In questi ultimi tempi assistiamo all'inasprirsi del dibattito sulla globalizzazione, sulla sua e vediamo i temi e le discussioni che si possono fare su tutti gli interrogativi riguardo al disastro in corso sono innumerevoli. Comunque, non solo la finanza globale ha subito colpi e critiche in questo periodo: basti pensare che nel mese di luglio del 2008, proprio quando la crisi dei subprime andava addensandosi, i negoziati a livello globale miranti alla limitazione delle barriere imposte al commercio internazionale fallirono in un clima di astiosità a accuse reciproche. Questi negoziati sono stati organizzati dalla sempre più criticsostenibilità, sul futuro del capitalismo, specialmente sulla forma che ha dominato il mondo in questi ultimi venticinque anni, quello, insomma, nato dall'entusiasmo liberista dell'epoca di Reagan e della Thatcher. La cosa curiosa è che quando invece sono i paesi poveri, o meglio periferici, a finire nei guai, come nel caso di Thailandia, Indonesia, (2 delle tigri asiatiche), ma anche Russia e Argentina; vengono da noi considerati responsabili dei loro fallimenti e dell'incapacità di adeguarsi al sistema e alle sue regole. Questa crisi in cui viviamo ha umiliato gli Stati Uniti, e l'Europa ed ha inaugurato un periodo di turbolenza e di inevitabili cambiamenti.

La Globalizzazione: Quale Futuro?

GRANERO, DANIELE
2011/2012

Abstract

In questi ultimi tempi assistiamo all'inasprirsi del dibattito sulla globalizzazione, sulla sua e vediamo i temi e le discussioni che si possono fare su tutti gli interrogativi riguardo al disastro in corso sono innumerevoli. Comunque, non solo la finanza globale ha subito colpi e critiche in questo periodo: basti pensare che nel mese di luglio del 2008, proprio quando la crisi dei subprime andava addensandosi, i negoziati a livello globale miranti alla limitazione delle barriere imposte al commercio internazionale fallirono in un clima di astiosità a accuse reciproche. Questi negoziati sono stati organizzati dalla sempre più criticsostenibilità, sul futuro del capitalismo, specialmente sulla forma che ha dominato il mondo in questi ultimi venticinque anni, quello, insomma, nato dall'entusiasmo liberista dell'epoca di Reagan e della Thatcher. La cosa curiosa è che quando invece sono i paesi poveri, o meglio periferici, a finire nei guai, come nel caso di Thailandia, Indonesia, (2 delle tigri asiatiche), ma anche Russia e Argentina; vengono da noi considerati responsabili dei loro fallimenti e dell'incapacità di adeguarsi al sistema e alle sue regole. Questa crisi in cui viviamo ha umiliato gli Stati Uniti, e l'Europa ed ha inaugurato un periodo di turbolenza e di inevitabili cambiamenti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/118897