenta la visione antropologica e l'influenza sul mondo della tesi Sapir-Whorf e, come l'interpretazione del testo ¿Linguaggio, pensiero e realtà¿ ammetta troppe spiegazioni plausibili. Whorf non nega l'interpretazione del determinismo scientifico, anzi, afferma che il mondo non cambia a secondo di come e chi lo guardi, ma l'antropologia può rilevarsi utile per delineare ciò che l'uomo costruisce, che siano aspetti materiali o immateriali, e non il mondo medesimo. L'ultimo capitolo presenta il caso della ¿malafollá granaína¿, un atteggiamento e una sorta di brutta attitudine riguardante gli abitanti della provincia di Granada, che riservano senza alcun motivo a tutti coloro che gli stanno intorno, ma che non ha niente a che vedere con una particolare avversione nei confronti dell'interlocutore.File | Dimensione | Formato | |
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