In questo elaborato mi occuperò di indagare le caratteristiche principali e le modalità in cui si propaga il culto dei santi in Gallia: una speciale devozione che vede protagonisti questi massimi esponenti della cristianità ed i loro miracoli. Prendendo in esame i Dieci libri delle Storie di Gregorio di Tours, affronterò il tema della diffusione del culto e dell'importantissimo contributo svolto dai martiri attraverso le loro vite e dai vescovi che avviano la costruzione delle prime basiliche per fissare le basi di una chiesa che sarà destinata a vivere in eterno. Ad illuminare la scena cristiana della Gallia di inizio IV secolo è il santo Martino che dimostra essere un profondo esempio di devozione e testimonianza di fede. All'interno dello scritto analizzerò gli espedienti che Gregorio utilizza per contribuire alla costruzione del culto del santo ed, insieme a lui, delle fondamenta della cristianità turonense che diventerà l'esempio anche per comunità limitrofe. Compaiono all'interno della narrazione racconti di vite di altri santi che arricchiscono e consolidano l'ideale religioso che va costruendosi, è curiosa la relazione che Gregorio crea tra queste figure e quella di Martino che, in questo contesto, ha ruolo di guida. Si noterà come, da subito, i santi costituiscano una presenza costante e continua all'interno delle storie quasi come se avessero il compito di accompagnare il lettore. I loro esempi di vita compaiono strategicamente laddove sia necessario una lezione da impartire o un messaggio da testimoniare. Gregorio sottolinea sempre come il potere divino prevarichi e vinca su quello temporale. Sebbene siano modelli di santità differenti tra di loro, le storie di vita che utilizza Gregorio presentano lo stesso schema narrativo proprio per evidenziare e far risaltare determinati aspetti con l'intento di creare un modello ricorrente in cui il lettore sia in grado di orientarsi. Si riconosce però come racconti di Martino in una maniera differente. Tutti i martiri costituiscono un fondamentale modello di cristianità ma è evidente che di Martino, Gregorio, stia contribuendo a formarne un'identità maggiormente riconosciuta costruendo un culto che abbia come riferimento lo stesso santo. Per trasporre queste volontà nella scrittura inserisce le storie di Martino sapientemente nei vari libri elevando la sua personalità, rendendolo presenza fondamentale in tutta la narrazione. Si legge la volontà implicita di sottolineare come la presenza cristiana e divina accompagni il fedele nella storia e di come lo farà anche per le generazioni a venire. Per fare della religione l'argomento centrale del suo elaborato, lo scrittore utilizza delle figure ben precise. Se dividessimo l'immaginario delle Storie in due blocchi: il mondo reale e quello divino, vedremmo, da una parte, protagonisti i vescovi che agiscono per il bene della comunità costruendo basiliche, utilizzando le reliquie come simboli, dall'altra, i santi che operano attraverso i miracoli. Gregorio intende creare un legame tra queste due categorie sottolineandone il comune intento con la speranza di avvicinare il fedele ad un universo che si dimostra essere tangibile sebbene sia trascendente. Lo scrittore, quando adempirà ai suoi doveri episcopali, intende far penetrare il culto nella quotidianità rendendolo tangibile e concreto attraverso dei particolari oggetti sacri: le reliquie.
San Martino ed il suo culto nell'opera di Gregorio di Tours
MASINELLI, SARA
2015/2016
Abstract
In questo elaborato mi occuperò di indagare le caratteristiche principali e le modalità in cui si propaga il culto dei santi in Gallia: una speciale devozione che vede protagonisti questi massimi esponenti della cristianità ed i loro miracoli. Prendendo in esame i Dieci libri delle Storie di Gregorio di Tours, affronterò il tema della diffusione del culto e dell'importantissimo contributo svolto dai martiri attraverso le loro vite e dai vescovi che avviano la costruzione delle prime basiliche per fissare le basi di una chiesa che sarà destinata a vivere in eterno. Ad illuminare la scena cristiana della Gallia di inizio IV secolo è il santo Martino che dimostra essere un profondo esempio di devozione e testimonianza di fede. All'interno dello scritto analizzerò gli espedienti che Gregorio utilizza per contribuire alla costruzione del culto del santo ed, insieme a lui, delle fondamenta della cristianità turonense che diventerà l'esempio anche per comunità limitrofe. Compaiono all'interno della narrazione racconti di vite di altri santi che arricchiscono e consolidano l'ideale religioso che va costruendosi, è curiosa la relazione che Gregorio crea tra queste figure e quella di Martino che, in questo contesto, ha ruolo di guida. Si noterà come, da subito, i santi costituiscano una presenza costante e continua all'interno delle storie quasi come se avessero il compito di accompagnare il lettore. I loro esempi di vita compaiono strategicamente laddove sia necessario una lezione da impartire o un messaggio da testimoniare. Gregorio sottolinea sempre come il potere divino prevarichi e vinca su quello temporale. Sebbene siano modelli di santità differenti tra di loro, le storie di vita che utilizza Gregorio presentano lo stesso schema narrativo proprio per evidenziare e far risaltare determinati aspetti con l'intento di creare un modello ricorrente in cui il lettore sia in grado di orientarsi. Si riconosce però come racconti di Martino in una maniera differente. Tutti i martiri costituiscono un fondamentale modello di cristianità ma è evidente che di Martino, Gregorio, stia contribuendo a formarne un'identità maggiormente riconosciuta costruendo un culto che abbia come riferimento lo stesso santo. Per trasporre queste volontà nella scrittura inserisce le storie di Martino sapientemente nei vari libri elevando la sua personalità, rendendolo presenza fondamentale in tutta la narrazione. Si legge la volontà implicita di sottolineare come la presenza cristiana e divina accompagni il fedele nella storia e di come lo farà anche per le generazioni a venire. Per fare della religione l'argomento centrale del suo elaborato, lo scrittore utilizza delle figure ben precise. Se dividessimo l'immaginario delle Storie in due blocchi: il mondo reale e quello divino, vedremmo, da una parte, protagonisti i vescovi che agiscono per il bene della comunità costruendo basiliche, utilizzando le reliquie come simboli, dall'altra, i santi che operano attraverso i miracoli. Gregorio intende creare un legame tra queste due categorie sottolineandone il comune intento con la speranza di avvicinare il fedele ad un universo che si dimostra essere tangibile sebbene sia trascendente. Lo scrittore, quando adempirà ai suoi doveri episcopali, intende far penetrare il culto nella quotidianità rendendolo tangibile e concreto attraverso dei particolari oggetti sacri: le reliquie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/119879