La gestione dei reflui zootecnici prodotti in alpeggio è un aspetto importante dal punto di vista ambientale ed igienico, ma spesso sottovalutato nella sua portata ed importanza. Nelle regioni alpine e prealpine gli alpeggi risultano una buona attività economica, importante a livello ambientale, patrimoniale, culturale e turistico. È noto infatti come essi contribuiscano a prevenire gli incendi boschivi, le slavine e l'erosione e come salvaguardino la biodiversità , conservino la fertilità fisica dei suoli, favoriscano la fruibilità turistica e valorizzino e diversifichino i paesaggi. Nella parte iniziale di questa relazione è stata fatta una visione generale sulla produzione e gestione dei reflui zootecnici in alpeggio, sui fattori che possono influire e sulle normative vigenti, riferendosi in particolare alla realtà valdostana, mentre nella seconda parte si sono analizzate le principali problematiche che possono manifestarsi, con la proposta di possibili soluzioni. In montagna i danni alla cotica erbosa sono difficili da riparare ed è per questo che la distribuzione dei reflui gioca un ruolo importante per la sua conservazione. Nella maggior parte degli alpeggi valdostani si produce liquame e mediante l'aggiunta di acqua nelle vasche di stoccaggio, esso viene distribuito per gravità nei pascoli sottostanti la stalla. I fattori che possono influenzare la qualità e la quantità di refluo prodotto sono la tipologia di custodia degli animali (24h su 24 all'aperto sul pascolo oppure con rientro in stalla), la tipologia di pascolo (pascolo controllato o libero), la tipologia di animale (specie, razza, e stadio fisiologico) e la topografia dei pascoli (pianeggianti o declivi). Per un buon rispetto dell'ambiente e per sfruttare al meglio la vegetazione alpina, in alpeggio il carico animale sostenibile è fissato in 0,8 UBA/ha, mentre il carico animale agro ambientale è pari a 0,5 UBA/ha, assicurando però un carico minimo di 0,10 UBA/ha. Si è visto, però, come una cattiva gestione dei reflui zootecnici possa arrecare dei danni all'uomo, all'animale e all'ambiente. Innanzitutto i liquami prodotti e sparsi mediante fertirrigazione nelle zone sottostanti la stalla, sono ricchi di azoto e fosforo, elementi chimici che possono lisciviare o ruscellare e raggiungere i numerosi corsi d'acqua presenti in quota, provocando inquinamento ed eutrofizzazione. Nei luoghi più frequentati dall'animale, come ad esempio in prossimità delle stalle o degli abbeveratoi, si verifica erosione del suono, fenomeno accentuato dalla fertirrigazione, che comporta gravi conseguenze all'ambiente, arrivando talvolta a provocare frane o movimenti di importanti porzioni di terreno. Gravi ripercussioni ci possono essere sulla qualità e sulla quantità della vegetazione alpina, unica fonte di nutrimento per gli animali in alpeggio, la quale possiede un equilibrio molto delicato e difficile da recuperare se degradato. Infine, dai reflui zootecnici ci può essere il rischio di contaminazione di patogeni nocivi per l'animale e per l'uomo; per quest'ultimo la contaminazione può avvenire direttamente, a causa del contatto con gli animali e/o con i reflui zootecnici, o indirettamente attraverso il consumo di cibi e acque contaminati. È quindi importante che ciascun allevatore si impegni a rispettare le normative vigenti a livello regionale ed internazionale, seguendo i divieti, il carico animale previsto, le buone pratiche gestionali e le possibili soluzioni illustrate nella relazione, al fine di salvaguardare l'alpeggio, attività fondamentale per le zone alpine, ma che negli ultimi anni si è ridotto notevolmente.
gestione dei reflui di origine zootecnica in alpeggio: problematiche e possibili soluzioni
CHABLOZ, DENISE
2015/2016
Abstract
La gestione dei reflui zootecnici prodotti in alpeggio è un aspetto importante dal punto di vista ambientale ed igienico, ma spesso sottovalutato nella sua portata ed importanza. Nelle regioni alpine e prealpine gli alpeggi risultano una buona attività economica, importante a livello ambientale, patrimoniale, culturale e turistico. È noto infatti come essi contribuiscano a prevenire gli incendi boschivi, le slavine e l'erosione e come salvaguardino la biodiversità , conservino la fertilità fisica dei suoli, favoriscano la fruibilità turistica e valorizzino e diversifichino i paesaggi. Nella parte iniziale di questa relazione è stata fatta una visione generale sulla produzione e gestione dei reflui zootecnici in alpeggio, sui fattori che possono influire e sulle normative vigenti, riferendosi in particolare alla realtà valdostana, mentre nella seconda parte si sono analizzate le principali problematiche che possono manifestarsi, con la proposta di possibili soluzioni. In montagna i danni alla cotica erbosa sono difficili da riparare ed è per questo che la distribuzione dei reflui gioca un ruolo importante per la sua conservazione. Nella maggior parte degli alpeggi valdostani si produce liquame e mediante l'aggiunta di acqua nelle vasche di stoccaggio, esso viene distribuito per gravità nei pascoli sottostanti la stalla. I fattori che possono influenzare la qualità e la quantità di refluo prodotto sono la tipologia di custodia degli animali (24h su 24 all'aperto sul pascolo oppure con rientro in stalla), la tipologia di pascolo (pascolo controllato o libero), la tipologia di animale (specie, razza, e stadio fisiologico) e la topografia dei pascoli (pianeggianti o declivi). Per un buon rispetto dell'ambiente e per sfruttare al meglio la vegetazione alpina, in alpeggio il carico animale sostenibile è fissato in 0,8 UBA/ha, mentre il carico animale agro ambientale è pari a 0,5 UBA/ha, assicurando però un carico minimo di 0,10 UBA/ha. Si è visto, però, come una cattiva gestione dei reflui zootecnici possa arrecare dei danni all'uomo, all'animale e all'ambiente. Innanzitutto i liquami prodotti e sparsi mediante fertirrigazione nelle zone sottostanti la stalla, sono ricchi di azoto e fosforo, elementi chimici che possono lisciviare o ruscellare e raggiungere i numerosi corsi d'acqua presenti in quota, provocando inquinamento ed eutrofizzazione. Nei luoghi più frequentati dall'animale, come ad esempio in prossimità delle stalle o degli abbeveratoi, si verifica erosione del suono, fenomeno accentuato dalla fertirrigazione, che comporta gravi conseguenze all'ambiente, arrivando talvolta a provocare frane o movimenti di importanti porzioni di terreno. Gravi ripercussioni ci possono essere sulla qualità e sulla quantità della vegetazione alpina, unica fonte di nutrimento per gli animali in alpeggio, la quale possiede un equilibrio molto delicato e difficile da recuperare se degradato. Infine, dai reflui zootecnici ci può essere il rischio di contaminazione di patogeni nocivi per l'animale e per l'uomo; per quest'ultimo la contaminazione può avvenire direttamente, a causa del contatto con gli animali e/o con i reflui zootecnici, o indirettamente attraverso il consumo di cibi e acque contaminati. È quindi importante che ciascun allevatore si impegni a rispettare le normative vigenti a livello regionale ed internazionale, seguendo i divieti, il carico animale previsto, le buone pratiche gestionali e le possibili soluzioni illustrate nella relazione, al fine di salvaguardare l'alpeggio, attività fondamentale per le zone alpine, ma che negli ultimi anni si è ridotto notevolmente.File | Dimensione | Formato | |
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