Introduzione: Quando una malattia evolve e non esistono più procedure che possono determinarne un miglioramento e bloccarne l'avanzamento essa diventa inguaribile, ma non per questo incurabile. E' qui che rientra il ruolo fondamentale delle cure palliative, che, al contrario dal parere comune, non si occupano solamente di alleviare la persona dal dolore, ma si prendono cura di essa nella sua completezza. La malattia oncologica, specialmente allo stadio avanzato, comporta molte modificazioni sia a livello corporeo, che a livello psicologico. L'elaborato di Tesi andrà ad affrontare l'argomento delle cure palliative e della relazione d'aiuto ponendo al centro l'obiettivo di comprendere quali siano i migliori interventi che l'infermiere può mettere in atto per garantire un'ottimale qualità di vita alle persone assistite in relazione alla condizione di terminalità e della corporeità. Materiali e metodi: Lo studio è stato condotto tra agosto e settembre 2015. Lo strumento utilizzato è stato quello delle interviste strutturate in sei domande aperte. Le interviste sono poi state sottoposte agli infermieri del reparto di Oncologia del presidio ospedaliero S.Croce e Carle di Cuneo e sette infermieri hanno dato il consenso per sottoporsi a questa ed è stata raggiunta la saturazione di dati. Risultati: Sulla base dei dati raccolti attraverso le interviste è emerso che il malato oncologico allo stadio terminale è una persona fragile che necessita di un'assistenza personalizzata. In relazione alle modificazioni corporee essa arriva a non riconoscersi più allo specchio, cadono tutte le sue certezze , la solitudine e la paura per il futuro prendono il sopravvento. La relazione con l'operatore, in modo particolare con l'infermiere, è fondamentale per esso per ritrovarsi, per sentirsi accettato nel suo dolore, ascoltato e non abbandonato. Per l'operatore è spesso difficile, le paure e le difficoltà sono molte, ma ''se si lavora su se stessi si possono aiutare molte persone ad affrontare questo delicato momento'' 1 1S, infermiera del reparto di Oncologia dell' Presidio Ospedaliero S.Croce e Carle di Cuneo

La cura del corpo del malato oncologico terminale nella presa in carico infermieristica: una ricerca qualitativo-antropologica

MEHMETI, MIGENA
2014/2015

Abstract

Introduzione: Quando una malattia evolve e non esistono più procedure che possono determinarne un miglioramento e bloccarne l'avanzamento essa diventa inguaribile, ma non per questo incurabile. E' qui che rientra il ruolo fondamentale delle cure palliative, che, al contrario dal parere comune, non si occupano solamente di alleviare la persona dal dolore, ma si prendono cura di essa nella sua completezza. La malattia oncologica, specialmente allo stadio avanzato, comporta molte modificazioni sia a livello corporeo, che a livello psicologico. L'elaborato di Tesi andrà ad affrontare l'argomento delle cure palliative e della relazione d'aiuto ponendo al centro l'obiettivo di comprendere quali siano i migliori interventi che l'infermiere può mettere in atto per garantire un'ottimale qualità di vita alle persone assistite in relazione alla condizione di terminalità e della corporeità. Materiali e metodi: Lo studio è stato condotto tra agosto e settembre 2015. Lo strumento utilizzato è stato quello delle interviste strutturate in sei domande aperte. Le interviste sono poi state sottoposte agli infermieri del reparto di Oncologia del presidio ospedaliero S.Croce e Carle di Cuneo e sette infermieri hanno dato il consenso per sottoporsi a questa ed è stata raggiunta la saturazione di dati. Risultati: Sulla base dei dati raccolti attraverso le interviste è emerso che il malato oncologico allo stadio terminale è una persona fragile che necessita di un'assistenza personalizzata. In relazione alle modificazioni corporee essa arriva a non riconoscersi più allo specchio, cadono tutte le sue certezze , la solitudine e la paura per il futuro prendono il sopravvento. La relazione con l'operatore, in modo particolare con l'infermiere, è fondamentale per esso per ritrovarsi, per sentirsi accettato nel suo dolore, ascoltato e non abbandonato. Per l'operatore è spesso difficile, le paure e le difficoltà sono molte, ma ''se si lavora su se stessi si possono aiutare molte persone ad affrontare questo delicato momento'' 1 1S, infermiera del reparto di Oncologia dell' Presidio Ospedaliero S.Croce e Carle di Cuneo
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