In recent years the way of understanding and treating disability has changed a lot. This transition involves all levels: the legislative, the cultural, the methodological. We are immersed in a real paradigm shift in which the representation of people with disabilities changes: from "objects" in need of care because they are incapable or incapacitated, to subjects who have the right to access, with the necessary support, the world of all to live within their own community being recognized as citizens who are protagonists of their own life path and their own existential choices. The UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities is positioned in the framework of this change, the aim of which is to "promote, protect and ensure the full and equal enjoyment of all human rights and fundamental freedoms by all persons with disabilities. , and to promote respect for their inherent dignity ". In this space, the need arises to structure new methodologies to support adult life paths in everyone's world. This paper deals with the right to self-determination as a fundamental building block for the concrete and possible construction of new scenarios of independent and adult life for people with cognitive disabilities: where to live, with whom to live, carry out satisfying and meaningful activities, assuming an active role and recognized within the company. The intent of the document is to present a possible method of taking charge that responds to these new requests that emerge with the paradigm of law. The method to be investigated is developed by the Di.V.I. adopted to support independent life projects starting from evidence and international scientific literature: enabling co-planning, whose main objective is to increase the decision-making capacity of the person and his family, working so that they can become a positive lever of change in their life, being able to cover significant roles and increasingly having the possibility to make decisions that influence the context. From this point of view and with the background of the UN Convention, the task of the operator, the administrator and the legislator becomes that of making his own competence available to guarantee the enforceability of civil and social rights to all citizens, regardless of their characteristics. To create systematically de-institutionalizing services and methods of taking charge, it is necessary to leave the previous schemes and change the rules that define the reference paradigm. Franco Basaglia demonstrated to the whole world that it is not enough to make institutions more human. A place can be made more beautiful and more comfortable, but that place can hardly be an answer to support the right to access free citizenship. To guarantee a free life, places of segregation must be eliminated and the creation of life paths in the world of all must begin.
Negli ultimi anni il modo di intendere e trattare la disabilità è cambiato molto. Questa transizione coinvolge tutti i livelli: quello legislativo, quello culturale, quello metodologico. Ci troviamo immersi in un vero cambio di paradigma in cui muta la rappresentazione delle persone con disabilità: da “oggetti” bisognosi di cura perché incapaci o inabili, a soggetti che hanno diritto di accedere, con il supporto necessario, al mondo di tutti per vivere all’interno della propria comunità essendo riconosciuti come cittadini protagonisti del proprio percorso di vita e delle proprie scelte esistenziali. A cornice di questo cambiamento si posiziona la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità il cui intento è quello di "promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte di tutte le persone con disabilità, e di promuovere il rispetto della loro inerente dignità". Nasce in questo spazio l’esigenza di strutturare nuove metodologie per supportare percorsi di vita adulta nel mondo di tutti. Questo elaborato affronta il diritto a autodeterminarsi come mattone fondamentale per la costruzione concreta e possibile di nuovi scenari di vita indipendente e adulta per le persone con disabilità cognitiva: dove vivere, con chi vivere, svolgere attività soddisfacenti e cariche di senso, assumendo un ruolo attivo e riconosciuto all’interno della società. L’intento del documento è quello di presentare una possibile metodologia di presa in carico che risponde a queste nuove richieste che emergono con il paradigma di diritto. Il metodo che si vuole investigare è elaborato dal Centro Studi Universitario Di.V.I. adottato per il supporto ai progetti di vita indipendente a partire dalle evidenze e dalla letteratura scientifica internazionale: la co-progettazione capacitante, il cui principale obiettivo è quello di incrementare la capacità decisionale della persona e della sua famiglia, lavorando affinché possano divenire leva positiva del cambiamento nella loro vita, potendo ricoprire ruoli significativi e avendo sempre di più la possibilità di prendere decisioni che influenzano il contesto. In quest’ottica e con lo sfondo della Convenzione ONU, il compito dell’operatore, dell’amministratore e del legislatore diviene quello di mettere a disposizione la propria competenza per garantire l’esigibilità dei diritti civili e sociali a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro caratteristiche. Per creare servizi e modalità di presa in carico sistematicamente deistituzionalizzanti è necessario uscire dagli schemi precedenti, cambiare le regole che definiscono il paradigma di riferimento. Franco Basaglia ha dimostrato a tutto il mondo che non basta rendere più umane le istituzioni. Si può rendere un luogo più bello e più confortevole, ma difficilmente quel luogo potrà essere una risposta per sostenere il diritto di accedere a una cittadinanza libera. Per garantire una vita libera bisogna eliminare i luoghi di segregazione e iniziare a costruire percorsi di vita nel mondo di tutti.
Vivere indipendentemente: strumenti e metodi ispirati alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità
LO FORTE, LAURA
2019/2020
Abstract
Negli ultimi anni il modo di intendere e trattare la disabilità è cambiato molto. Questa transizione coinvolge tutti i livelli: quello legislativo, quello culturale, quello metodologico. Ci troviamo immersi in un vero cambio di paradigma in cui muta la rappresentazione delle persone con disabilità: da “oggetti” bisognosi di cura perché incapaci o inabili, a soggetti che hanno diritto di accedere, con il supporto necessario, al mondo di tutti per vivere all’interno della propria comunità essendo riconosciuti come cittadini protagonisti del proprio percorso di vita e delle proprie scelte esistenziali. A cornice di questo cambiamento si posiziona la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità il cui intento è quello di "promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte di tutte le persone con disabilità, e di promuovere il rispetto della loro inerente dignità". Nasce in questo spazio l’esigenza di strutturare nuove metodologie per supportare percorsi di vita adulta nel mondo di tutti. Questo elaborato affronta il diritto a autodeterminarsi come mattone fondamentale per la costruzione concreta e possibile di nuovi scenari di vita indipendente e adulta per le persone con disabilità cognitiva: dove vivere, con chi vivere, svolgere attività soddisfacenti e cariche di senso, assumendo un ruolo attivo e riconosciuto all’interno della società. L’intento del documento è quello di presentare una possibile metodologia di presa in carico che risponde a queste nuove richieste che emergono con il paradigma di diritto. Il metodo che si vuole investigare è elaborato dal Centro Studi Universitario Di.V.I. adottato per il supporto ai progetti di vita indipendente a partire dalle evidenze e dalla letteratura scientifica internazionale: la co-progettazione capacitante, il cui principale obiettivo è quello di incrementare la capacità decisionale della persona e della sua famiglia, lavorando affinché possano divenire leva positiva del cambiamento nella loro vita, potendo ricoprire ruoli significativi e avendo sempre di più la possibilità di prendere decisioni che influenzano il contesto. In quest’ottica e con lo sfondo della Convenzione ONU, il compito dell’operatore, dell’amministratore e del legislatore diviene quello di mettere a disposizione la propria competenza per garantire l’esigibilità dei diritti civili e sociali a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro caratteristiche. Per creare servizi e modalità di presa in carico sistematicamente deistituzionalizzanti è necessario uscire dagli schemi precedenti, cambiare le regole che definiscono il paradigma di riferimento. Franco Basaglia ha dimostrato a tutto il mondo che non basta rendere più umane le istituzioni. Si può rendere un luogo più bello e più confortevole, ma difficilmente quel luogo potrà essere una risposta per sostenere il diritto di accedere a una cittadinanza libera. Per garantire una vita libera bisogna eliminare i luoghi di segregazione e iniziare a costruire percorsi di vita nel mondo di tutti.File | Dimensione | Formato | |
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