Introduzione: la maggior parte delle persone ricoverate sono anziane e spesso trattate con polifarmacoterapia. Obiettivo: valutare la terapia assunta all'ingresso e alla dimissione dai pazienti ricoverati in un reparto di geriatria analizzando quali variabili hanno influenzato la prescrizione farmacologica alla dimissione. Materiali e metodi: per tutti i pazienti ricoverati nel periodo analizzato nel reparto di Geriatria di Cuneo sono stati raccolti i dati riguardanti la condizione abitativa, lo stato funzionale (con le scale ADL e IADL), la capacità di deambulazione, la valutazione del quadro cognitivo (con la scala SPMSQ). Si è valutato il setting di prosecuzione delle cure, il numero e la tipologia di farmaci che assumevano al domicilio e prescritti alla dimissione. Risultati: nel periodo considerato sono stati ricoverati 353 pazienti di età media 84,9 anni (148 uomini e 205 donne). All'ingresso i pazienti assumevano in media 5,7 ± 3,01 principi attivi e alla dimissione in media 6,34 ± 2,74: nel 15,6% dei casi non vi erano differenze del numero di farmaci rispetto l'ingresso, nel 50,7% i farmaci erano aumentati e nel 33,7% ridotti. I pazienti con minor numero di farmaci alla dimissione presentavano una maggiore compromissione funzionale alle ADL e alle IADL e un maggiore declino cognitivo. Analoghe caratteristiche presentavano le 51 persone (14,4% ) decedute nel corso del ricovero ospedaliero e le 36 persone (11,9%) decedute entro 3 mesi dalla dimissione. Si è ridotto il numero dei farmaci nei pazienti dimessi in struttura residenziale ed aumentati per coloro dimessi in lungodegenza o cure intermedie. Per il numero di farmaci prescritti alla dimissione non sono risultate differenze significative tra chi è deceduto nei 3 mesi successivi rispetto a chi è sopravvissuto. Conclusioni: l'incremento della prescrizione farmacologica alla dimissione risulta significativa nei pazienti che devono proseguire le cure in Lungodegenza-Cure Intermedie o in un altro ospedale. La riduzione della prescrizione farmacologica è significativa nelle persone maggiormente compromesse dal punto di vista funzionale e cognitivo; la semplificazione terapeutica si è attuata nei pazienti che rientravano in strutture residenziali. Il ricovero ospedaliero può rappresentare l'occasione per una semplificazione della terapia farmacologica. La terapia per ogni singolo paziente anziano deve essere ragionata e non solo basata sulla patologia. Il ruolo dell'infermiere risulta prezioso, può collaborare con il medico per impostare un percorso di cura ottimale.

Politerapia nel paziente anziano fragile: valutazione della terapia farmacologica in pazienti dimessi da un reparto di geriatria per acuti

PEDDE, CHIARA
2015/2016

Abstract

Introduzione: la maggior parte delle persone ricoverate sono anziane e spesso trattate con polifarmacoterapia. Obiettivo: valutare la terapia assunta all'ingresso e alla dimissione dai pazienti ricoverati in un reparto di geriatria analizzando quali variabili hanno influenzato la prescrizione farmacologica alla dimissione. Materiali e metodi: per tutti i pazienti ricoverati nel periodo analizzato nel reparto di Geriatria di Cuneo sono stati raccolti i dati riguardanti la condizione abitativa, lo stato funzionale (con le scale ADL e IADL), la capacità di deambulazione, la valutazione del quadro cognitivo (con la scala SPMSQ). Si è valutato il setting di prosecuzione delle cure, il numero e la tipologia di farmaci che assumevano al domicilio e prescritti alla dimissione. Risultati: nel periodo considerato sono stati ricoverati 353 pazienti di età media 84,9 anni (148 uomini e 205 donne). All'ingresso i pazienti assumevano in media 5,7 ± 3,01 principi attivi e alla dimissione in media 6,34 ± 2,74: nel 15,6% dei casi non vi erano differenze del numero di farmaci rispetto l'ingresso, nel 50,7% i farmaci erano aumentati e nel 33,7% ridotti. I pazienti con minor numero di farmaci alla dimissione presentavano una maggiore compromissione funzionale alle ADL e alle IADL e un maggiore declino cognitivo. Analoghe caratteristiche presentavano le 51 persone (14,4% ) decedute nel corso del ricovero ospedaliero e le 36 persone (11,9%) decedute entro 3 mesi dalla dimissione. Si è ridotto il numero dei farmaci nei pazienti dimessi in struttura residenziale ed aumentati per coloro dimessi in lungodegenza o cure intermedie. Per il numero di farmaci prescritti alla dimissione non sono risultate differenze significative tra chi è deceduto nei 3 mesi successivi rispetto a chi è sopravvissuto. Conclusioni: l'incremento della prescrizione farmacologica alla dimissione risulta significativa nei pazienti che devono proseguire le cure in Lungodegenza-Cure Intermedie o in un altro ospedale. La riduzione della prescrizione farmacologica è significativa nelle persone maggiormente compromesse dal punto di vista funzionale e cognitivo; la semplificazione terapeutica si è attuata nei pazienti che rientravano in strutture residenziali. Il ricovero ospedaliero può rappresentare l'occasione per una semplificazione della terapia farmacologica. La terapia per ogni singolo paziente anziano deve essere ragionata e non solo basata sulla patologia. Il ruolo dell'infermiere risulta prezioso, può collaborare con il medico per impostare un percorso di cura ottimale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/119801