Il mio lavoro vuole analizzare l'Alceste seconda di Vittorio Alfieri, partendo da un'indagine del modello originario e delle altre riscritture sei e settecentesche in ambito italiano. Il primo capitolo è dunque dedicato all'Alcesti di Euripide, di cui si approfondiscono le ragioni del sacrificio e il significato della rinascita della donna. Le rivisitazioni del mito studiate sono: Alcesti o sia l'amor sincero (1665) di Emanuele Tesauro; l'Alceste (1709) di Pier Jacopo Martello; e in ultimo il libretto scritto da Ranieri de' Calzabigi per l'opera in musica Alceste del compositore tedesco C. W. Gluck (1767). In quest'ultimo caso mi sono soffermata sulla Prefazione, che costituisce il vero e proprio manifesto delle idee dei due innovatori sulla riforma del teatro d'opera nel XVIII secolo. Il secondo capitolo è interamente rivolto allo studio dell'Alceste seconda, la cui nascita è testimoniata nelle pagine della Vita alfieriana: se ne analizzano idea, stesura e versificazione con l'ausilio dell'opera diaristica di Alfieri che traccia il percorso compiuto dall'autore per scoprirsi scrittore. L'analisi prosegue con il confronto della suddetta tragedia con l'Alceste di P. J. Martello e il libretto di Calzabigi e con la messa in evidenza del fil rouge che unisce Vita, Rime e Alceste seconda: l'amore dell'autore per la contessa Luisa Stolberg d'Albany. L'ultima parte del secondo capitolo è volta a un'interpretazione dell'Alceste che metta in luce i personali stati d'animo e le intime passioni per mezzo dei quali egli ha plasmato il personaggio di Admeto ma, più in generale, il legame tra Alceste e Admeto. Nel terzo e ultimo capitolo della dissertazione ho accostato la figura di Alceste a quella di altre protagoniste femminili del teatro alfieriano per ricercarne analogie e differenze: Antigone, Clitennestra, Elettra e Mirra. Il confronto vuole giungere a un ritratto psicologico mediato dall'analisi linguistico-stilistica riservata alle sole figure femminili scelte.

L'ALCESTE SECONDA DI VITTORIO ALFIERI. UNA RISCRITTURA DEL MITO

BARUTELLO, ERIKA
2011/2012

Abstract

Il mio lavoro vuole analizzare l'Alceste seconda di Vittorio Alfieri, partendo da un'indagine del modello originario e delle altre riscritture sei e settecentesche in ambito italiano. Il primo capitolo è dunque dedicato all'Alcesti di Euripide, di cui si approfondiscono le ragioni del sacrificio e il significato della rinascita della donna. Le rivisitazioni del mito studiate sono: Alcesti o sia l'amor sincero (1665) di Emanuele Tesauro; l'Alceste (1709) di Pier Jacopo Martello; e in ultimo il libretto scritto da Ranieri de' Calzabigi per l'opera in musica Alceste del compositore tedesco C. W. Gluck (1767). In quest'ultimo caso mi sono soffermata sulla Prefazione, che costituisce il vero e proprio manifesto delle idee dei due innovatori sulla riforma del teatro d'opera nel XVIII secolo. Il secondo capitolo è interamente rivolto allo studio dell'Alceste seconda, la cui nascita è testimoniata nelle pagine della Vita alfieriana: se ne analizzano idea, stesura e versificazione con l'ausilio dell'opera diaristica di Alfieri che traccia il percorso compiuto dall'autore per scoprirsi scrittore. L'analisi prosegue con il confronto della suddetta tragedia con l'Alceste di P. J. Martello e il libretto di Calzabigi e con la messa in evidenza del fil rouge che unisce Vita, Rime e Alceste seconda: l'amore dell'autore per la contessa Luisa Stolberg d'Albany. L'ultima parte del secondo capitolo è volta a un'interpretazione dell'Alceste che metta in luce i personali stati d'animo e le intime passioni per mezzo dei quali egli ha plasmato il personaggio di Admeto ma, più in generale, il legame tra Alceste e Admeto. Nel terzo e ultimo capitolo della dissertazione ho accostato la figura di Alceste a quella di altre protagoniste femminili del teatro alfieriano per ricercarne analogie e differenze: Antigone, Clitennestra, Elettra e Mirra. Il confronto vuole giungere a un ritratto psicologico mediato dall'analisi linguistico-stilistica riservata alle sole figure femminili scelte.
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