In beef cattle nutrition, protein is particularly important for the myogenesis processes that characterize the growing phase of the animals. In this phase, in fact, animals have a protein need which is proportionally higher than that of an adult animal. For this reason, in beef cattle breeding, animals are subdivided into homogeneous groups for age and weight, and each group is fed a ration whose protein content is variable according to the needs for maintenance and growth, and the total amount is optimized in order to guarantee the maximum daily weight gain and minimum waste of fecal nitrogen. Therefore it is highly recommended, even in the face of high costs of supply, to maintain adequate or high levels of protein in the diet of growing beef cattle. Recommended strategies to reduce the feeding costs are represented by both the use of alternative protein sources to those commonly used, and on the optimization of the synthesis of microbial protein at rumen level. In assessing alternative protein sources it is important to consider the cost, the percentage and the quality of the protein. In this thesis the nutritional characteristics of some important and widespread protein sources used in beef cattle nutrition as partial or total substitute to soybean meal are presented, such as sunflower, canola, pea and field bean. The results of 3 experiments are reported: one on Limousine bulls, one on Holstein and one on Podolica, respectively fed with whole soybean with low content of anti-nutritional factors, sunflower meal and field bean in substitution to soybean meal. The results showed that soybean meal, despite being the source of protein still more used, is often subject to fluctuations in the market which might, in some circumstances, put at risk the viability of some types of livestock farms. Alternatives are represented by sunflower, that does not change the performances of animals and meat characteristics, apart from color (which resulted slightly more pale). Peas bring energy to the diet, too, but are scarcely available; field bean resulted particularly interesting for the organic farms which do not use GM soybean. Even the whole soybean with low anti-nutritional factors represents a good alternative, being mostly self produced by farmers at low cost; it allows a greater autonomy of the livestock with respect to the market, and let beef cattle to achieve excellent productive performances, similar to those obtained with the soybean meal with some exceptions for the color of the meat, which in this trial showed a different index of yellow and red.

Nei bovini da carne l'alimentazione proteica è particolarmente importante perché da essa deriva l'efficacia dei processi di miogenesi che caratterizzano la fase di accrescimento degli animali; un animale in fase di crescita, infatti, ha un fabbisogno proteico proporzionalmente più elevato rispetto a quello di un animale adulto. Per questo motivo, nell'allevamento dei bovini da carne, gli animali sono suddivisi in gruppi omogenei per età e peso, e a ciascun gruppo viene somministrata una razione il cui contenuto proteico, variabile in funzione dei fabbisogni di mantenimento e di accrescimento, è ottimizzato al fine di garantire il massimo incremento ponderale giornaliero e il minimo spreco di azoto fecale. Emerge pertanto come non sia consigliabile, anche a fronte di elevati costi di approvvigionamento, diminuire eccessivamente il tenore proteico della dieta. Anziché una riduzione, strategie consigliabili ed efficaci sono rappresentate sia dall'utilizzo di fonti proteiche alternative a quelle maggiormente impiegate, sia dall'ottimizzazione della sintesi di proteina microbica a livello ruminale. Nel valutare fonti proteiche alternative è importante considerare il costo, il tenore percentuale e la qualità della proteina apportata. In questa tesi vengono riportate le caratteristiche nutritive di alcune tra le principali fonti proteiche utilizzabili nell'allevamento del bovino da carne oltre alla soia, e cioè girasole, colza, pisello proteico e favino. Vengono riportate inoltre 3 prove di razionamento su vitelloni di razza Limousine, Frisona e Podolica, rispettivamente con soia integrale a basso contenuto di fattori antinutrizionali, panello di girasole e favino in sostituzione alla farina di estrazione di soia. I risultati evidenziano che la farina di estrazione di soia, pur essendo la fonte proteica tuttora più utilizzata, è spesso soggetta a fluttuazioni di mercato che potrebbero, in alcune circostanze, mettere a rischio la redditività di alcune tipologie di aziende zootecniche. Alternative sono rappresentate dal panello di girasole, che non modifica le performances di allevamento e di macellazione salvo un colore della carne più chiaro, il pisello proteico che apporta anche energia, ma risulta poco reperibile e il favino interessante per gli allevamenti biologici che non accettano OGM. Anche la soia integrale cruda a basso contenuto di fattori antinutrizionali rappresenta un'alternativa, in quanto, grazie all'autoproduzione e ai minori oneri di trasformazione, consente una maggiore autonomia dell'azienda rispetto al mercato, consentendo ai bovini all'ingrasso di raggiungere ottime prestazioni produttive simili a quelle ottenute con farina di estrazione di soia, tranne che per il colore della carne che risulta differente con un indice del giallo e del rosso più basso.

FONTI PROTEICHE NELLA DIETA DEL BOVINO DA CARNE

BOSCO, VITTORIO
2015/2016

Abstract

Nei bovini da carne l'alimentazione proteica è particolarmente importante perché da essa deriva l'efficacia dei processi di miogenesi che caratterizzano la fase di accrescimento degli animali; un animale in fase di crescita, infatti, ha un fabbisogno proteico proporzionalmente più elevato rispetto a quello di un animale adulto. Per questo motivo, nell'allevamento dei bovini da carne, gli animali sono suddivisi in gruppi omogenei per età e peso, e a ciascun gruppo viene somministrata una razione il cui contenuto proteico, variabile in funzione dei fabbisogni di mantenimento e di accrescimento, è ottimizzato al fine di garantire il massimo incremento ponderale giornaliero e il minimo spreco di azoto fecale. Emerge pertanto come non sia consigliabile, anche a fronte di elevati costi di approvvigionamento, diminuire eccessivamente il tenore proteico della dieta. Anziché una riduzione, strategie consigliabili ed efficaci sono rappresentate sia dall'utilizzo di fonti proteiche alternative a quelle maggiormente impiegate, sia dall'ottimizzazione della sintesi di proteina microbica a livello ruminale. Nel valutare fonti proteiche alternative è importante considerare il costo, il tenore percentuale e la qualità della proteina apportata. In questa tesi vengono riportate le caratteristiche nutritive di alcune tra le principali fonti proteiche utilizzabili nell'allevamento del bovino da carne oltre alla soia, e cioè girasole, colza, pisello proteico e favino. Vengono riportate inoltre 3 prove di razionamento su vitelloni di razza Limousine, Frisona e Podolica, rispettivamente con soia integrale a basso contenuto di fattori antinutrizionali, panello di girasole e favino in sostituzione alla farina di estrazione di soia. I risultati evidenziano che la farina di estrazione di soia, pur essendo la fonte proteica tuttora più utilizzata, è spesso soggetta a fluttuazioni di mercato che potrebbero, in alcune circostanze, mettere a rischio la redditività di alcune tipologie di aziende zootecniche. Alternative sono rappresentate dal panello di girasole, che non modifica le performances di allevamento e di macellazione salvo un colore della carne più chiaro, il pisello proteico che apporta anche energia, ma risulta poco reperibile e il favino interessante per gli allevamenti biologici che non accettano OGM. Anche la soia integrale cruda a basso contenuto di fattori antinutrizionali rappresenta un'alternativa, in quanto, grazie all'autoproduzione e ai minori oneri di trasformazione, consente una maggiore autonomia dell'azienda rispetto al mercato, consentendo ai bovini all'ingrasso di raggiungere ottime prestazioni produttive simili a quelle ottenute con farina di estrazione di soia, tranne che per il colore della carne che risulta differente con un indice del giallo e del rosso più basso.
ITA
In beef cattle nutrition, protein is particularly important for the myogenesis processes that characterize the growing phase of the animals. In this phase, in fact, animals have a protein need which is proportionally higher than that of an adult animal. For this reason, in beef cattle breeding, animals are subdivided into homogeneous groups for age and weight, and each group is fed a ration whose protein content is variable according to the needs for maintenance and growth, and the total amount is optimized in order to guarantee the maximum daily weight gain and minimum waste of fecal nitrogen. Therefore it is highly recommended, even in the face of high costs of supply, to maintain adequate or high levels of protein in the diet of growing beef cattle. Recommended strategies to reduce the feeding costs are represented by both the use of alternative protein sources to those commonly used, and on the optimization of the synthesis of microbial protein at rumen level. In assessing alternative protein sources it is important to consider the cost, the percentage and the quality of the protein. In this thesis the nutritional characteristics of some important and widespread protein sources used in beef cattle nutrition as partial or total substitute to soybean meal are presented, such as sunflower, canola, pea and field bean. The results of 3 experiments are reported: one on Limousine bulls, one on Holstein and one on Podolica, respectively fed with whole soybean with low content of anti-nutritional factors, sunflower meal and field bean in substitution to soybean meal. The results showed that soybean meal, despite being the source of protein still more used, is often subject to fluctuations in the market which might, in some circumstances, put at risk the viability of some types of livestock farms. Alternatives are represented by sunflower, that does not change the performances of animals and meat characteristics, apart from color (which resulted slightly more pale). Peas bring energy to the diet, too, but are scarcely available; field bean resulted particularly interesting for the organic farms which do not use GM soybean. Even the whole soybean with low anti-nutritional factors represents a good alternative, being mostly self produced by farmers at low cost; it allows a greater autonomy of the livestock with respect to the market, and let beef cattle to achieve excellent productive performances, similar to those obtained with the soybean meal with some exceptions for the color of the meat, which in this trial showed a different index of yellow and red.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/118925