Il presente lavoro è nato dalla ricognizione delle incisioni di Della Bella presenti nel fondo della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, che ha avuto come esito la schedatura degli esemplari databili agli anni parigini, riportata in appendice. Questa ricerca è finalizzata a proporre una lettura complessiva dell'opera di Della Bella, che tenga conto dell'importanza delle esperienze formative in ambito fiorentino e romano per la maturazione artistica durante il periodo trascorso a Parigi, dal 1639 al 1650. Nel primo capitolo vengono presentate le fonti seicentesche su Della Bella e i primi tentativi di catalogazione settecenteschi delle stampe; attraverso la contestualizzazione delle fonti antiche, il confronto con dati certi e con le stampe, se ne verifica l'attendibilità e l'eventuale validità come strumenti di studio. Il secondo capitolo è dedicato alla formazione fiorentina, avvenuta a contatto con l'ambiente degli incisori al servizio dei Medici, vivacizzato dalla presenza originale di Callot, che sarà determinante nel destino di Della Bella. Vengono inoltre affrontati l'importanza degli studi da pittore e i legami con l'ambiente delle accademie di disegno. Il terzo capitolo, che comprende l'intero arco di tempo parigino, si focalizza sul tema del progresso tecnico, stilistico e tematico nell'epoca di maggior successo della carriera dell'incisore. L'organizzazione prevalentemente tematica del capitolo permette di spaziare nella vasta produzione di questo periodo, mettendone in evidenza i legami con le pregresse esperienze fiorentina e romana. L'indagine sul profondo mutamento parigino si basa sull'analisi delle singole opere e sui confronti puntuali con i modelli ritenuti collegabili a tale salto qualitativo: dai dipinti di paesaggio degli olandesi italianizzanti alle innovative incisioni di Rembrandt, dagli esempi di grafica emiliana al vedutismo italiano. Si è venuto così a delineare il profilo di Stefano Della Bella come sperimentatore inarrestabile e inventore prolifico, artista originale capace di cogliere spunti interessanti nell'ambito della pittura e dell'incisione per poi rielaborarli in un linguaggio personale.
Stefano Della Bella (1610-1664). Un incisore d'invenzione tra Firenze, Roma e Parigi
ARGENTERO, MARGHERITA
2015/2016
Abstract
Il presente lavoro è nato dalla ricognizione delle incisioni di Della Bella presenti nel fondo della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, che ha avuto come esito la schedatura degli esemplari databili agli anni parigini, riportata in appendice. Questa ricerca è finalizzata a proporre una lettura complessiva dell'opera di Della Bella, che tenga conto dell'importanza delle esperienze formative in ambito fiorentino e romano per la maturazione artistica durante il periodo trascorso a Parigi, dal 1639 al 1650. Nel primo capitolo vengono presentate le fonti seicentesche su Della Bella e i primi tentativi di catalogazione settecenteschi delle stampe; attraverso la contestualizzazione delle fonti antiche, il confronto con dati certi e con le stampe, se ne verifica l'attendibilità e l'eventuale validità come strumenti di studio. Il secondo capitolo è dedicato alla formazione fiorentina, avvenuta a contatto con l'ambiente degli incisori al servizio dei Medici, vivacizzato dalla presenza originale di Callot, che sarà determinante nel destino di Della Bella. Vengono inoltre affrontati l'importanza degli studi da pittore e i legami con l'ambiente delle accademie di disegno. Il terzo capitolo, che comprende l'intero arco di tempo parigino, si focalizza sul tema del progresso tecnico, stilistico e tematico nell'epoca di maggior successo della carriera dell'incisore. L'organizzazione prevalentemente tematica del capitolo permette di spaziare nella vasta produzione di questo periodo, mettendone in evidenza i legami con le pregresse esperienze fiorentina e romana. L'indagine sul profondo mutamento parigino si basa sull'analisi delle singole opere e sui confronti puntuali con i modelli ritenuti collegabili a tale salto qualitativo: dai dipinti di paesaggio degli olandesi italianizzanti alle innovative incisioni di Rembrandt, dagli esempi di grafica emiliana al vedutismo italiano. Si è venuto così a delineare il profilo di Stefano Della Bella come sperimentatore inarrestabile e inventore prolifico, artista originale capace di cogliere spunti interessanti nell'ambito della pittura e dell'incisione per poi rielaborarli in un linguaggio personale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/118705