Belisario, Digenis, Achille, Dosicle, Callimaco, Beltandro: eroi epici, cavallereschi, eroi innamorati, eroi piangenti. Nella letteratura bizantina, le lacrime sorreggono questi personaggi nelle loro diverse e perigliose avventure, come compagne inseparabili, talvolta dolci e patetiche, altre impetuose e violente, mentali, spirituali, consolanti e coinvolgono il lettore in un turbinio di emozioni forti e coinvolgenti. Il pianto si configura a Bisanzio come un tematica su cui ogni autore poteva insistere a volontà, nonostante si scontri con il carattere prettamente ¿utilitaristico¿ della sua letteratura. Esso si integra perfettamente nell'ideologia cristiana, che costituisce il punto di riferimento principale per l'elaborazione dei valori sociali e civili della comunità bizantina, e si inserisce in un reticolo di norme che ne fanno uno strumento fondamentale nel cammino dell'uomo verso Dio. Le lacrime che inondano le pagine della letteratura bizantina parlano un unico linguaggio in termini simbolici e mirano alla comunicazione più immediata e sincera, limpida e trasparente dei più intimi sentimenti dei personaggi; tuttavia, il pianto assume, al tempo stesso, una molteplicità di significati, configurandosi come segno della forza interiore, della grazia divina, della sofferenza e della gioia, del potere del vero amore. Nei poemi eroici possiamo trovare, come motivo che potremmo definire topico del genere, un momento nefasto in cui l'eroe eleva i suoi gemiti sul corpo di un compagno caduto in battaglia, o in cui l'intera comunità piange la perdita del proprio valoroso combattente. Nel Digenis e nell'Iliade bizantina, le lacrime accompagnano il cordoglio e il dolore per la morte del protagonista, come parte di quella che si configura una consolidata pratica sociale e religiosa. Nel poema di Belisario e, soprattutto, nei romanzi erotici, le lacrime hanno perso i loro fondamenti teologici e si sono colorite di molte umane emozioni (pietà, sofferenza, amore, compassione), che le rendono tutto sommato più comprensibili e le fanno più vicine alle nostre. Ciò che invece stride con i moderni canoni di lettura è la rappresentazione impetuosa, estrema, quasi teatrale e l'intensa enfatizzazione retorica che, nelle pagine della letteratura bizantina, contrassegna ogni manifestazione del pianto. La lettura di questi testi impone così al lettore moderno, di norma estraneo ad opere contrassegnate da una cifra stilistica tanto artificiosa, un'ardua operazione di prospettiva storica. L'adeguamento del punto di vista all'epoca d'origine e fruizione dell'opera e la flessibilità del giudizio devono accompagnare ogni approccio al testo per non precludersi la possibilità di comprendere e apprezzare a pieno ogni frutto della sua millenaria produzione letteraria. Il pianto che a Bisanzio inonda le pergamene dei manoscritti, tuttavia, non è fatto soltanto di ¿lacrime d'inchiostro¿, ma è qualcosa che avviene nel duplice mondo della letteratura, perché muove dalla finzione testuale e approda alla commozione del lettore.
Le lacrime degli eroi
COSTANTINO, SARA
2015/2016
Abstract
Belisario, Digenis, Achille, Dosicle, Callimaco, Beltandro: eroi epici, cavallereschi, eroi innamorati, eroi piangenti. Nella letteratura bizantina, le lacrime sorreggono questi personaggi nelle loro diverse e perigliose avventure, come compagne inseparabili, talvolta dolci e patetiche, altre impetuose e violente, mentali, spirituali, consolanti e coinvolgono il lettore in un turbinio di emozioni forti e coinvolgenti. Il pianto si configura a Bisanzio come un tematica su cui ogni autore poteva insistere a volontà, nonostante si scontri con il carattere prettamente ¿utilitaristico¿ della sua letteratura. Esso si integra perfettamente nell'ideologia cristiana, che costituisce il punto di riferimento principale per l'elaborazione dei valori sociali e civili della comunità bizantina, e si inserisce in un reticolo di norme che ne fanno uno strumento fondamentale nel cammino dell'uomo verso Dio. Le lacrime che inondano le pagine della letteratura bizantina parlano un unico linguaggio in termini simbolici e mirano alla comunicazione più immediata e sincera, limpida e trasparente dei più intimi sentimenti dei personaggi; tuttavia, il pianto assume, al tempo stesso, una molteplicità di significati, configurandosi come segno della forza interiore, della grazia divina, della sofferenza e della gioia, del potere del vero amore. Nei poemi eroici possiamo trovare, come motivo che potremmo definire topico del genere, un momento nefasto in cui l'eroe eleva i suoi gemiti sul corpo di un compagno caduto in battaglia, o in cui l'intera comunità piange la perdita del proprio valoroso combattente. Nel Digenis e nell'Iliade bizantina, le lacrime accompagnano il cordoglio e il dolore per la morte del protagonista, come parte di quella che si configura una consolidata pratica sociale e religiosa. Nel poema di Belisario e, soprattutto, nei romanzi erotici, le lacrime hanno perso i loro fondamenti teologici e si sono colorite di molte umane emozioni (pietà, sofferenza, amore, compassione), che le rendono tutto sommato più comprensibili e le fanno più vicine alle nostre. Ciò che invece stride con i moderni canoni di lettura è la rappresentazione impetuosa, estrema, quasi teatrale e l'intensa enfatizzazione retorica che, nelle pagine della letteratura bizantina, contrassegna ogni manifestazione del pianto. La lettura di questi testi impone così al lettore moderno, di norma estraneo ad opere contrassegnate da una cifra stilistica tanto artificiosa, un'ardua operazione di prospettiva storica. L'adeguamento del punto di vista all'epoca d'origine e fruizione dell'opera e la flessibilità del giudizio devono accompagnare ogni approccio al testo per non precludersi la possibilità di comprendere e apprezzare a pieno ogni frutto della sua millenaria produzione letteraria. Il pianto che a Bisanzio inonda le pergamene dei manoscritti, tuttavia, non è fatto soltanto di ¿lacrime d'inchiostro¿, ma è qualcosa che avviene nel duplice mondo della letteratura, perché muove dalla finzione testuale e approda alla commozione del lettore.File | Dimensione | Formato | |
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