L'elaborato affronta il tema del rapporto che i genitori di figli portatori di handicap hanno con il mondo della disabilità. La scelta dell'argomento scaturisce da un interesse personale e anche dall'esperienza della mia vita familiare. Con questa trattazione ho inteso soprattutto perseguire i seguenti obiettivi: 1. Sperimentare la metodologia e lo strumento dell'intervista nelle diverse fasi operative (reclutamento ed ingaggio degli intervistati, condivisione dei contenuti esperienziali raccolti e momento di ascolto dei feedback relativi ai colloqui trattenuti); 2. Verificare la funzionalità dell'intervista, al fine di registrare i vissuti esperienziali relativi alle più ricorrenti fasi di adattamento (presenti in letteratura) dei sistemi familiari, che contengono all'interno del nucleo un figlio disabile; 3. Condurre un'analisi comparativa delle risultanze emerse dalle interviste realizzate con quanto risulta dalla teoria; 4. Raccogliere e analizzare i racconti scritti dagli intervistati, sul momento della comunicazione della diagnosi, a seguito di un invito accolto dagli stessi; 5. Valutare il significato e il valore attribuito dai soggetti alla narrazione autobiografica condotta sia in forma orale che di breve testo scritto. Per conseguire tali obiettivi, il percorso è iniziato con l'esposizione e lo studio dei temi affrontati che ritroviamo in letteratura. In primo luogo ho preso in esame il tema della disabilità dandone una breve definizione, poi ho rivolto l'attenzione in particolare al ritardo mentale moderato, argomento che ha suscitato in me maggiore interesse e criterio utilizzato per la selezione degli intervistati. Inoltre, ho dato una breve spiegazione riguardo all'impatto che la nascita di un figlio disabile ha sul ciclo di vita familiare. Successivamente ho ripreso quanto riportato in letteratura per quanto riguarda le fasi di adattamento della famiglia a seguito della comunicazione della diagnosi del figlio. In particolare ho fatto riferimento agli stadi che Bicknell considera come tasselli fondamentali per affrontare la nuova realtà: Passaggio dalla concezione di figlio ideale a figlio reale; Shock iniziale; Il rifiuto, il dolore e la depressione; La vergogna e l'imbarazzo; L'accettazione e l'adattamento. Inoltre, il dolore costituisce il tema più importante di questo elaborato, per questo ho analizzato come la narrazione del dolore può funzionare da valvola di sfogo. Grazie al racconto delle proprie esperienze le persone riescono a riorganizzare e fare chiarezza su ciò che è stato improvvisamente e brutalmente scombussolato. In particolare, ho affrontato anche il tema del therapeuting writing. A tal proposito lo psicologo americano Pennebaker sostiene che attraverso questo strumento si riesce a dare più linearità al pensiero e che gli individui riescono così a percepire meglio o guardare diversamente alla situazione in cui si trovano. Il quarto e l'ultimo capitolo, infine, sono focalizzati sul metodo dell'intervista. Il quarto è incentrato su una trattazione teorica di quello che è lo strumento dell'intervista e delle sue diverse forme, mentre il quinto mette in luce l'esperienza pratica effettuata mediante la messa in atto dello stesso. L'elaborato si conclude con l'analisi e un confrontato dei diversi contenuti emersi dai racconti dei genitori intervistati durante i due colloqui. Oltre a ciò, ho indicato alcune piste di lavoro per un eventuale approfondimento futuro.
Essere genitori di un figlio disabile: interviste narrative e vissuti esperienziali
SCEBBA, MONICA
2014/2015
Abstract
L'elaborato affronta il tema del rapporto che i genitori di figli portatori di handicap hanno con il mondo della disabilità. La scelta dell'argomento scaturisce da un interesse personale e anche dall'esperienza della mia vita familiare. Con questa trattazione ho inteso soprattutto perseguire i seguenti obiettivi: 1. Sperimentare la metodologia e lo strumento dell'intervista nelle diverse fasi operative (reclutamento ed ingaggio degli intervistati, condivisione dei contenuti esperienziali raccolti e momento di ascolto dei feedback relativi ai colloqui trattenuti); 2. Verificare la funzionalità dell'intervista, al fine di registrare i vissuti esperienziali relativi alle più ricorrenti fasi di adattamento (presenti in letteratura) dei sistemi familiari, che contengono all'interno del nucleo un figlio disabile; 3. Condurre un'analisi comparativa delle risultanze emerse dalle interviste realizzate con quanto risulta dalla teoria; 4. Raccogliere e analizzare i racconti scritti dagli intervistati, sul momento della comunicazione della diagnosi, a seguito di un invito accolto dagli stessi; 5. Valutare il significato e il valore attribuito dai soggetti alla narrazione autobiografica condotta sia in forma orale che di breve testo scritto. Per conseguire tali obiettivi, il percorso è iniziato con l'esposizione e lo studio dei temi affrontati che ritroviamo in letteratura. In primo luogo ho preso in esame il tema della disabilità dandone una breve definizione, poi ho rivolto l'attenzione in particolare al ritardo mentale moderato, argomento che ha suscitato in me maggiore interesse e criterio utilizzato per la selezione degli intervistati. Inoltre, ho dato una breve spiegazione riguardo all'impatto che la nascita di un figlio disabile ha sul ciclo di vita familiare. Successivamente ho ripreso quanto riportato in letteratura per quanto riguarda le fasi di adattamento della famiglia a seguito della comunicazione della diagnosi del figlio. In particolare ho fatto riferimento agli stadi che Bicknell considera come tasselli fondamentali per affrontare la nuova realtà: Passaggio dalla concezione di figlio ideale a figlio reale; Shock iniziale; Il rifiuto, il dolore e la depressione; La vergogna e l'imbarazzo; L'accettazione e l'adattamento. Inoltre, il dolore costituisce il tema più importante di questo elaborato, per questo ho analizzato come la narrazione del dolore può funzionare da valvola di sfogo. Grazie al racconto delle proprie esperienze le persone riescono a riorganizzare e fare chiarezza su ciò che è stato improvvisamente e brutalmente scombussolato. In particolare, ho affrontato anche il tema del therapeuting writing. A tal proposito lo psicologo americano Pennebaker sostiene che attraverso questo strumento si riesce a dare più linearità al pensiero e che gli individui riescono così a percepire meglio o guardare diversamente alla situazione in cui si trovano. Il quarto e l'ultimo capitolo, infine, sono focalizzati sul metodo dell'intervista. Il quarto è incentrato su una trattazione teorica di quello che è lo strumento dell'intervista e delle sue diverse forme, mentre il quinto mette in luce l'esperienza pratica effettuata mediante la messa in atto dello stesso. L'elaborato si conclude con l'analisi e un confrontato dei diversi contenuti emersi dai racconti dei genitori intervistati durante i due colloqui. Oltre a ciò, ho indicato alcune piste di lavoro per un eventuale approfondimento futuro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/120555