ABSTRACT INTRODUZIONE: l'invecchiamento della popolazione, dovuto ad una minore natalità e ad un aumento dell'aspettativa di vita, è un fenomeno che caratterizza quasi tutti i Paesi industrializzati ed in particolare l'Italia. L'aumento della vita media ha consentito ad una parte di individui di raggiungere l'età avanzata in buone condizioni di salute ma ha determinato anche una crescita del numero di anziani affetti da co-patologie e disabilità. Tale fenomeno ha indotto a ripensare le strategie sanitarie soprattutto in merito alla gestione della cronicità e alla prevenzione della disabilità. La cura del paziente fragile, in cui coesistono problematiche somatiche, funzionali e socio-ambientali, necessita di un approccio multidimensionale. Garantire inoltre la continuità assistenziale e una corretta transizione tra ospedale e territorio è un'esigenza imprescindibile per pazienti affetti da patologie croniche il cui bisogno di cura non si esaurisce in un unico setting assistenziale. OBIETTIVO: la finalità del lavoro è la caratterizzazione del paziente anziano fragile ed i suoi percorsi di cura, in particolare la transizione tra ospedale e territorio. Altro obiettivo è la valutazione dell'attività dell'Unità di Cure Intermedie dell'ASO S. Croce e Carle di Cuneo avviata nell'aprile del 2009. MATERIALI E METODI: l'approfondimento dell'argomento ha richiesto una revisione approfondita della letteratura; per il lavoro di ricerca è stato svolto uno studio retrospettivo inerente 100 pazienti ricoverati consecutivamente dal 13 Ottobre 2011 al 23 Marzo 2012 presso i dieci letti dell'Unità di Cure Intermedie dell'ASO S. Croce e Carle di Cuneo. RISULTATI: dallo studio si evince che tra i pazienti ricoverati presso l'Unità di Cure Intermedie dell'ASO S. Croce e Carle di Cuneo vi sia una lieve predominanza di donne e che l'età media sia avanzata (80.5 anni). Ciò riflette come la fragilità sia appannaggio maggiore dell'anziano. Il 50% del campione proviene dall'Unità di Medicina Geriatrica e la durata del ricovero media è di 13 giorni circa. Gli esami strumentali richiesti così come le consulenze risultano molto contenute, riflettendo la tipologia del paziente che dovrebbero necessitare di esami strumentali in maniera oculata per controlli programmati o in caso di variazione dello stato clinico. I pazienti considerati dallo studio rientravano, alla dimissione, al domicilio nel 55% dei casi, il 4% veniva istituzionalizzato ed il 2% decedeva. CONCLUSIONE: le Cure Intermedie svolgono un importante compito nella continuità di cura del paziente fragile. Esse accolgono pazienti provenienti dai reparti per acuti che, pur avendo completato l'iter diagnostico, non possono essere dimessi a domicilio avendo ancora bisogno di ulteriore stabilizzazione clinica, recupero anatomo-funzionale o consolidamento o aggiustamento della terapia. Il personale delle Cure Intermedie (medici, infermieri, OSS, fisioterapisti) deve operare con alto intento riabilitativo per il recupero di autonomie funzionali possibili e la riduzione delle disabilità in eccesso. Deve esservi comunicazione bidirezionale con il MMG così come con i Servizi Sociali per garantire adeguata continuazione assistenziale a persone che, per lo più affette da patologie croniche, non esauriscono il loro bisogno di cura in ambito ospedaliero.
Il paziente geriatrico ed i luoghi delle cure: l'esperienza delle Cure Intermedie dell'Ospedale di Cuneo.
JANSSEN LOK, HAITSKE
2011/2012
Abstract
ABSTRACT INTRODUZIONE: l'invecchiamento della popolazione, dovuto ad una minore natalità e ad un aumento dell'aspettativa di vita, è un fenomeno che caratterizza quasi tutti i Paesi industrializzati ed in particolare l'Italia. L'aumento della vita media ha consentito ad una parte di individui di raggiungere l'età avanzata in buone condizioni di salute ma ha determinato anche una crescita del numero di anziani affetti da co-patologie e disabilità. Tale fenomeno ha indotto a ripensare le strategie sanitarie soprattutto in merito alla gestione della cronicità e alla prevenzione della disabilità. La cura del paziente fragile, in cui coesistono problematiche somatiche, funzionali e socio-ambientali, necessita di un approccio multidimensionale. Garantire inoltre la continuità assistenziale e una corretta transizione tra ospedale e territorio è un'esigenza imprescindibile per pazienti affetti da patologie croniche il cui bisogno di cura non si esaurisce in un unico setting assistenziale. OBIETTIVO: la finalità del lavoro è la caratterizzazione del paziente anziano fragile ed i suoi percorsi di cura, in particolare la transizione tra ospedale e territorio. Altro obiettivo è la valutazione dell'attività dell'Unità di Cure Intermedie dell'ASO S. Croce e Carle di Cuneo avviata nell'aprile del 2009. MATERIALI E METODI: l'approfondimento dell'argomento ha richiesto una revisione approfondita della letteratura; per il lavoro di ricerca è stato svolto uno studio retrospettivo inerente 100 pazienti ricoverati consecutivamente dal 13 Ottobre 2011 al 23 Marzo 2012 presso i dieci letti dell'Unità di Cure Intermedie dell'ASO S. Croce e Carle di Cuneo. RISULTATI: dallo studio si evince che tra i pazienti ricoverati presso l'Unità di Cure Intermedie dell'ASO S. Croce e Carle di Cuneo vi sia una lieve predominanza di donne e che l'età media sia avanzata (80.5 anni). Ciò riflette come la fragilità sia appannaggio maggiore dell'anziano. Il 50% del campione proviene dall'Unità di Medicina Geriatrica e la durata del ricovero media è di 13 giorni circa. Gli esami strumentali richiesti così come le consulenze risultano molto contenute, riflettendo la tipologia del paziente che dovrebbero necessitare di esami strumentali in maniera oculata per controlli programmati o in caso di variazione dello stato clinico. I pazienti considerati dallo studio rientravano, alla dimissione, al domicilio nel 55% dei casi, il 4% veniva istituzionalizzato ed il 2% decedeva. CONCLUSIONE: le Cure Intermedie svolgono un importante compito nella continuità di cura del paziente fragile. Esse accolgono pazienti provenienti dai reparti per acuti che, pur avendo completato l'iter diagnostico, non possono essere dimessi a domicilio avendo ancora bisogno di ulteriore stabilizzazione clinica, recupero anatomo-funzionale o consolidamento o aggiustamento della terapia. Il personale delle Cure Intermedie (medici, infermieri, OSS, fisioterapisti) deve operare con alto intento riabilitativo per il recupero di autonomie funzionali possibili e la riduzione delle disabilità in eccesso. Deve esservi comunicazione bidirezionale con il MMG così come con i Servizi Sociali per garantire adeguata continuazione assistenziale a persone che, per lo più affette da patologie croniche, non esauriscono il loro bisogno di cura in ambito ospedaliero.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/119048