La vita di Giovanni Boccaccio è stata segnata profondamente dal rapporto conflittuale con il padre che, in quanto mercante di successo, voleva che il figlio portasse avanti l'attività familiare, ostacolando quindi il ragazzo che invece fin dalla tenera età aveva capito che la sua vocazione naturale era la poesia. Boccaccio ha quindi trovato nella sua stessa arte il modo per liberarsi dai tormenti del padre mescolando all'interno di molte sue opere tratti autobiografici e fantasticherie volte a spiegare le origini materne dell'autore o a esporre il contrasto tra lui e il padre riguardo alle sue scelte di vita. Questa tesi si occupa di indagare i luoghi initmi e personali nelle opere di Boccaccio e i rapporti tra genitori e figli delineati sia nelle opere giovanili (Amorsa Visione, Comedia delle Ninfe fiorentine) che in quelle della maturità (Genealogie Deorum Gentilium, Corbaccio), mettendo a confronto l'esperienza dell'autore con altri grandi poeti quali Ovidio e Petrarca, anche loro figli infelici costretti a seguire percorsi di studi non affini alle loro inclinazioni. In particolare si sono studiati in modo più approfondito alcuni dialoghi del Filocolo nei quali Florio e il padre, Re Felice, si scontrano attraverso l'uso di giochi retorici e dissimulazione. Questi momenti costituiscono alcuni dei nodi centrali nel percorso di crescita del ragazzo e rispecchiano il rapporto difficile che Boccaccio aveva con il padre, risultando però essenziali per il raggiungimento dell'emancipazione nei confronti dei genitori e della maturità dell'età adulta. Questi momenti sono principalmente tre: il dialogo iniziale in seguito alla scoperta da parte del padre dell'amore di Florio per Biancifiore; il dialogo nel quale Florio, ormai divenuto Filocolo, non è più assoggettato dal re e annuncia la sua partenza in ricerca della amata; il dialogo finale nel quale avviene la riconciliazione. Nel terzo capitolo sono state analizzate le figure genitoriali e i rapporti con figli e figlie in altre opere, quali il Filostrato, L'elegia di Madonna Fiammetta, il Ninfale Fiesolano e infine in alcune novelle del Decameron. In molte opere la dimostrazione finale è che la ragione naturale dei figli ha sempre la meglio e supera le ritrosie e i pregiudizi dei genitori, facendo compiere ai figli un processo di crescita ed emancipazione.

Genitori e figli nelle opere del Boccaccio

NOVARESE, MARIA TERESA
2019/2020

Abstract

La vita di Giovanni Boccaccio è stata segnata profondamente dal rapporto conflittuale con il padre che, in quanto mercante di successo, voleva che il figlio portasse avanti l'attività familiare, ostacolando quindi il ragazzo che invece fin dalla tenera età aveva capito che la sua vocazione naturale era la poesia. Boccaccio ha quindi trovato nella sua stessa arte il modo per liberarsi dai tormenti del padre mescolando all'interno di molte sue opere tratti autobiografici e fantasticherie volte a spiegare le origini materne dell'autore o a esporre il contrasto tra lui e il padre riguardo alle sue scelte di vita. Questa tesi si occupa di indagare i luoghi initmi e personali nelle opere di Boccaccio e i rapporti tra genitori e figli delineati sia nelle opere giovanili (Amorsa Visione, Comedia delle Ninfe fiorentine) che in quelle della maturità (Genealogie Deorum Gentilium, Corbaccio), mettendo a confronto l'esperienza dell'autore con altri grandi poeti quali Ovidio e Petrarca, anche loro figli infelici costretti a seguire percorsi di studi non affini alle loro inclinazioni. In particolare si sono studiati in modo più approfondito alcuni dialoghi del Filocolo nei quali Florio e il padre, Re Felice, si scontrano attraverso l'uso di giochi retorici e dissimulazione. Questi momenti costituiscono alcuni dei nodi centrali nel percorso di crescita del ragazzo e rispecchiano il rapporto difficile che Boccaccio aveva con il padre, risultando però essenziali per il raggiungimento dell'emancipazione nei confronti dei genitori e della maturità dell'età adulta. Questi momenti sono principalmente tre: il dialogo iniziale in seguito alla scoperta da parte del padre dell'amore di Florio per Biancifiore; il dialogo nel quale Florio, ormai divenuto Filocolo, non è più assoggettato dal re e annuncia la sua partenza in ricerca della amata; il dialogo finale nel quale avviene la riconciliazione. Nel terzo capitolo sono state analizzate le figure genitoriali e i rapporti con figli e figlie in altre opere, quali il Filostrato, L'elegia di Madonna Fiammetta, il Ninfale Fiesolano e infine in alcune novelle del Decameron. In molte opere la dimostrazione finale è che la ragione naturale dei figli ha sempre la meglio e supera le ritrosie e i pregiudizi dei genitori, facendo compiere ai figli un processo di crescita ed emancipazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/118509