Le necropoli sono da sempre un campo privilegiato dell'indagine archeologica, ma può l'archeologia da sola trovare le risposte a tutte le domande che un contesto funerario solleva? La scienza archeologica ha acquisito da pochi decenni la consapevolezza dell'importanza di un'integrale ricostruzione e comprensione di tutte le testimonianze (di cultura materiale e biologica) per restituire la realtà di una società. L'archeologo, quindi, non può più agire da solo, ma ha bisogno dell'ausilio di altre discipline e saperi per condurre e interpretare gli scavi . Come hanno dimostrato i più recenti approcci teorici, le necropoli non rappresentano l'esatto riflesso delle società alle quali appartenevano. Il rapporto dei vivi con i morti è molto più articolato. Per tentare una più approfondita comprensione di un'area funeraria è necessario quindi cercare di decodificare tutti gli aspetti delle sepolture (rito, modalità di deposizione, resti antropologici, struttura architettonica, corredo, riaperture, disturbi e altro) come pure i caratteri propri della comunità che l'ha prodotta, dando ad ogni elemento il giusto peso. Per farlo sono necessari scavi archeologici, studi paleodemografici e antropologici, analisi radiometriche e chimiche; una commistione di scienze che collaborino per ricostruire una società. In questa tesi in particolare si approfondisce il vantaggio del connubio tra archeologia e antropologia, dalla prospettiva dell'archeologo. Tre sono i punti sui quali questa dissertazione si basa: 1. L'archeologo deve sapersi confrontare con la figura dell'antropologo conoscendo il linguaggio della sua scienza; 2. L'archeologo deve avere le conoscenze necessarie per scavare, recuperare, imballare e documentare i reperti osteologici nel caso in cui un antropologo non possa essere presente sul campo, come spesso accade. In questo modo gli potrà fornire i riferimenti adeguati allo studio che dovrà compiere. 3. Si spera infine di incoraggiare l'archeologo ad un confronto più preciso, approfondito e rispettoso con i resti antropologici, in modo da poterli valorizzare al meglio.
Archeologia e antropologia. Per una sinergia di metodo dallo scavo allo studio dei contesti funerari
RIBOLLA, CHIARA
2011/2012
Abstract
Le necropoli sono da sempre un campo privilegiato dell'indagine archeologica, ma può l'archeologia da sola trovare le risposte a tutte le domande che un contesto funerario solleva? La scienza archeologica ha acquisito da pochi decenni la consapevolezza dell'importanza di un'integrale ricostruzione e comprensione di tutte le testimonianze (di cultura materiale e biologica) per restituire la realtà di una società. L'archeologo, quindi, non può più agire da solo, ma ha bisogno dell'ausilio di altre discipline e saperi per condurre e interpretare gli scavi . Come hanno dimostrato i più recenti approcci teorici, le necropoli non rappresentano l'esatto riflesso delle società alle quali appartenevano. Il rapporto dei vivi con i morti è molto più articolato. Per tentare una più approfondita comprensione di un'area funeraria è necessario quindi cercare di decodificare tutti gli aspetti delle sepolture (rito, modalità di deposizione, resti antropologici, struttura architettonica, corredo, riaperture, disturbi e altro) come pure i caratteri propri della comunità che l'ha prodotta, dando ad ogni elemento il giusto peso. Per farlo sono necessari scavi archeologici, studi paleodemografici e antropologici, analisi radiometriche e chimiche; una commistione di scienze che collaborino per ricostruire una società. In questa tesi in particolare si approfondisce il vantaggio del connubio tra archeologia e antropologia, dalla prospettiva dell'archeologo. Tre sono i punti sui quali questa dissertazione si basa: 1. L'archeologo deve sapersi confrontare con la figura dell'antropologo conoscendo il linguaggio della sua scienza; 2. L'archeologo deve avere le conoscenze necessarie per scavare, recuperare, imballare e documentare i reperti osteologici nel caso in cui un antropologo non possa essere presente sul campo, come spesso accade. In questo modo gli potrà fornire i riferimenti adeguati allo studio che dovrà compiere. 3. Si spera infine di incoraggiare l'archeologo ad un confronto più preciso, approfondito e rispettoso con i resti antropologici, in modo da poterli valorizzare al meglio.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
322602_tesichiararibolla.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
125.25 MB
Formato
Adobe PDF
|
125.25 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/119735