Nel presente lavoro di tesi mi sono occupata di come sono state sviluppate le proposizioni di Modigliani e Miller nei casi di presenza e assenza di imposte. Come prima cosa sono state brevemente esaminate le principali fonti di finanziamento delle imprese: il capitale di rischio e il capitale di debito. Un successivo passo è stato quello di approfondire i quattro approcci riguardanti la ricerca della struttura finanziaria ottimale di un'azienda, ovvero la tesi tradizionale, la teoria del trade-off, la teoria dell'agenzia e la teoria dell'ordine di scelta. Questo è servito per arrivare alla formulazione del teorema di Franco Modigliani e Merton Miller. Le loro proposizioni sono due ma entrambe si dividono nei casi di presenza e assenza di imposte e si possono così riassumere: - Proposizione 1 in assenza di imposte, afferma che il valore di mercato di un'impresa priva di debito è uguale al valore di un'impresa indebitata; - Proposizione 1 in presenza di imposte, asserisce che il valore di mercato di un'impresa indebitata è pari a quello di un'impresa non indebitata aumentato del vantaggio fiscale dell'indebitamento; - Proposizione 2 in assenza di imposte, afferma che il rendimento richiesto sul capitale azionario è una funzione lineare del rapporto di indebitamento; - Proposizione 2 in presenza di imposte evince la convenienza per l'impresa ad indebitarsi o meno in relazione alla presenza e all'entità delle imposte sui redditi personali. In generale, nei mercati reali, la condizione che non sussistano le imposte fiscali non è verificata come rilevato dagli stessi Modigliani e Miller. Per ogni proposizione ho fornito un'applicazione pratica e lo sviluppo matematico delle formule di partenza, analizzando anche i coefficienti di rischio. Infine ho tratto le conclusioni mettendo in luce i principali vantaggi che il teorema di Modigliani e Miller ha portato nell'evoluzione dell'economia finanziaria, prendendo atto però che tutte le teorie concordano sul fatto che universalmente non esiste una struttura finanziaria ottimale.
Le proposizioni di Modigliani e Miller come punto di riferimento nelle scelte di finanziamento
CAVORETTO, ELISA
2014/2015
Abstract
Nel presente lavoro di tesi mi sono occupata di come sono state sviluppate le proposizioni di Modigliani e Miller nei casi di presenza e assenza di imposte. Come prima cosa sono state brevemente esaminate le principali fonti di finanziamento delle imprese: il capitale di rischio e il capitale di debito. Un successivo passo è stato quello di approfondire i quattro approcci riguardanti la ricerca della struttura finanziaria ottimale di un'azienda, ovvero la tesi tradizionale, la teoria del trade-off, la teoria dell'agenzia e la teoria dell'ordine di scelta. Questo è servito per arrivare alla formulazione del teorema di Franco Modigliani e Merton Miller. Le loro proposizioni sono due ma entrambe si dividono nei casi di presenza e assenza di imposte e si possono così riassumere: - Proposizione 1 in assenza di imposte, afferma che il valore di mercato di un'impresa priva di debito è uguale al valore di un'impresa indebitata; - Proposizione 1 in presenza di imposte, asserisce che il valore di mercato di un'impresa indebitata è pari a quello di un'impresa non indebitata aumentato del vantaggio fiscale dell'indebitamento; - Proposizione 2 in assenza di imposte, afferma che il rendimento richiesto sul capitale azionario è una funzione lineare del rapporto di indebitamento; - Proposizione 2 in presenza di imposte evince la convenienza per l'impresa ad indebitarsi o meno in relazione alla presenza e all'entità delle imposte sui redditi personali. In generale, nei mercati reali, la condizione che non sussistano le imposte fiscali non è verificata come rilevato dagli stessi Modigliani e Miller. Per ogni proposizione ho fornito un'applicazione pratica e lo sviluppo matematico delle formule di partenza, analizzando anche i coefficienti di rischio. Infine ho tratto le conclusioni mettendo in luce i principali vantaggi che il teorema di Modigliani e Miller ha portato nell'evoluzione dell'economia finanziaria, prendendo atto però che tutte le teorie concordano sul fatto che universalmente non esiste una struttura finanziaria ottimale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/11980