Questa tesi nasce come commento al proemio dei Medicamina faciei femineae, ricettario di cosmetici, che si annovera fra le opere minori di Ovidio. La struttura prevede un'ampia introduzione, dedicata a una visione generale sul rapporto dell'opera con la sua epoca storico-letteraria e su alcuni temi significativi che la pervadono; quindi un commento dei cinquanta versi proemiali, in cui invece il testo viene analizzato dal punto di vista tematico, letterario e, all'occorrenza, filologico. Lo studio si articola su più livelli, ma si concentra su quello letterario. Laddove sono emerse questioni di carattere filologico, mi sono limitata a riportare le scelte dei vari editori e a prendere posizione rispetto ad esse: Kunz 1881, che è alla base di tutte le edizioni successive consultate, Goold 1979, Rosati 1985, che ho preso come riferimento, Kenney 19942 e, infine, a Ramirez de Verger 2003. Gli argomenti su cui la tesi si sofferma sono, anzitutto, la difesa ovidiana del cultus, rappresentato qui dalla cosmesi, e il rapporto ambiguo dei Medicamina con la propaganda augustea, sull'orlo della sfida nei confronti dell'atteggiamento tradizionalista. Ovidio evita il tono e l'atteggiamento giudicante del moralista e non osa criticare apertamente la cultura tradizionale. Attraverso l'uso dell'ironia, tuttavia, la rende meno ¿assoluta¿ e con la creazione di una nuova, ¿artistica¿ figura femminile indica la strada di una liberazione dalla morale ufficiale. Il trattatello è inoltre interessante sotto il profilo letterario: l'autore utilizza una forma poetica, il carme erotodidattico elegiaco, per esprimere contenuti in buona parte non poetici come le ricette di maschere di bellezza.

Cura dabit faciem: introduzione e commento al proemio dei Medicamina faciei femineae

BERSANI, BEATRICE
2015/2016

Abstract

Questa tesi nasce come commento al proemio dei Medicamina faciei femineae, ricettario di cosmetici, che si annovera fra le opere minori di Ovidio. La struttura prevede un'ampia introduzione, dedicata a una visione generale sul rapporto dell'opera con la sua epoca storico-letteraria e su alcuni temi significativi che la pervadono; quindi un commento dei cinquanta versi proemiali, in cui invece il testo viene analizzato dal punto di vista tematico, letterario e, all'occorrenza, filologico. Lo studio si articola su più livelli, ma si concentra su quello letterario. Laddove sono emerse questioni di carattere filologico, mi sono limitata a riportare le scelte dei vari editori e a prendere posizione rispetto ad esse: Kunz 1881, che è alla base di tutte le edizioni successive consultate, Goold 1979, Rosati 1985, che ho preso come riferimento, Kenney 19942 e, infine, a Ramirez de Verger 2003. Gli argomenti su cui la tesi si sofferma sono, anzitutto, la difesa ovidiana del cultus, rappresentato qui dalla cosmesi, e il rapporto ambiguo dei Medicamina con la propaganda augustea, sull'orlo della sfida nei confronti dell'atteggiamento tradizionalista. Ovidio evita il tono e l'atteggiamento giudicante del moralista e non osa criticare apertamente la cultura tradizionale. Attraverso l'uso dell'ironia, tuttavia, la rende meno ¿assoluta¿ e con la creazione di una nuova, ¿artistica¿ figura femminile indica la strada di una liberazione dalla morale ufficiale. Il trattatello è inoltre interessante sotto il profilo letterario: l'autore utilizza una forma poetica, il carme erotodidattico elegiaco, per esprimere contenuti in buona parte non poetici come le ricette di maschere di bellezza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/119785