Una parte consistente delle attività che interessano la quotidianità dell'uomo è caratterizzata da interazione e coordinazione, sia spontanee sia pianificate, con altri individui. Tali richieste ben sono rappresentate dai contesti musicali collettivi, in particolare dall'ensemble: ambiente ecologico e spontaneo, obiettivo condiviso, sincronizzazione di suoni e movimenti, comunicazione non verbale sono solo alcuni degli attributi che la rendono il paradigma sperimentale ideale all'indagine della coordinazione sensomotoria. La duplice richiesta di saper suonare (azione) e contemporaneamente prestare attenzione alla produzione altrui (percezione), necessaria per ottenere movimenti e suoni fra loro armonici, supporta l'ipotesi circa il coinvolgimento in contesti musicali interattivi dei neuroni specchio, substrato neurale comune ad azione e percezione. Certo è l'utilizzo in tali situazioni di processi cognitivo-motori: i musicisti fanno affidamento su meccanismi anticipatori (soprattutto immagini uditive), attenzione prioritaria integrativa e adattamento temporale, supportate rispettivamente da modelli interni, struttura metrica e cronometri interni, allo scopo di coordinare suoni e movimenti. Questi tre processi interagiscono tra loro e sono influenzati da una molteplicità di fattori, tra cui conoscenza del brano musicale, familiarità con il proprio co-performer, scopo dell'azione interattiva, utilizzo di strategie regolari nel tempo, fattori personali e sociali. Necessario è misurare il grado di coordinazione sensomotoria in modo preciso: ad oggi l'indice considerato maggiormente valido e affidabile è il movimento corporeo, nelle sue diverse componenti (busto, testa, dita), veicolanti informazioni sull'armonia dell'esecuzione e sui diversi stili espressivi.

La coordinazione sensomotoria in contesti musicali interpersonali: l'ensemble come paradigma sperimentale e i processi cerebrali sottostanti

FERRARI, LUCIA
2015/2016

Abstract

Una parte consistente delle attività che interessano la quotidianità dell'uomo è caratterizzata da interazione e coordinazione, sia spontanee sia pianificate, con altri individui. Tali richieste ben sono rappresentate dai contesti musicali collettivi, in particolare dall'ensemble: ambiente ecologico e spontaneo, obiettivo condiviso, sincronizzazione di suoni e movimenti, comunicazione non verbale sono solo alcuni degli attributi che la rendono il paradigma sperimentale ideale all'indagine della coordinazione sensomotoria. La duplice richiesta di saper suonare (azione) e contemporaneamente prestare attenzione alla produzione altrui (percezione), necessaria per ottenere movimenti e suoni fra loro armonici, supporta l'ipotesi circa il coinvolgimento in contesti musicali interattivi dei neuroni specchio, substrato neurale comune ad azione e percezione. Certo è l'utilizzo in tali situazioni di processi cognitivo-motori: i musicisti fanno affidamento su meccanismi anticipatori (soprattutto immagini uditive), attenzione prioritaria integrativa e adattamento temporale, supportate rispettivamente da modelli interni, struttura metrica e cronometri interni, allo scopo di coordinare suoni e movimenti. Questi tre processi interagiscono tra loro e sono influenzati da una molteplicità di fattori, tra cui conoscenza del brano musicale, familiarità con il proprio co-performer, scopo dell'azione interattiva, utilizzo di strategie regolari nel tempo, fattori personali e sociali. Necessario è misurare il grado di coordinazione sensomotoria in modo preciso: ad oggi l'indice considerato maggiormente valido e affidabile è il movimento corporeo, nelle sue diverse componenti (busto, testa, dita), veicolanti informazioni sull'armonia dell'esecuzione e sui diversi stili espressivi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/120249