Ducati Motor Holding S.p.A, il 19 aprile, ha annunciato ufficialmente di aver raggiunto un accordo per la vendita ad Audi AG, casa produttrice di vetture d'alta gamma, per un totale di 747 milioni di euro, debiti (stimati intorno ai 200 milioni) inclusi. Le acquisizioni non sono nuove in storia Ducati: questa porta con sé un passato tumultuoso, che comprende anche un passaggio a proprietari stranieri. Nel 1996 la casa motociclistica di Borgo Panigale è stata acquistata dal fondo Usa Texas Pacific Group che l'ha posseduta fino al 2006, quando il marchio torna in mano italiane grazie al fondo di private equity Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi. Già del 2005 il Gruppo Volkswagen aveva cercato di conquistare la rossa Ducati, ma la transazione non era andata in porto a causa dei rischi di banca rotta della casa italiana. L'acquisizione attuale sposa perfettamente il ¿Project Eagle¿, fortemente voluto dal presidente del consiglio di vigilanza Ferdinand Piëch, creato con lo scopo di far diventare il gruppo il primo costruttore al mondo entro il 2018. Di certo la strategia del colosso dai dodici marchi punta anche ad una diversificazione del business, creando in questo modo un nuovo fronte competitivo con la rivale Bmw, che quasi dalla sua fondazione costruisce motori per le due ruote. Investire in questo settore, inoltre, dà la possibilità al gruppo di Wolfsburg di ridurre le emissioni di CO₂ complessive dei veicoli prodotti. Anche i sindacati approvano quest'operazione definendola come la possibilità per «tirare un sospiro di sollievo»; anch'essi sostengono la necessità di una strategia industriale per Ducati, che solo un colosso come Audi può garantire. Inoltre Bruno Papignani, leader della Fiom-Cgil bolognese, sostiene come i tedeschi siano una garanzia a livello sindacale, forti anche dell'acquisizione avvenuta nel 1998 che Audi ha mosso nei confronti di Automobili Lamborghini. Questa, infatti, ha permesso alla casa costruttrice di lusso di Sant'Agata Bolognese di raddoppiare le vendite, garantendo posti di lavoro che non hanno sofferto dell'attuale clima di crisi. A risentire dell'acquisizione è probabilmente Mercedes, che vede minata la collaborazione Ducati-Amg, marchio finalizzato alla progettazione e alla realizzazione dei modelli sportivi ad alte prestazioni della casa tedesca, cominciata nel novembre 2010. Questa joint venture ha portato ad una proficua partnership di marketing, grazie alla realizzazione della Diavel AMG Special Edition e della Mercedes SLK 55 AMG in colorazione Streetfighter Yellow. Mecedes ha sempre sottolineato il suo non interessamento ad una partecipazione in Ducati a livello societario e, all'indomani della stipulazione dell'accordo con la rivale Audi, è stata dichiarata la cessazione di ogni altra ulteriore collaborazione. La speranza che si ripone in questa transazione è racchiusa nelle parole di Andrea Bonomi: «Sono convinto che Audi si dimostrerà una nuova proprietà responsabile e capace, in grado di preservare le competenze tecnologiche dei dipendenti italiani dell'azienda per realizzare un ulteriore processo di crescita di Ducati».

Audi conquista Ducati. Con la dodicesima marca, Volkswagen monta in sella alle due ruote

GANDOLFI, ROBERTA
2011/2012

Abstract

Ducati Motor Holding S.p.A, il 19 aprile, ha annunciato ufficialmente di aver raggiunto un accordo per la vendita ad Audi AG, casa produttrice di vetture d'alta gamma, per un totale di 747 milioni di euro, debiti (stimati intorno ai 200 milioni) inclusi. Le acquisizioni non sono nuove in storia Ducati: questa porta con sé un passato tumultuoso, che comprende anche un passaggio a proprietari stranieri. Nel 1996 la casa motociclistica di Borgo Panigale è stata acquistata dal fondo Usa Texas Pacific Group che l'ha posseduta fino al 2006, quando il marchio torna in mano italiane grazie al fondo di private equity Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi. Già del 2005 il Gruppo Volkswagen aveva cercato di conquistare la rossa Ducati, ma la transazione non era andata in porto a causa dei rischi di banca rotta della casa italiana. L'acquisizione attuale sposa perfettamente il ¿Project Eagle¿, fortemente voluto dal presidente del consiglio di vigilanza Ferdinand Piëch, creato con lo scopo di far diventare il gruppo il primo costruttore al mondo entro il 2018. Di certo la strategia del colosso dai dodici marchi punta anche ad una diversificazione del business, creando in questo modo un nuovo fronte competitivo con la rivale Bmw, che quasi dalla sua fondazione costruisce motori per le due ruote. Investire in questo settore, inoltre, dà la possibilità al gruppo di Wolfsburg di ridurre le emissioni di CO₂ complessive dei veicoli prodotti. Anche i sindacati approvano quest'operazione definendola come la possibilità per «tirare un sospiro di sollievo»; anch'essi sostengono la necessità di una strategia industriale per Ducati, che solo un colosso come Audi può garantire. Inoltre Bruno Papignani, leader della Fiom-Cgil bolognese, sostiene come i tedeschi siano una garanzia a livello sindacale, forti anche dell'acquisizione avvenuta nel 1998 che Audi ha mosso nei confronti di Automobili Lamborghini. Questa, infatti, ha permesso alla casa costruttrice di lusso di Sant'Agata Bolognese di raddoppiare le vendite, garantendo posti di lavoro che non hanno sofferto dell'attuale clima di crisi. A risentire dell'acquisizione è probabilmente Mercedes, che vede minata la collaborazione Ducati-Amg, marchio finalizzato alla progettazione e alla realizzazione dei modelli sportivi ad alte prestazioni della casa tedesca, cominciata nel novembre 2010. Questa joint venture ha portato ad una proficua partnership di marketing, grazie alla realizzazione della Diavel AMG Special Edition e della Mercedes SLK 55 AMG in colorazione Streetfighter Yellow. Mecedes ha sempre sottolineato il suo non interessamento ad una partecipazione in Ducati a livello societario e, all'indomani della stipulazione dell'accordo con la rivale Audi, è stata dichiarata la cessazione di ogni altra ulteriore collaborazione. La speranza che si ripone in questa transazione è racchiusa nelle parole di Andrea Bonomi: «Sono convinto che Audi si dimostrerà una nuova proprietà responsabile e capace, in grado di preservare le competenze tecnologiche dei dipendenti italiani dell'azienda per realizzare un ulteriore processo di crescita di Ducati».
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