L'interesse di studio verso lo stigma e la discriminazione si è ampliato negli ultimi anni in quanto l'analisi del loro sviluppo si riferisce non solo ad aspetti visibili dell'individuo, ma anche a diversi tipi di patologie non immediatamente categorizzabili, sia fisiche che psicologiche. I processi di categorizzazione che sono alla base dello stigma sociale portano alla messa in atto di comportamenti e atteggiamenti discriminatori verso il gruppo o l'individuo considerato deviante e ciò influenza negativamente il benessere psicologico degli interessati. Nel presente elaborato si sono indagati gli ambiti in cui si manifesta lo stigma sociale riferito a una malattia autoimmune, nello specifico al diabete mellito di tipo 1. Il trattamento di tale patologia è fortemente influenzato da fattori individuali e contestuali: la stigmatizzazione associata risulta condizionare negativamente la gestione del diabete da parte dell'individuo. Attraverso un'analisi della letteratura scientifica internazionale si sono descritti i temi che caratterizzano lo stigma sociale esperito da pazienti adulti affetti da diabete di tipo 1. Tra le cause che lo determinano ci sono, in particolare, alcuni aspetti che riguardano le pratiche che la persona diabetica deve attuare quotidianamente anche in contesti sociali per la gestione della malattia (come ad esempio la somministrazione di insulina tramite iniezioni). Tali pratiche sono spesso interpretate e valutate negativamente dalla società. Un'altra causa è la confusione che frequentemente viene fatta tra i diversi tipi di diabete: vengono associati stereotipi riguardanti il tipo 2, che insorge a seguito di comportamenti alimentari e stili di vita scorretti e rappresenta circa il 90% dei casi di diabete nel mondo, ad individui affetti dal tipo 1 colpevolizzandoli erroneamente. Un ulteriore errore interpretativo della società è credere che il diabete di tipo 1 si riferisca solamente all'età evolutiva, senza comprendere la complessità della patologia, che può emergere in tutte le fasi della vita e non è reversibile. La letteratura scientifica in merito dimostra come sia efficace esplorare il problema dal punto di vista della persona diabetica attraverso metodi di ricerca qualitativa, come interviste e focus group, tipici della psicologia sociale e di comunità. A seguito dell'analisi dei principali risultati degli studi identificati, circoscritti alla percezione individuale dei pazienti diabetici, si è delineato un quadro caratterizzato innanzitutto dallo sviluppo del senso di colpa cui contribuiscono anche medici e infermieri qualora esprimano valutazioni critiche sull'adeguatezza del monitoraggio e della gestione della patologia da parte del soggetto stesso. Altro aspetto emerso riguarda la preoccupazione per il giudizio degli altri (compresi familiari e amici) che spesso porta a rimandare il trattamento della malattia ed espone a un rischio maggiore di sviluppare, col tempo, complicanze invalidanti. La conoscenza delle dinamiche di questo fenomeno evidenzia la necessità di mettere in atto strategie quali formazione, supporto psicologico e gruppi di auto-aiuto, finalizzate a mitigare la percezione della stigmatizzazione con interventi a livello individuale e sociale. Particolare attenzione va prestata inoltre al passaggio all'età adulta, momento in cui va favorito l'aumento delle competenze e il miglioramento dell'autoefficacia, per una maggior resilienza alla pressione sociale.
Discriminazione e malattia: una riflessione sul rapporto tra stigma sociale e diabete di tipo 1
SOLINAS, CRISTINA
2019/2020
Abstract
L'interesse di studio verso lo stigma e la discriminazione si è ampliato negli ultimi anni in quanto l'analisi del loro sviluppo si riferisce non solo ad aspetti visibili dell'individuo, ma anche a diversi tipi di patologie non immediatamente categorizzabili, sia fisiche che psicologiche. I processi di categorizzazione che sono alla base dello stigma sociale portano alla messa in atto di comportamenti e atteggiamenti discriminatori verso il gruppo o l'individuo considerato deviante e ciò influenza negativamente il benessere psicologico degli interessati. Nel presente elaborato si sono indagati gli ambiti in cui si manifesta lo stigma sociale riferito a una malattia autoimmune, nello specifico al diabete mellito di tipo 1. Il trattamento di tale patologia è fortemente influenzato da fattori individuali e contestuali: la stigmatizzazione associata risulta condizionare negativamente la gestione del diabete da parte dell'individuo. Attraverso un'analisi della letteratura scientifica internazionale si sono descritti i temi che caratterizzano lo stigma sociale esperito da pazienti adulti affetti da diabete di tipo 1. Tra le cause che lo determinano ci sono, in particolare, alcuni aspetti che riguardano le pratiche che la persona diabetica deve attuare quotidianamente anche in contesti sociali per la gestione della malattia (come ad esempio la somministrazione di insulina tramite iniezioni). Tali pratiche sono spesso interpretate e valutate negativamente dalla società. Un'altra causa è la confusione che frequentemente viene fatta tra i diversi tipi di diabete: vengono associati stereotipi riguardanti il tipo 2, che insorge a seguito di comportamenti alimentari e stili di vita scorretti e rappresenta circa il 90% dei casi di diabete nel mondo, ad individui affetti dal tipo 1 colpevolizzandoli erroneamente. Un ulteriore errore interpretativo della società è credere che il diabete di tipo 1 si riferisca solamente all'età evolutiva, senza comprendere la complessità della patologia, che può emergere in tutte le fasi della vita e non è reversibile. La letteratura scientifica in merito dimostra come sia efficace esplorare il problema dal punto di vista della persona diabetica attraverso metodi di ricerca qualitativa, come interviste e focus group, tipici della psicologia sociale e di comunità. A seguito dell'analisi dei principali risultati degli studi identificati, circoscritti alla percezione individuale dei pazienti diabetici, si è delineato un quadro caratterizzato innanzitutto dallo sviluppo del senso di colpa cui contribuiscono anche medici e infermieri qualora esprimano valutazioni critiche sull'adeguatezza del monitoraggio e della gestione della patologia da parte del soggetto stesso. Altro aspetto emerso riguarda la preoccupazione per il giudizio degli altri (compresi familiari e amici) che spesso porta a rimandare il trattamento della malattia ed espone a un rischio maggiore di sviluppare, col tempo, complicanze invalidanti. La conoscenza delle dinamiche di questo fenomeno evidenzia la necessità di mettere in atto strategie quali formazione, supporto psicologico e gruppi di auto-aiuto, finalizzate a mitigare la percezione della stigmatizzazione con interventi a livello individuale e sociale. Particolare attenzione va prestata inoltre al passaggio all'età adulta, momento in cui va favorito l'aumento delle competenze e il miglioramento dell'autoefficacia, per una maggior resilienza alla pressione sociale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/118320