Già molto tempo prima del 2001 esistevano in Argentina i presupposti per l'esplosione della crisi del sistema economico e finanziario. Da una parte, il processo di continuo indebitamento strutturale aveva, infatti, sottratto negli anni precedenti ingenti risorse al paese e aveva obbligato i vari governi che si erano succeduti a continui tagli della spesa pubblica. Dall'altro lato, la recessione economica iniziata a fine 1998, come diretta conseguenza delle crisi finanziarie asiatiche e della svalutazione del real brasiliano, causò una drastica riduzione del gettito fiscale. Già a fine 2000 l'Argentina si trovava davanti a una situazione difficile dal punto di vista finanziario: nel corso del 2001 avrebbe dovuto far fronte a scadenze in conto capitale e in conto interessi per 26,5 miliardi di dollari mentre lo Stato avrebbe avuto risorse per 5 miliardi di dollari e per il rimanente avrebbe dovuto cercare prestiti sul mercato dei capitali. Quest'ultimo, a causa dell'aumento del rischio paese registrato in Argentina (di cui si parlerà dettagliatamente nel paragrafo 2.5.1.), richiedeva però rendimenti sempre maggiori, e la situazione sarebbe diventata di lì a poco insostenibile per il paese. Per quanto riguarda la politica monetaria, l'Argentina aveva ancorato la sua moneta nazionale (il peso) al dollaro statunitense a partire dal 1991. Lo aveva fatto attraverso un rigido sistema di tassi di cambio fissi, denominato currency board in cui l'emissione di moneta nazionale doveva avvenire in stretta contropartita con l'afflusso di fondi in valuta estera. Questo sistema protesse l'economia argentina dall'inflazione che l'aveva afflitta per molti anni, ma la espose anche ai rischi derivanti dall'introduzione di un tasso di cambio fisso, come ad esempio una maggior vulnerabilità agli shock esterni, e a forti limitazioni imposte alla Banca centrale. A detta di molti, il currency board non fu la causa diretta della crisi, la quale è identificabile principalmente nell'elevato indebitamento pubblico, ma di certo contribuì ad accelerarla. È proprio dall'analisi di questo sistema di tassi di cambio fissi che avrà inizio la relazione. In particolare, nella Prima parte verranno analizzati i principali fattori che causarono o accelerarono la crisi argentina, mentre nella Seconda parte saranno elencati ed esaminati gli eventi principali che ebbero luogo dalla fine del 2000 sino ai primi mesi del 2002. Infine, l'ultimo paragrafo (2.9) sarà dedicato al ruolo sostenuto dal Fondo monetario internazionale nella crisi argentina.
Argentina: la crisi economico-finanziaria del 2001
PAVLOVA, NADEJDA
2015/2016
Abstract
Già molto tempo prima del 2001 esistevano in Argentina i presupposti per l'esplosione della crisi del sistema economico e finanziario. Da una parte, il processo di continuo indebitamento strutturale aveva, infatti, sottratto negli anni precedenti ingenti risorse al paese e aveva obbligato i vari governi che si erano succeduti a continui tagli della spesa pubblica. Dall'altro lato, la recessione economica iniziata a fine 1998, come diretta conseguenza delle crisi finanziarie asiatiche e della svalutazione del real brasiliano, causò una drastica riduzione del gettito fiscale. Già a fine 2000 l'Argentina si trovava davanti a una situazione difficile dal punto di vista finanziario: nel corso del 2001 avrebbe dovuto far fronte a scadenze in conto capitale e in conto interessi per 26,5 miliardi di dollari mentre lo Stato avrebbe avuto risorse per 5 miliardi di dollari e per il rimanente avrebbe dovuto cercare prestiti sul mercato dei capitali. Quest'ultimo, a causa dell'aumento del rischio paese registrato in Argentina (di cui si parlerà dettagliatamente nel paragrafo 2.5.1.), richiedeva però rendimenti sempre maggiori, e la situazione sarebbe diventata di lì a poco insostenibile per il paese. Per quanto riguarda la politica monetaria, l'Argentina aveva ancorato la sua moneta nazionale (il peso) al dollaro statunitense a partire dal 1991. Lo aveva fatto attraverso un rigido sistema di tassi di cambio fissi, denominato currency board in cui l'emissione di moneta nazionale doveva avvenire in stretta contropartita con l'afflusso di fondi in valuta estera. Questo sistema protesse l'economia argentina dall'inflazione che l'aveva afflitta per molti anni, ma la espose anche ai rischi derivanti dall'introduzione di un tasso di cambio fisso, come ad esempio una maggior vulnerabilità agli shock esterni, e a forti limitazioni imposte alla Banca centrale. A detta di molti, il currency board non fu la causa diretta della crisi, la quale è identificabile principalmente nell'elevato indebitamento pubblico, ma di certo contribuì ad accelerarla. È proprio dall'analisi di questo sistema di tassi di cambio fissi che avrà inizio la relazione. In particolare, nella Prima parte verranno analizzati i principali fattori che causarono o accelerarono la crisi argentina, mentre nella Seconda parte saranno elencati ed esaminati gli eventi principali che ebbero luogo dalla fine del 2000 sino ai primi mesi del 2002. Infine, l'ultimo paragrafo (2.9) sarà dedicato al ruolo sostenuto dal Fondo monetario internazionale nella crisi argentina.File | Dimensione | Formato | |
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