Sul territorio alpino ed in particolare in territori come la Valsesia, l'allevamento caprino ha sempre rappresentato una pratica di particolare significato anche per le consolidate tradizioni locali. Gli allevamenti con caprini se correttamente gestiti consentono una serie di servizi non sono solo produttivi ma a vantaggio dell'ambiente. A partire dagli anni '40 del secolo scorso l'andamento della popolazione caprina sul territorio montano è stato in costante crescita fino agli anni '90 per poi diminuire. Negli ultimi tempi si sta assistendo ad una rivalutazione di questa attività grazie anche alla particolare adattabilità della specie ad ambienti sempre più svantaggiati come quelli di aree di pendice. Pratiche come quelle della transumanza con greggi misti, a prevalenza di ovini anche in questa valle, negli ultimi tempi hanno perso rilevanza mentre assumerebbero un ruolo importante per le opportunità di sfruttamento di aree a pascolo, con vantaggi per l'ambiente naturale e in particolare per la vegetazione. Le capre, attraverso la loro attività di pascolatrici contribuiscono al mantenimento della biodiversità di aree prative ma anche di pascolo arborato. Tra le nuove avversità si sta assistendo in prossimità della valle al ritorno dei predatori: ciò comporterà sostanziali limiti allo sviluppo anche di un'allevamento stanziale con caprini. Alcuni esempi particolarmente emblematici come l'azienda agrituristica e agrididattica con capre da latte di Mollia, "Fattoria Le Beline", mettono in luce la variegata possibilità dell'allevamento di questa specie in un territorio, quello della Valsesia noto storicamente per la ricchezza di prodotti ma in questo caso mettendone in risalto le benefiche ricadute in termini di agricoltura sociale.

Allevamento caprino in Valsesia: realtà e prospettive

SISTI, SARA
2015/2016

Abstract

Sul territorio alpino ed in particolare in territori come la Valsesia, l'allevamento caprino ha sempre rappresentato una pratica di particolare significato anche per le consolidate tradizioni locali. Gli allevamenti con caprini se correttamente gestiti consentono una serie di servizi non sono solo produttivi ma a vantaggio dell'ambiente. A partire dagli anni '40 del secolo scorso l'andamento della popolazione caprina sul territorio montano è stato in costante crescita fino agli anni '90 per poi diminuire. Negli ultimi tempi si sta assistendo ad una rivalutazione di questa attività grazie anche alla particolare adattabilità della specie ad ambienti sempre più svantaggiati come quelli di aree di pendice. Pratiche come quelle della transumanza con greggi misti, a prevalenza di ovini anche in questa valle, negli ultimi tempi hanno perso rilevanza mentre assumerebbero un ruolo importante per le opportunità di sfruttamento di aree a pascolo, con vantaggi per l'ambiente naturale e in particolare per la vegetazione. Le capre, attraverso la loro attività di pascolatrici contribuiscono al mantenimento della biodiversità di aree prative ma anche di pascolo arborato. Tra le nuove avversità si sta assistendo in prossimità della valle al ritorno dei predatori: ciò comporterà sostanziali limiti allo sviluppo anche di un'allevamento stanziale con caprini. Alcuni esempi particolarmente emblematici come l'azienda agrituristica e agrididattica con capre da latte di Mollia, "Fattoria Le Beline", mettono in luce la variegata possibilità dell'allevamento di questa specie in un territorio, quello della Valsesia noto storicamente per la ricchezza di prodotti ma in questo caso mettendone in risalto le benefiche ricadute in termini di agricoltura sociale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/118942