In the global economic crisis Italy had to deal with the impoverishment of his population as other countries did. This impoverishment created many consequences on social life like the growing of difficulty of getting or keeping an house . The government's austerity policy seems to not be able to deal with this problem. The most significant fact is the increasing of evictions year by year. Simultaneously many citizens decided work with some extra-institutional actors that are working in their territories. These heterogeneous actors had tried to create a common identity and conflict on a national level , creating an housing right's movement that works in many cities with anti eviction offices. Turin , in his dimension , is an example of what's happening in many Italian city. Here we have many services and offices that are operating to deal with these problems. Through the analysis of these experiences and by interviewing these subjects we will try to understand which kind of relationships exist between citizens and this movement and which links these two have with public institutions . Which kind of motivations moves citizens to contact these offices? What kind of expectations do the citizens have? Do they consider the movement a tool to make their voices been heard by the authority or a direct solution for housing problem? What kind of relationships link the movement to public institutions ? What do the movement require from people that are occupying a building or resisting to an eviction? In the time of the welfare state's crisis the housing right's movement is seen more as new kind of welfare actor who provide social services or more as a new kind of mutualism made of mutual traders?
Nel contesto della crisi economica globale l' Italia , come altri paesi ,ha dovuto far fronte all' impoverimento della popolazione. Questo ha provocato delle conseguenze su diversi aspetti della vita sociale , uno dei quali è la crescente difficoltà per i cittadini ad ottenere o mantenere un alloggio. Le politiche di austerità delle istituzioni non sembrano in grado di far fronte efficacemente al problema. Il dato più indicativo di questo problema è sicuramente l' aumento delle ordinanze di sfratto. Parallelamente sempre più cittadini decidono di rivolgersi a percorsi non istituzionali che operano nei singoli territori . Questi percorsi eterogenei hanno cercato nel tempo di darsi un identità comune e di trovare percorsi di lotta condivisibili a livello nazionale, dando vita ad un Movimento per il diritto all' abitare che opera nelle diverse realtà cittadine con gli sportelli antisfratto. Torino riproduce nel suo piccolo un esempio di ciò che avviene in molte città italiane. Anche qui sono sorte diverse realtà che operano per far fronte a questo problema. Attraverso l'analisi di queste esperienze e le interviste ai soggetti protagonisti si cercherà di capire quale tipo di interazione lega i cittadini e queste realtà e quali rapporti vi sono tra queste due e le istituzioni pubbliche . Quali sono le motivazioni che spingono a rivolgersi a questi soggetti? Quali sono le aspettative dei cittadini? Essi considerano il movimento uno strumento di pressione pubblica o invece una soluzione immediata e diretta al disagio abitativo? Vi è un rapporto tra il movimento e le istituzioni preposte a garantire questo diritto? Che cosa si richiede dalla partecipazione di chi occupa o resiste ad uno sfratto? Vi e' un rapporto tra movimento ed istituzioni e di che tipo sono? In un periodo di crisi del welfare state il movimento è visto come una forma di assistenzialismo e di pura erogazione di servizi oppure più come una forma di mutualismo caratterizzato da uno scambio reciproco?
Il movimento per il diritto alla casa. Analisi dei rapporti e delle interazioni con la cittadinanza e le istituzioni a Torino.
RINOLFI, ANTON FRANKOVITCH
2015/2016
Abstract
Nel contesto della crisi economica globale l' Italia , come altri paesi ,ha dovuto far fronte all' impoverimento della popolazione. Questo ha provocato delle conseguenze su diversi aspetti della vita sociale , uno dei quali è la crescente difficoltà per i cittadini ad ottenere o mantenere un alloggio. Le politiche di austerità delle istituzioni non sembrano in grado di far fronte efficacemente al problema. Il dato più indicativo di questo problema è sicuramente l' aumento delle ordinanze di sfratto. Parallelamente sempre più cittadini decidono di rivolgersi a percorsi non istituzionali che operano nei singoli territori . Questi percorsi eterogenei hanno cercato nel tempo di darsi un identità comune e di trovare percorsi di lotta condivisibili a livello nazionale, dando vita ad un Movimento per il diritto all' abitare che opera nelle diverse realtà cittadine con gli sportelli antisfratto. Torino riproduce nel suo piccolo un esempio di ciò che avviene in molte città italiane. Anche qui sono sorte diverse realtà che operano per far fronte a questo problema. Attraverso l'analisi di queste esperienze e le interviste ai soggetti protagonisti si cercherà di capire quale tipo di interazione lega i cittadini e queste realtà e quali rapporti vi sono tra queste due e le istituzioni pubbliche . Quali sono le motivazioni che spingono a rivolgersi a questi soggetti? Quali sono le aspettative dei cittadini? Essi considerano il movimento uno strumento di pressione pubblica o invece una soluzione immediata e diretta al disagio abitativo? Vi è un rapporto tra il movimento e le istituzioni preposte a garantire questo diritto? Che cosa si richiede dalla partecipazione di chi occupa o resiste ad uno sfratto? Vi e' un rapporto tra movimento ed istituzioni e di che tipo sono? In un periodo di crisi del welfare state il movimento è visto come una forma di assistenzialismo e di pura erogazione di servizi oppure più come una forma di mutualismo caratterizzato da uno scambio reciproco?I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/119322