The object of study is: the truffle in Piedmont, the symbiosis between Tuber and host plant and the role of bacteria involved in the mycorrhization. My choice in this topic is justified by the fact that I built an experimental truffle-bed in the Asti's province, then by my further curiosity the study of these "mysterious and precious mushrooms" which grow only under certain climatic conditions. After years of bio-chemical, microbiological and molecular-genetic studies, it has been possible to identify - by molecular markers - the species of greatest economic and biological interest. Only recently have been filled many gaps on how will establish the truffle mycorrhiza for each host plant and the possible role of bacteria inside. The major bacterial species involved in the formation of mycorrhiza are Pseudomonas and Bacillaceae. Another important aspect of these researches are the protection on typical local production in several Italian regions and the preservation of such products from commercial fraud, caused in particular by the import of foreign product of poor quality. The aim of the thesis is to provide an accurate analysis on scientific research done since now on truffles, focusing also on the issues related to ecosystem quality and how this can seriously altering the biological cycles of mycorrhizae in general , such as, for example, delays in the ripening of the fruit bodies or the germination period of the spores of the fungus. One of the most important goals, that has convinced me on this subject, was the appreciation of the function of the woods and their close relationship with the bacteria and formation of truffle mycorrhizae. The natural habitat that creates the wood is suitable for the proliferation of truffles together with their specific bacteria that help Tuber in symbiosis with the roots of host plants; the most common symbiotic plants, found in the woods, are lime, oak, poplar, downy, English oak. Another search method, that is having more attention, is the use of these rhizosphere bacteria to stimulate mycorrhization; it is a process still in its infancy, although there are already encouraging results and repeatedly used by various truffle growers, both in Italy and France. Seen that the presence of these bacteria in the soil would stimulate the formation of the symbiosis between the hyphae of the roots with those of the fungus, one could hypothesize the production of formulated bacterial rhizosphere, to the base of Pseudomonas and Bacillaceae, to distribute in the field during training phases and spore germination. A witness made by French researcher Murat (January 2015) explains the continued progress in the methods of assessment of the quality of mycorrhiza, in Europe, and how changes in the environment are affecting the natural habitat of truffles focusing further on the future of research finalized at increased production. PAROLE CHIAVI: truffle Tuber bacteria mycorrhization truffle-bed molecular markers Pseudomonas Bacillaceae spores fungus
Questa tesi ha come oggetto di studio: il tartufo in Piemonte, come avviene la simbiosi tra Tuber e pianta-ospite ed il ruolo dei batteri che partecipano alla micorrizazione. La mia scelta riguardo a questo argomento è giustificata dal fatto di aver realizzato una tartufaia sperimentale in provincia di Asti, quindi dalla mia curiosità di approfondire gli studi su questi ¿misteriosi e preziosi funghi¿ che crescono solo in presenza di determinate condizioni pedo-climatiche. Dopo anni di studi di tipo bio-chimico, microbiologico e genetico-molecolare, si è riusciti ad identificare - mediante marcatori molecolari - le specie di maggior interesse economico e biologico. Solo recentemente si sono colmate molte lacune su come si instauri la micorriza del tartufo per ciascuna pianta-ospite e il ruolo dei batteri all'interno. Le principali specie batteriche coinvolte nella formazione della micorriza sono Pseudomonas e Bacillaceae. Uno degli scopi più rilevanti di queste ricerche, svolte sui Tuber, è la tutela sulla tipicità delle produzioni locali nelle diverse regioni italiane e la salvaguardia di tali prodotti dalle frodi commerciali causate, in particolare, da una crescente importazione estera di scarsa qualità. L'obiettivo della tesi è di fornire un'analisi accurata sulle ricerche scientifiche fatte sino ad oggi sul tartufo, soffermandosi anche sulle problematiche relative alle caratteristiche dell'ecosistema e come ciò possa alterare i cicli biologici delle micorrize in generale, come, ad esempio, ritardare la maturazione dei corpi fruttiferi o il periodo di germinazione delle spore dei funghi. Un altro aspetto importante legato all'ecosistema del tartufo, che mi ha molto persuasa, è stata la rivalutazione della funzione dei boschi ed il loro stretto rapporto con la formazione della micorriza del tartufo. L'habitat naturale che crea il bosco è adatto alla proliferazione dei tartufi insieme ai loro specifici batteri che aiutano i Tuber nella simbiosi con le radici delle piante ospiti; le piante simbionti più comuni, presenti nei boschi, sono il tiglio, la quercia, il pioppo, la roverella e la farnia. Un'altro metodo di ricerca, che sta avendo sempre più attenzione, è l'uso di questi batteri rizosferici per stimolare la micorrizazione; è un processo ancora agli albori, anche se ci sono già risultati incoraggianti e ripetutamente utilizzati da vari tartuficoltori, sia in Italia che in Francia. Visto che la presenza di questi batteri nel suolo stimolerebbe la formazione della simbiosi tra le ife delle radici con quelle del fungo, si potrebbe ipotizzare la produzione di formulati rizosferici batterici, a base di Pseudomonas e Bacillaceae, da distribuire in campo durante le fasi di formazione e germinazione delle spore. Una testimonianza fatta dal ricercatore francese Murat (Gennaio 2015) spiega il continuo progresso nei metodi di valutazione della qualità della micorriza, in Europa, e quanto i cambiamenti dell'ambiente stiano influenzando l'habitat naturale del tartufo soffermandosi ulteriormente sul futuro della ricerca finalizzata all'aumento della produzione.
Micorrizazione del tartufo in Piemonte e ruolo dei batteri nella micorriza
RINAUDO, GIOVANNA
2015/2016
Abstract
Questa tesi ha come oggetto di studio: il tartufo in Piemonte, come avviene la simbiosi tra Tuber e pianta-ospite ed il ruolo dei batteri che partecipano alla micorrizazione. La mia scelta riguardo a questo argomento è giustificata dal fatto di aver realizzato una tartufaia sperimentale in provincia di Asti, quindi dalla mia curiosità di approfondire gli studi su questi ¿misteriosi e preziosi funghi¿ che crescono solo in presenza di determinate condizioni pedo-climatiche. Dopo anni di studi di tipo bio-chimico, microbiologico e genetico-molecolare, si è riusciti ad identificare - mediante marcatori molecolari - le specie di maggior interesse economico e biologico. Solo recentemente si sono colmate molte lacune su come si instauri la micorriza del tartufo per ciascuna pianta-ospite e il ruolo dei batteri all'interno. Le principali specie batteriche coinvolte nella formazione della micorriza sono Pseudomonas e Bacillaceae. Uno degli scopi più rilevanti di queste ricerche, svolte sui Tuber, è la tutela sulla tipicità delle produzioni locali nelle diverse regioni italiane e la salvaguardia di tali prodotti dalle frodi commerciali causate, in particolare, da una crescente importazione estera di scarsa qualità. L'obiettivo della tesi è di fornire un'analisi accurata sulle ricerche scientifiche fatte sino ad oggi sul tartufo, soffermandosi anche sulle problematiche relative alle caratteristiche dell'ecosistema e come ciò possa alterare i cicli biologici delle micorrize in generale, come, ad esempio, ritardare la maturazione dei corpi fruttiferi o il periodo di germinazione delle spore dei funghi. Un altro aspetto importante legato all'ecosistema del tartufo, che mi ha molto persuasa, è stata la rivalutazione della funzione dei boschi ed il loro stretto rapporto con la formazione della micorriza del tartufo. L'habitat naturale che crea il bosco è adatto alla proliferazione dei tartufi insieme ai loro specifici batteri che aiutano i Tuber nella simbiosi con le radici delle piante ospiti; le piante simbionti più comuni, presenti nei boschi, sono il tiglio, la quercia, il pioppo, la roverella e la farnia. Un'altro metodo di ricerca, che sta avendo sempre più attenzione, è l'uso di questi batteri rizosferici per stimolare la micorrizazione; è un processo ancora agli albori, anche se ci sono già risultati incoraggianti e ripetutamente utilizzati da vari tartuficoltori, sia in Italia che in Francia. Visto che la presenza di questi batteri nel suolo stimolerebbe la formazione della simbiosi tra le ife delle radici con quelle del fungo, si potrebbe ipotizzare la produzione di formulati rizosferici batterici, a base di Pseudomonas e Bacillaceae, da distribuire in campo durante le fasi di formazione e germinazione delle spore. Una testimonianza fatta dal ricercatore francese Murat (Gennaio 2015) spiega il continuo progresso nei metodi di valutazione della qualità della micorriza, in Europa, e quanto i cambiamenti dell'ambiente stiano influenzando l'habitat naturale del tartufo soffermandosi ulteriormente sul futuro della ricerca finalizzata all'aumento della produzione.File | Dimensione | Formato | |
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