Nella Grande Guerra anche sul fronte italiano i combattimenti si immobilizzarono in quella che venne definita dagli storici ¿guerra di trincea¿, caratterizzata da ripetuti assalti che si risolsero in una situazione di stasi e carneficina. Sul fronte dell'Isonzo alla fine della guerra, dopo due anni e decine di migliaia di caduti per ognuna delle undici battaglie, si riuscirono a conquistare solamente poche decine di chilometri. Una delle risposte a questa intollerabile situazione fu la creazione dell'Ardito: un soldato d'élite, altamente specializzato, che organizzato in reparti d'assalto, fosse in grado di irrompere nel fronte avversario e conquistare posizioni, i ¿precursori¿ delle forze speciali italiane. In questo mio lavoro ho cercato di analizzare la figura dell'Ardito e come questo abbia poi determinato la costituzione delle moderne Forze Speciali italiane. Nel primo capitolo ho trattato la storia, l'impiego e le esigenze che hanno portato a costituire questo tipo di soldato scelto. Gli Arditi avevano speciali procedure di reclutamento, addestramento, specifiche uniformi, le migliori armi ed equipaggiamenti, particolari privilegi e benefici. Per la prima volta, un soldato italiano venne sottoposto ad un addestramento specifico e non occasionale. Senza dubbio la creazione di questo corpo d'élite fu ispirata in parte alle Sturmtruppen, le truppe d'assalto dell'Esercito austro-ungarico. Entrambe queste unità scelte furono appositamente costituite per compiere piccole e ardite operazioni mediante azioni di sorpresa tendenti disturbare il nemico, irrompendo con impeto nelle trincee nemiche devastandole ed eventualmente incaricati di ricognizioni occultate. Per rispondere a questi compiti complessi, l'opera fu affidata all'ardire ed all'intelligenza singola del comandante e dei suoi uomini che presero decisioni sul terreno senza ricevere ordini specifici dai comandi superiori. Infatti, attuarono quello che noi chiamiamo oggi mission command ovvero il comando decentralizzato. Quest'ultimo argomento è analizzato per tanto nel secondo capitolo. Tale stile di comando militare però, dopo lo scioglimento dei reparti d'assalto alla fine della Prima Guerra Mondiale, non venne più applicato nell'Esercito Italiano a differenza degli altri eserciti esteri. Sarà poi ripreso in Italia solamente dopo la costituzione delle moderne forze speciali. Nell'ultimo capitolo, infatti, ho parlato del passaggio dalla figura dell'Ardito alla costituzione delle moderne forze speciali che oggigiorno hanno impieghi differenti e rispondono ad esigenze diverse rispetto alle truppe scelte del passato e tutto ciò è dovuto dall'attuale contesto internazionale ed al moderno ambiente operativo.
Gli Arditi nella Prima guerra mondiale, primi accenni al comando decentralizzato e le Forze Speciali
PAOLOCCI, ANDREA
2015/2016
Abstract
Nella Grande Guerra anche sul fronte italiano i combattimenti si immobilizzarono in quella che venne definita dagli storici ¿guerra di trincea¿, caratterizzata da ripetuti assalti che si risolsero in una situazione di stasi e carneficina. Sul fronte dell'Isonzo alla fine della guerra, dopo due anni e decine di migliaia di caduti per ognuna delle undici battaglie, si riuscirono a conquistare solamente poche decine di chilometri. Una delle risposte a questa intollerabile situazione fu la creazione dell'Ardito: un soldato d'élite, altamente specializzato, che organizzato in reparti d'assalto, fosse in grado di irrompere nel fronte avversario e conquistare posizioni, i ¿precursori¿ delle forze speciali italiane. In questo mio lavoro ho cercato di analizzare la figura dell'Ardito e come questo abbia poi determinato la costituzione delle moderne Forze Speciali italiane. Nel primo capitolo ho trattato la storia, l'impiego e le esigenze che hanno portato a costituire questo tipo di soldato scelto. Gli Arditi avevano speciali procedure di reclutamento, addestramento, specifiche uniformi, le migliori armi ed equipaggiamenti, particolari privilegi e benefici. Per la prima volta, un soldato italiano venne sottoposto ad un addestramento specifico e non occasionale. Senza dubbio la creazione di questo corpo d'élite fu ispirata in parte alle Sturmtruppen, le truppe d'assalto dell'Esercito austro-ungarico. Entrambe queste unità scelte furono appositamente costituite per compiere piccole e ardite operazioni mediante azioni di sorpresa tendenti disturbare il nemico, irrompendo con impeto nelle trincee nemiche devastandole ed eventualmente incaricati di ricognizioni occultate. Per rispondere a questi compiti complessi, l'opera fu affidata all'ardire ed all'intelligenza singola del comandante e dei suoi uomini che presero decisioni sul terreno senza ricevere ordini specifici dai comandi superiori. Infatti, attuarono quello che noi chiamiamo oggi mission command ovvero il comando decentralizzato. Quest'ultimo argomento è analizzato per tanto nel secondo capitolo. Tale stile di comando militare però, dopo lo scioglimento dei reparti d'assalto alla fine della Prima Guerra Mondiale, non venne più applicato nell'Esercito Italiano a differenza degli altri eserciti esteri. Sarà poi ripreso in Italia solamente dopo la costituzione delle moderne forze speciali. Nell'ultimo capitolo, infatti, ho parlato del passaggio dalla figura dell'Ardito alla costituzione delle moderne forze speciali che oggigiorno hanno impieghi differenti e rispondono ad esigenze diverse rispetto alle truppe scelte del passato e tutto ciò è dovuto dall'attuale contesto internazionale ed al moderno ambiente operativo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
829476_relaziones.ten.andreapaolocci.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.77 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.77 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/120687