Wikipedia, l'enciclopedia globale del World Wide Web, recita così: <<< L'espressione colletti bianchi denota quei lavoratori che svolgono le mansioni meno fisiche, ma spesso più remunerate rispetto ai colletti blu, il cui lavoro è tipicamente manuale. Per questo motivo le camicie bianche si sporcano più facilmente e quindi marcano i lavoratori che non ¿si sporcano le mani¿1>>> . Questa definizione nella sua semplicità si porta dietro tutto ciò che implicitamente la contorna: cultura, classe, prestigio, pregiudizio, stereotipo e devianza. Ed è proprio quest'ultimo termine, devianza appunto, che, se fatto coincidere con l'espressione ¿colletti bianchi¿, spacca l'opinione pubblica: è una commistione terminologica che certamente spaventa, ma, in fondo, probabilmente, come il frutto proibito, attrae anche in funzione delle dinamiche concettuali che la contraddistinguono. Da qui la voglia di analizzare e approfondire la cosiddetta devianza dei colletti bianchi (o, per dirla alla Sutherland, il ¿crimine dei colletti bianchi¿) con l'aiuto della sociologia della conoscenza. Il concetto di ¿personalità¿, la simbolizzazione secondo Searle e i ¿vocabolari di motivi¿ millsiani saranno alcuni degli elementi che serviranno da ausilio per l'analisi dei processi devianti, nonché come altra chiave di lettura degli stessi. Il tutto, però, senza la pretesa epistemica di ¿verità¿. Del resto, come sosteneva Weber, ci si sta occupando di una scienza non di leggi ma di realtà.
I crimini dei colletti bianchi: una ricerca bibliografica
VALZANO, MARCO LUIGI
2015/2016
Abstract
Wikipedia, l'enciclopedia globale del World Wide Web, recita così: <<< L'espressione colletti bianchi denota quei lavoratori che svolgono le mansioni meno fisiche, ma spesso più remunerate rispetto ai colletti blu, il cui lavoro è tipicamente manuale. Per questo motivo le camicie bianche si sporcano più facilmente e quindi marcano i lavoratori che non ¿si sporcano le mani¿1>>> . Questa definizione nella sua semplicità si porta dietro tutto ciò che implicitamente la contorna: cultura, classe, prestigio, pregiudizio, stereotipo e devianza. Ed è proprio quest'ultimo termine, devianza appunto, che, se fatto coincidere con l'espressione ¿colletti bianchi¿, spacca l'opinione pubblica: è una commistione terminologica che certamente spaventa, ma, in fondo, probabilmente, come il frutto proibito, attrae anche in funzione delle dinamiche concettuali che la contraddistinguono. Da qui la voglia di analizzare e approfondire la cosiddetta devianza dei colletti bianchi (o, per dirla alla Sutherland, il ¿crimine dei colletti bianchi¿) con l'aiuto della sociologia della conoscenza. Il concetto di ¿personalità¿, la simbolizzazione secondo Searle e i ¿vocabolari di motivi¿ millsiani saranno alcuni degli elementi che serviranno da ausilio per l'analisi dei processi devianti, nonché come altra chiave di lettura degli stessi. Il tutto, però, senza la pretesa epistemica di ¿verità¿. Del resto, come sosteneva Weber, ci si sta occupando di una scienza non di leggi ma di realtà.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/119167