Durante le cospicue nevicate nelle Alpi europee è possibile osservare degli strati superficiali di colore bruno-rossastro. Il motivo di tale colorazione è la presenza di polveri provenienti dal deserto del Sahara, le quali in particolari condizioni meteorologiche sono trasportate per migliaia di km, dalle regioni sahariane stesse sino alla catena montuosa alpina, dove si depositano insieme alle precipitazioni. La mobilitazione del dust sahariano avviene attraverso l'azione del vento. Tali eventi sono stati e sono tuttora un tema attuale della ricerca in quanto risultano avere delle ripercussioni sulle caratteristiche chimico-fisiche del manto nevoso. Dai numerosi studi effettuati in materia e grazie alle innovative tecniche satellitari si è stabilito che le principali fonti di dust sahariano sono le regioni dell'Africa settentrionale. La condizione barica più frequente vede l'instaurarsi di un'area depressionaria sulla Regione Iberica in grado di penetrare nelle regioni nordafricane per poi condurre le sabbie sollevate sino al Nord-Europa. Tali condizioni e di conseguenza gli eventi di deposizioni sahariane più frequenti avvengono nei mesi primaverili e autunnali. La quantità di polvere depositata annualmente nei vari siti alpini oggetto di studio è variabile in base alla distanza del sito stesso rispetto alla zona di origine del dust. Dalle analisi chimico-fisiche condotte su varie località europee interessate da deposizioni di provenienza sahariana, si è osservata la presenza di particelle con dimensioni medie di 8 μm. In molti casi è inoltre presente una cospicua % di frazione argillosa, di dimensioni inferiori ai 2 μm. Per quanto riguarda la composizione mineralogica del dust sahariano si osserva la presenza di silice ed ossidi di alluminio, ferro, magnesio e calcio. La deposizione stagionale di polveri provenienti dal Sahara, oltre ad essere una fonte di particelle minerali, risulta ricca di risorse nutritive, che concorrono anche alla neutralizzazione del manto nevoso. I manti nevosi costituiti da ¿neve pura¿ presentano un albedo (cioè un potere riflettente) elevato, con valori prossimi all' 1. La presenza di particolato di origine sahariana è in grado di ridurre il potere riflettente. In questo modo il manto nevoso è in grado di assorbire maggiori quantità di luce e di conseguenza la fusione dello stesso sarà accentuata. Inoltre, lo studio dei pofili di ghiaccio, resi possibili da strumenti di indagine come i carotaggi, consentono un'analisi dei profili nivometrici ed una ricostruzione paleoclimatica degli eventi di deposizioni sahariane, da cui deriva l'importante ruolo di ¿archivio storico-naturale¿ dei ghiacciai.

Episodi di dust sahariano nelle Alpi europee: effetti sulle caratteristiche chimiche e fisiche del manto nevoso

VACCA, YLENIA
2015/2016

Abstract

Durante le cospicue nevicate nelle Alpi europee è possibile osservare degli strati superficiali di colore bruno-rossastro. Il motivo di tale colorazione è la presenza di polveri provenienti dal deserto del Sahara, le quali in particolari condizioni meteorologiche sono trasportate per migliaia di km, dalle regioni sahariane stesse sino alla catena montuosa alpina, dove si depositano insieme alle precipitazioni. La mobilitazione del dust sahariano avviene attraverso l'azione del vento. Tali eventi sono stati e sono tuttora un tema attuale della ricerca in quanto risultano avere delle ripercussioni sulle caratteristiche chimico-fisiche del manto nevoso. Dai numerosi studi effettuati in materia e grazie alle innovative tecniche satellitari si è stabilito che le principali fonti di dust sahariano sono le regioni dell'Africa settentrionale. La condizione barica più frequente vede l'instaurarsi di un'area depressionaria sulla Regione Iberica in grado di penetrare nelle regioni nordafricane per poi condurre le sabbie sollevate sino al Nord-Europa. Tali condizioni e di conseguenza gli eventi di deposizioni sahariane più frequenti avvengono nei mesi primaverili e autunnali. La quantità di polvere depositata annualmente nei vari siti alpini oggetto di studio è variabile in base alla distanza del sito stesso rispetto alla zona di origine del dust. Dalle analisi chimico-fisiche condotte su varie località europee interessate da deposizioni di provenienza sahariana, si è osservata la presenza di particelle con dimensioni medie di 8 μm. In molti casi è inoltre presente una cospicua % di frazione argillosa, di dimensioni inferiori ai 2 μm. Per quanto riguarda la composizione mineralogica del dust sahariano si osserva la presenza di silice ed ossidi di alluminio, ferro, magnesio e calcio. La deposizione stagionale di polveri provenienti dal Sahara, oltre ad essere una fonte di particelle minerali, risulta ricca di risorse nutritive, che concorrono anche alla neutralizzazione del manto nevoso. I manti nevosi costituiti da ¿neve pura¿ presentano un albedo (cioè un potere riflettente) elevato, con valori prossimi all' 1. La presenza di particolato di origine sahariana è in grado di ridurre il potere riflettente. In questo modo il manto nevoso è in grado di assorbire maggiori quantità di luce e di conseguenza la fusione dello stesso sarà accentuata. Inoltre, lo studio dei pofili di ghiaccio, resi possibili da strumenti di indagine come i carotaggi, consentono un'analisi dei profili nivometrici ed una ricostruzione paleoclimatica degli eventi di deposizioni sahariane, da cui deriva l'importante ruolo di ¿archivio storico-naturale¿ dei ghiacciai.
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