INTRODUCTION. Each year, 1 million 200 thousand women suffer violence, but only 7% complaint. Often as a result of injuries sustained these women have to go to the emergency room for medical care. The nursing care to these women, however, is very complex. The nurse, in fact, it is important that you find ways to hearkens, to heal the wounds deeper and acquire the maximum confidence of women victims of violence in order to transmit force to denounce the abuses. OBJECTIVE. Understanding acts as nurse of the emergency rooms for gynecology and Downtown Family Counseling in the care and assistance to women victims of violence. It also aims to assess whether there may be a chance that the nurse becomes a reference figure during the whole process of the complaint, if it occurs in the structures mentioned. MATERIALS AND METODI. For this thesis qualitative books were consulted on this issue. Were subsequently conducted interviews with 7 nurses DEA Gynecological Hospital S. Croce e Carle and 4 nurses belonging to the Family Counseling 'ASL CN.1. These interviews are aimed to analyze the subjective opinions of nurses and investigate on their work during the assistance to women victims of violence. RESULTS AND DISCUSSIONE. In DEA Gynecological have accepted the interview 7 nurses, 5 of which have direct experience and the second two were informed through protocols departments and lines guida.Nel Family Counseling Center were made 4 interviste. Based on the data collected it was found that the age group representative of the victims is between 18 and 40 years. For assistance showed that hospitality and Management is preferable to be carried out by a nurse in the feminine gender. It turns out, then, that a good nurse must adopt attitudes of active listening to the victim and support in all the assistance upon her the strength to denounce. Finally, the respondents argue that it is actually necessary to formalize the nurse as a reference point in these women. CONCLUSIONI. At the end of this paper can be defined as the figure of the nurse as a focal point for assistance to women victims of violence. Specifically, this figure could become so "transmission point" of information between the various professionals. It is also important for the victims to have a reference point to lean on emotionally during the bureaucratic process. All this, however, through specific protocols and training courses mirato. The proposals I put forward is the need to organize training base having valence multidisciplinary and integrated, so that operators are able to quickly identify cases of abuse and start paths protection and taking charge and psychosocial health. It is also appropriate to the need for close collaboration between nurses, social and health teams and law enforcement through memoranda of understanding only, in order to obtain a work the same for all these professionals. As a final proposal point to the need to enable the training and awareness of the nurse in order to prevent incidents of violence against women, aimed at students and recreation centers frequented by women.
INTRODUZIONE. Ogni anno 1 milione e 200mila donne subiscono violenza, ma solo il 7% denuncia. Spesso a seguito delle ferite riportate queste donne devono recarsi al Pronto Soccorso per le cure mediche. L'assistenza infermieristica a queste donne, però, risulta molto complessa. L'infermiere, infatti, è importante che trovi il modo di porsi in ascolto, di curare le ferite più profonde e acquisire la massima fiducia da parte delle donne vittime di violenza al fine di trasmetterle forza necessaria per denunciare i soprusi. OBIETTIVO. Comprendere come agisce l'infermiere delle strutture di Pronto Soccorso Ginecologico e del centro di Consultorio Familiare nella presa in carico e nell'assistenza a donne vittime di violenza. Si vuole inoltre valutare se vi può essere l'opportunità che l'infermiere diventi figura di riferimento durante tutto l'iter della denuncia, qualora essa avvenga nelle Strutture citate. MATERIALI E METODI.Per questa tesi di tipo qualitativo sono stati consultati libri riguardante questa tematica. Sono successivamente state effettuate 7 interviste a infermiere del D.E.A. Ginecologico dell'Ospedale S.Croce e Carle e 4 alle infermiere del Consultorio Familiare appartenente all' A.S.L. CN.1.Queste interviste sono mirate ad analizzare i pareri soggettivi degli infermieri e indagare sul loro operato durante l'assistenza a donne vittime di violenza. RISULTATI E DISCUSSIONE.Nel DEA Ginecologico hanno accettato l'intervista 7 infermiere, delle quali 5 hanno esperienza diretta e 2 due erano informate attraverso protocolli di reparti e linee guida.Nel Centro di Consultorio Familiare sono state effettuate 4 interviste.Sulla base dei dati raccolti è emerso che la fascia di età rappresentativa delle vittime è compresa tra i 18 ed i 40 anni. Per l'assistenza è emerso che l'accoglienza e la presa in carico è preferibile sia effettuata da un'infermiera di genere femminile. Risulta, poi, che un buon infermiere debba porsi in atteggiamento di ascolto attivo nei confronti della vittima e sostenerla in tutta l'assistenza trasmettendole la forza necessaria per denunciare. Infine le intervistate sostengono che sia realmente necessario ufficializzare l'infermiere come punto di riferimento a queste donne. CONCLUSIONI.Al termine di questo elaborato si può definire la figura dell'infermiere come punto cruciale per l'assistenza a donne vittime di violenza.Questa figura potrebbe divenire quindi ¿punto di trasmissione¿ delle informazioni tra le diverse figure professionali. Risulta, inoltre, importante per le vittime avere un punto di riferimento su cui appoggiarsi emotivamente durante l'iter burocratico. Tutto questo, però, attraverso protocolli specifici e corsi di addestramento mirato.Le proposte che avanzo è la necessità di organizzare percorsi formativi di base che abbiano valenza multidisciplinare e integrata, di modo che gli operatori riescano ad individuare rapidamente i casi di maltrattamento e avviare percorsi di protezione e di presa in carico psicosociale e sanitaria. Opportuno è anche la necessità di una stretta collaborazione tra infermieri, equipe socio-sanitarie e Forze dell'Ordine attraverso protocolli di intesa unici, al fine di ottenere un operato uguale per tutte queste figure professionali. Come ultima proposta indico il bisogno di attivare dei corsi di formazione e sensibilizzazione da parte dell'infermiere con lo scopo di prevenire gli episodi di violenza sulle donne, rivolti a studenti e centri ricreativi frequentati da donne.
MANAGEMENT INFERMIERISTICO NELL'AMBITO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE
PORTA, ILARIA
2014/2015
Abstract
INTRODUZIONE. Ogni anno 1 milione e 200mila donne subiscono violenza, ma solo il 7% denuncia. Spesso a seguito delle ferite riportate queste donne devono recarsi al Pronto Soccorso per le cure mediche. L'assistenza infermieristica a queste donne, però, risulta molto complessa. L'infermiere, infatti, è importante che trovi il modo di porsi in ascolto, di curare le ferite più profonde e acquisire la massima fiducia da parte delle donne vittime di violenza al fine di trasmetterle forza necessaria per denunciare i soprusi. OBIETTIVO. Comprendere come agisce l'infermiere delle strutture di Pronto Soccorso Ginecologico e del centro di Consultorio Familiare nella presa in carico e nell'assistenza a donne vittime di violenza. Si vuole inoltre valutare se vi può essere l'opportunità che l'infermiere diventi figura di riferimento durante tutto l'iter della denuncia, qualora essa avvenga nelle Strutture citate. MATERIALI E METODI.Per questa tesi di tipo qualitativo sono stati consultati libri riguardante questa tematica. Sono successivamente state effettuate 7 interviste a infermiere del D.E.A. Ginecologico dell'Ospedale S.Croce e Carle e 4 alle infermiere del Consultorio Familiare appartenente all' A.S.L. CN.1.Queste interviste sono mirate ad analizzare i pareri soggettivi degli infermieri e indagare sul loro operato durante l'assistenza a donne vittime di violenza. RISULTATI E DISCUSSIONE.Nel DEA Ginecologico hanno accettato l'intervista 7 infermiere, delle quali 5 hanno esperienza diretta e 2 due erano informate attraverso protocolli di reparti e linee guida.Nel Centro di Consultorio Familiare sono state effettuate 4 interviste.Sulla base dei dati raccolti è emerso che la fascia di età rappresentativa delle vittime è compresa tra i 18 ed i 40 anni. Per l'assistenza è emerso che l'accoglienza e la presa in carico è preferibile sia effettuata da un'infermiera di genere femminile. Risulta, poi, che un buon infermiere debba porsi in atteggiamento di ascolto attivo nei confronti della vittima e sostenerla in tutta l'assistenza trasmettendole la forza necessaria per denunciare. Infine le intervistate sostengono che sia realmente necessario ufficializzare l'infermiere come punto di riferimento a queste donne. CONCLUSIONI.Al termine di questo elaborato si può definire la figura dell'infermiere come punto cruciale per l'assistenza a donne vittime di violenza.Questa figura potrebbe divenire quindi ¿punto di trasmissione¿ delle informazioni tra le diverse figure professionali. Risulta, inoltre, importante per le vittime avere un punto di riferimento su cui appoggiarsi emotivamente durante l'iter burocratico. Tutto questo, però, attraverso protocolli specifici e corsi di addestramento mirato.Le proposte che avanzo è la necessità di organizzare percorsi formativi di base che abbiano valenza multidisciplinare e integrata, di modo che gli operatori riescano ad individuare rapidamente i casi di maltrattamento e avviare percorsi di protezione e di presa in carico psicosociale e sanitaria. Opportuno è anche la necessità di una stretta collaborazione tra infermieri, equipe socio-sanitarie e Forze dell'Ordine attraverso protocolli di intesa unici, al fine di ottenere un operato uguale per tutte queste figure professionali. Come ultima proposta indico il bisogno di attivare dei corsi di formazione e sensibilizzazione da parte dell'infermiere con lo scopo di prevenire gli episodi di violenza sulle donne, rivolti a studenti e centri ricreativi frequentati da donne.File | Dimensione | Formato | |
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