Il termine stesso “Fototerapia” indica una particolare tipologia di terapia che include l'utilizzo delle fotografie all'interno del contesto terapeutico. Si tratta di uno strumento, l'immagine, connotato da una forte soggettività, in quanto il significato stesso che veicola viene creato dalla persona che lo osserva e “proiettato” su di essa; di conseguenza riveste un'importanza notevole per il trattamento, in quanto rende possibile approfondire la conoscenza del soggetto, mettendosi nella sua prospettiva. In particolare è risultato utile l'impiego delle fotografie nel caso di pazienti che presentavano difficoltà ad esprimersi, o nel caso in cui era necessario affrontare tematiche legate al trauma o alla morte di una persona cara. È stato infatti rilevato in numerosi studi come esse siano state efficaci nel facilitare la relazione terapeutica, dal punto di vista della condivisione di sé, delle proprie emozioni e stati d'animo, che nel corso di una comune terapia avrebbero fatto più fatica ad emergere. La Fototerapia inoltre è di recente diffusione, ufficialmente a partire dalla seconda metà del Novecento, nonostante le foto siano state utilizzate fin da un secolo prima in psichiatria, per documentare i progressi fatti dai pazienti. Di conseguenza molti progetti sono stati significativi proprio come prova della potenza delle immagini per la terapia e hanno aperto così possibili strade a nuove applicazioni della tecnica. Ho voluto descrivere le numerose tipologie di fotografie che finora sono state impiegate in contesti terapeutici diversi, dalle sedute nelle carceri alle terapie di gruppo, e con pazienti differenti, come il caso dei migranti etiopi o dei bambini che avevano vissuto un grave lutto di recente, nel tentativo di mostrare la versatilità di questo strumento.
Fototerapia- La fotografia come espressione di sé
GIRAUDO, CLARA
2019/2020
Abstract
Il termine stesso “Fototerapia” indica una particolare tipologia di terapia che include l'utilizzo delle fotografie all'interno del contesto terapeutico. Si tratta di uno strumento, l'immagine, connotato da una forte soggettività, in quanto il significato stesso che veicola viene creato dalla persona che lo osserva e “proiettato” su di essa; di conseguenza riveste un'importanza notevole per il trattamento, in quanto rende possibile approfondire la conoscenza del soggetto, mettendosi nella sua prospettiva. In particolare è risultato utile l'impiego delle fotografie nel caso di pazienti che presentavano difficoltà ad esprimersi, o nel caso in cui era necessario affrontare tematiche legate al trauma o alla morte di una persona cara. È stato infatti rilevato in numerosi studi come esse siano state efficaci nel facilitare la relazione terapeutica, dal punto di vista della condivisione di sé, delle proprie emozioni e stati d'animo, che nel corso di una comune terapia avrebbero fatto più fatica ad emergere. La Fototerapia inoltre è di recente diffusione, ufficialmente a partire dalla seconda metà del Novecento, nonostante le foto siano state utilizzate fin da un secolo prima in psichiatria, per documentare i progressi fatti dai pazienti. Di conseguenza molti progetti sono stati significativi proprio come prova della potenza delle immagini per la terapia e hanno aperto così possibili strade a nuove applicazioni della tecnica. Ho voluto descrivere le numerose tipologie di fotografie che finora sono state impiegate in contesti terapeutici diversi, dalle sedute nelle carceri alle terapie di gruppo, e con pazienti differenti, come il caso dei migranti etiopi o dei bambini che avevano vissuto un grave lutto di recente, nel tentativo di mostrare la versatilità di questo strumento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/118577