Il nocciolo (Corylus avellana L.) è una pianta arborea a comportamento arbustivo appartenente alla famiglia delle Betulaceae che si sviluppa fino a 5-6 m di altezza. Secondo Pignatti (1982) l'habitat naturale dove lo si trova è il sottobosco delle foreste di latifoglie ed aghifoglie fino ai 1700m. Questa specie però presenta un'elevata adattabilità anche verso ambienti diversi da quelli in cui la troviamo naturalmente, di conseguenza la sua coltivazione è di interesse in diversi areali del mondo. I Paesi leader nella produzione di nocciole, secondo gli ultimi dati di produzione FAO relativi all'annata 2013, sono due: la Turchia al primo posto con 549.000 t e l'Italia al secondo posto con 112.643 t. Dalle statistiche ufficiali FAO si nota che negli ultimi 15 anni è aumentato il numero dei Paesi produttori di nocciole. Infatti si è passati da 23 Stati produttori censiti nel 2000, agli attuali 30 Paesi in cui è presente la corilicoltura. La produzione mondiale annua di nocciole in guscio risulta essere di circa 914.000 t nel 2012 (dato FAO 2014), confermandosi in aumento rispetto al 2000 in cui sono state registrate 594.100 t, ovvero il 35 % in meno rispetto ad oggi. In sostanza il trend di mercato risulta essere in continua crescita, di conseguenza cresce anche l'interesse da parte degli stati produttori ad aumentare la superficie coltivata e per questo motivo aumenta anche la domanda di piante per la realizzazione di nuovi impianti. A fronte di questa richiesta la produzione vivaistica nazionale risulta inadeguata a soddisfare la domanda perché è principalmente basata sulla propagazione mediante margotta di ceppaia o pollone radicato. Tali metodi forniscono piante di buona qualità, ma risultano costosi per l'elevato impiego di manodopera, la necessità di ampi spazi per la propagazione ed i lunghi tempi di realizzazione. A partire da questi punti critici si sono sviluppate tecniche di moltiplicazione alternative. Una di queste è il taleaggio, il quale consente di ottenere un elevato numero di piantine in spazi ristretti, con l'ulteriore vantaggio, rispetto alla propagazione tradizionale, di fornire materiale più controllato e quindi di sicura identità varietale e sano sotto il profilo fitosanitario. La riuscita di questo metodo è ostacolata dal basso potenziale rizogeno del nocciolo, perciò per ottenere risultati soddisfacenti è necessario promuovere la rizogenesi attraverso trattamenti ormonali a base di acido indol-3-butirrico (IBA) e di 1,4-diamminobutano (putrescina) (Contessa et al. 2011). L'obiettivo di questa relazione è esaminare i principali metodi di propagazione vegetativa delle piante e presentare gli articoli scientifici di Cristofori et al. (2010) e di Contessa et al. (2011) inerenti entrambi ai fattori che influenzano la propagazione del nocciolo mediante talea. Da questi lavori emerge quanto la propagazione per talea del nocciolo risulti influenzata dal genotipo, dalla concentrazione di IBA utilizzata e dalle modalità operative che si adottano nel processo
Fattori che influenzano la propagazione per talea del nocciolo (Corylus avellana L.)
CORAGLIA, LORENZO
2015/2016
Abstract
Il nocciolo (Corylus avellana L.) è una pianta arborea a comportamento arbustivo appartenente alla famiglia delle Betulaceae che si sviluppa fino a 5-6 m di altezza. Secondo Pignatti (1982) l'habitat naturale dove lo si trova è il sottobosco delle foreste di latifoglie ed aghifoglie fino ai 1700m. Questa specie però presenta un'elevata adattabilità anche verso ambienti diversi da quelli in cui la troviamo naturalmente, di conseguenza la sua coltivazione è di interesse in diversi areali del mondo. I Paesi leader nella produzione di nocciole, secondo gli ultimi dati di produzione FAO relativi all'annata 2013, sono due: la Turchia al primo posto con 549.000 t e l'Italia al secondo posto con 112.643 t. Dalle statistiche ufficiali FAO si nota che negli ultimi 15 anni è aumentato il numero dei Paesi produttori di nocciole. Infatti si è passati da 23 Stati produttori censiti nel 2000, agli attuali 30 Paesi in cui è presente la corilicoltura. La produzione mondiale annua di nocciole in guscio risulta essere di circa 914.000 t nel 2012 (dato FAO 2014), confermandosi in aumento rispetto al 2000 in cui sono state registrate 594.100 t, ovvero il 35 % in meno rispetto ad oggi. In sostanza il trend di mercato risulta essere in continua crescita, di conseguenza cresce anche l'interesse da parte degli stati produttori ad aumentare la superficie coltivata e per questo motivo aumenta anche la domanda di piante per la realizzazione di nuovi impianti. A fronte di questa richiesta la produzione vivaistica nazionale risulta inadeguata a soddisfare la domanda perché è principalmente basata sulla propagazione mediante margotta di ceppaia o pollone radicato. Tali metodi forniscono piante di buona qualità, ma risultano costosi per l'elevato impiego di manodopera, la necessità di ampi spazi per la propagazione ed i lunghi tempi di realizzazione. A partire da questi punti critici si sono sviluppate tecniche di moltiplicazione alternative. Una di queste è il taleaggio, il quale consente di ottenere un elevato numero di piantine in spazi ristretti, con l'ulteriore vantaggio, rispetto alla propagazione tradizionale, di fornire materiale più controllato e quindi di sicura identità varietale e sano sotto il profilo fitosanitario. La riuscita di questo metodo è ostacolata dal basso potenziale rizogeno del nocciolo, perciò per ottenere risultati soddisfacenti è necessario promuovere la rizogenesi attraverso trattamenti ormonali a base di acido indol-3-butirrico (IBA) e di 1,4-diamminobutano (putrescina) (Contessa et al. 2011). L'obiettivo di questa relazione è esaminare i principali metodi di propagazione vegetativa delle piante e presentare gli articoli scientifici di Cristofori et al. (2010) e di Contessa et al. (2011) inerenti entrambi ai fattori che influenzano la propagazione del nocciolo mediante talea. Da questi lavori emerge quanto la propagazione per talea del nocciolo risulti influenzata dal genotipo, dalla concentrazione di IBA utilizzata e dalle modalità operative che si adottano nel processoFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/118921