Il presente lavoro si propone di rilevare nell'opera di Albert Camus l'inesauribile anelito all'unità e l'insopprimibile esigenza etica, e pertanto critica, che contraddistinguevano lo scrittore e intellettuale pied noir. La dissertazione è tripartita: ciascun capitolo si sofferma sulle articolazioni della «filosofia letteraria» camusiana e mostra quali siano le questioni che tormentano una siffatta «filosofia della crisi» in un'epoca di vertiginosa «crisi della filosofia». La scansione dei capitoli è speculare alla ripartizione dell'opera di Camus in tre trittici: il trittico dell'assurdo (Le mythe de Sisyphe, L'étranger, Caligula), il trittico della rivolta (L'homme révolté, La peste, Les Justes) e l'incompiuto trittico della misura o della Nemesi (L'été, Le premier homme). Il primo capitolo, perciò, vagliando la filosofia dell'assurdo, ossia la teoretica camusiana, affronta la nozione di assurdo, la consanguineità di Camus e Dostoevskij e l'esito paradossale dell'esistenza assurda. Il secondo capitolo dissoda l'etica della rivolta, analizzando la nozione di rivolta in contrappunto al «rifiuto della salvezza» di Ivan Karamazov e alla funambolica rivolta dei Justes. Infine, il terzo capitolo, che indugia sulla filosofia del Mediterraneo, tratta del pensiero meridiano e si suggella colla delineazione del compito critico dell'intellettuale che, in «tempi calamitosi», resiste caparbiamente all'«aria del tempo».
Assurdo, Rivolta e Mediterraneo nell'opera di Albert Camus
SETTIMO, ALESSANDRO
2015/2016
Abstract
Il presente lavoro si propone di rilevare nell'opera di Albert Camus l'inesauribile anelito all'unità e l'insopprimibile esigenza etica, e pertanto critica, che contraddistinguevano lo scrittore e intellettuale pied noir. La dissertazione è tripartita: ciascun capitolo si sofferma sulle articolazioni della «filosofia letteraria» camusiana e mostra quali siano le questioni che tormentano una siffatta «filosofia della crisi» in un'epoca di vertiginosa «crisi della filosofia». La scansione dei capitoli è speculare alla ripartizione dell'opera di Camus in tre trittici: il trittico dell'assurdo (Le mythe de Sisyphe, L'étranger, Caligula), il trittico della rivolta (L'homme révolté, La peste, Les Justes) e l'incompiuto trittico della misura o della Nemesi (L'été, Le premier homme). Il primo capitolo, perciò, vagliando la filosofia dell'assurdo, ossia la teoretica camusiana, affronta la nozione di assurdo, la consanguineità di Camus e Dostoevskij e l'esito paradossale dell'esistenza assurda. Il secondo capitolo dissoda l'etica della rivolta, analizzando la nozione di rivolta in contrappunto al «rifiuto della salvezza» di Ivan Karamazov e alla funambolica rivolta dei Justes. Infine, il terzo capitolo, che indugia sulla filosofia del Mediterraneo, tratta del pensiero meridiano e si suggella colla delineazione del compito critico dell'intellettuale che, in «tempi calamitosi», resiste caparbiamente all'«aria del tempo».File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/119847