La tesi si propone di indagare quale sia la percezione dei capelli tra le donne della diaspora africana. Si tratta realmente di semplici capelli? Il punto di partenza per rispondere a tale domanda è stata l'analisi dei processi storici che hanno influenzato la percezione e la manipolazione dei capelli afro nella storia, in modo particolare durante la schiavitù e il colonialismo. A questa analisi è stata affiancata una ricerca etnografica presso un salone di bellezza a Torino. Tramite l'osservazione partecipante è stato possibile intervistare alcune donne, analizzando il loro rapporto con i capelli e portando alla luce una forte dicotomia tra "capelli belli" e "capelli brutti". Molte di loro infatti percepiscono i propri capelli come "brutti" e "inadeguati", ricorrendo all'utilizzo di creme stiranti o di parrucche per cercare di occidentalizzarli. Non tutte le donne prese in analisi hanno tale percezione, vi sono anche donne che hanno imparato ad apprezzare i propri capelli al naturale. E' il caso del Movimento Nappy, che rivendica la propria identità proprio attraverso i capelli. I corpi delle donne della diaspora africana portano ancora i segni di un'esperienza coloniale che nel corso del tempo le ha portato a percepire i propri capelli in modi sempre diversi. L'argomentazione proposta cerca di dimostrare come la cultura modelli e fabbrichi i corpi influenzando la percezione che si ha dei propri capelli e di conseguenza anche la loro manipolazione.

Antropologia dell'acconciatura: un'analisi della percezione dei capelli tra le donne della diaspora africana

TSIMBA, NEUSA
2015/2016

Abstract

La tesi si propone di indagare quale sia la percezione dei capelli tra le donne della diaspora africana. Si tratta realmente di semplici capelli? Il punto di partenza per rispondere a tale domanda è stata l'analisi dei processi storici che hanno influenzato la percezione e la manipolazione dei capelli afro nella storia, in modo particolare durante la schiavitù e il colonialismo. A questa analisi è stata affiancata una ricerca etnografica presso un salone di bellezza a Torino. Tramite l'osservazione partecipante è stato possibile intervistare alcune donne, analizzando il loro rapporto con i capelli e portando alla luce una forte dicotomia tra "capelli belli" e "capelli brutti". Molte di loro infatti percepiscono i propri capelli come "brutti" e "inadeguati", ricorrendo all'utilizzo di creme stiranti o di parrucche per cercare di occidentalizzarli. Non tutte le donne prese in analisi hanno tale percezione, vi sono anche donne che hanno imparato ad apprezzare i propri capelli al naturale. E' il caso del Movimento Nappy, che rivendica la propria identità proprio attraverso i capelli. I corpi delle donne della diaspora africana portano ancora i segni di un'esperienza coloniale che nel corso del tempo le ha portato a percepire i propri capelli in modi sempre diversi. L'argomentazione proposta cerca di dimostrare come la cultura modelli e fabbrichi i corpi influenzando la percezione che si ha dei propri capelli e di conseguenza anche la loro manipolazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/120432