Oggetto della presente ricerca è la ricostruzione delle linee essenziali della visione strategica di Zbigniew Brzezinski nell'arco cronologico che si estende dalla crisi egemonica che gli Stati Uniti d'America hanno vissuto a cavallo dagli anni Sessanta e Settanta al peculiare momento unipolare seguito al dissolvimento dell'Unione Sovietica. L'intenzione di tracciare un profilo panoramico del pensiero geostrategico dello studioso polacco ha comportato un'indispensabile analisi preliminare, seppur relativamente sintetica, riguardante la dimensione geopolitica americana nell'immediato dopoguerra, legando, inevitabilmente fra di loro, le dinamiche sociali, culturali, politiche e militari che hanno caratterizzato gli anni Cinquanta e Sessanta negli Stati Uniti. Nel contempo, è stato indispensabile evidenziare quanto già nella cornice della Guerra fredda il ruolo dei neonati think tank e degli intellettuali a loro legati fosse indispensabile nell'elaborazione strategica della Casa Bianca. Con il consolidamento dell'ordine bipolare le polemiche videro infatti sempre più coinvolte soprattutto quelle figure che univano impegno accademico e impegno antisovietico: i cosiddetti cold warriors. In questo preciso contesto storico-culturale è cresciuto e si è formato Zbigniew Brzezinski. La sua figura come elemento influente nella visione strategica americana è emersa all'inizio degli anni Settanta, quando nel quadro internazionale della ¿distensione¿ si impose l'era tecnetronica come concreta anticipazione dell'era globale e la Trilateral Commission quale tentativo di mediazione e di ricerca di un nuovo assetto geoeconomico globale come risposta alla crisi che aveva colpito gli Stati Uniti. Consigliere per la Sicurezza nazionale durante tutta l'amministrazione di James Earl Carter(1977-1981), Brzezinski ha potuto in quegli anni rendere operativo il suo contributo condizionando direttamente le azioni della Casa Bianca. Nella ricostruzione di quel decennio, sono stati messi in evidenza le connessioni esistenti fra l'apparato teorico di Brzezinski e gli eventi storici. Alla fine degli anni Settanta e dell'esperienza ¿politica¿ di Brzezinski, è stato inevitabile affrontare storicamente gli anni Ottanta, la ¿vittoria¿ statunitense e la conseguente caduta dell'Unione Sovietica quale evento geopoliticamente epocale evidenziando, in questo quadro, le analisi e le riflessioni dello studioso di origine polacca. All'alba del momento unipolare americano, conseguenza della presunta ¿fine della storia¿, è emersa, col fine di evitare l'inesorabile declino dell'America, la grandezza della visione geostrategica di Brzezinski. In questo arco temporale che si estende dagli anni Novanta ai primi anni Duemila, si è svolta una comparazione fra la visione dello studioso e quella dei cosiddetti neoconservatori. Inoltre, sempre nell'ottica di non slegare fra di loro apparato teorico e dinamica storica, si sono messi in evidenza le connessioni della riflessione brzezinskiana con l'azione internazionale degli Stati Uniti. La conclusione del lavoro è stata determinata, da un punto di vista storico e di esaustività, dalla crisi finanziaria che ha colpito il sistema mondo nel 2007-08 con la conseguente fine dell'unipolarismo americano e l'idea del duopolio da parte di Brzezinski.
Una teoria operativa al servizio dell'egemonia statunitense. Il pensiero strategico di Brzezinski fra Guerra fredda e momento unipolare
CINATO, ANDREA
2014/2015
Abstract
Oggetto della presente ricerca è la ricostruzione delle linee essenziali della visione strategica di Zbigniew Brzezinski nell'arco cronologico che si estende dalla crisi egemonica che gli Stati Uniti d'America hanno vissuto a cavallo dagli anni Sessanta e Settanta al peculiare momento unipolare seguito al dissolvimento dell'Unione Sovietica. L'intenzione di tracciare un profilo panoramico del pensiero geostrategico dello studioso polacco ha comportato un'indispensabile analisi preliminare, seppur relativamente sintetica, riguardante la dimensione geopolitica americana nell'immediato dopoguerra, legando, inevitabilmente fra di loro, le dinamiche sociali, culturali, politiche e militari che hanno caratterizzato gli anni Cinquanta e Sessanta negli Stati Uniti. Nel contempo, è stato indispensabile evidenziare quanto già nella cornice della Guerra fredda il ruolo dei neonati think tank e degli intellettuali a loro legati fosse indispensabile nell'elaborazione strategica della Casa Bianca. Con il consolidamento dell'ordine bipolare le polemiche videro infatti sempre più coinvolte soprattutto quelle figure che univano impegno accademico e impegno antisovietico: i cosiddetti cold warriors. In questo preciso contesto storico-culturale è cresciuto e si è formato Zbigniew Brzezinski. La sua figura come elemento influente nella visione strategica americana è emersa all'inizio degli anni Settanta, quando nel quadro internazionale della ¿distensione¿ si impose l'era tecnetronica come concreta anticipazione dell'era globale e la Trilateral Commission quale tentativo di mediazione e di ricerca di un nuovo assetto geoeconomico globale come risposta alla crisi che aveva colpito gli Stati Uniti. Consigliere per la Sicurezza nazionale durante tutta l'amministrazione di James Earl Carter(1977-1981), Brzezinski ha potuto in quegli anni rendere operativo il suo contributo condizionando direttamente le azioni della Casa Bianca. Nella ricostruzione di quel decennio, sono stati messi in evidenza le connessioni esistenti fra l'apparato teorico di Brzezinski e gli eventi storici. Alla fine degli anni Settanta e dell'esperienza ¿politica¿ di Brzezinski, è stato inevitabile affrontare storicamente gli anni Ottanta, la ¿vittoria¿ statunitense e la conseguente caduta dell'Unione Sovietica quale evento geopoliticamente epocale evidenziando, in questo quadro, le analisi e le riflessioni dello studioso di origine polacca. All'alba del momento unipolare americano, conseguenza della presunta ¿fine della storia¿, è emersa, col fine di evitare l'inesorabile declino dell'America, la grandezza della visione geostrategica di Brzezinski. In questo arco temporale che si estende dagli anni Novanta ai primi anni Duemila, si è svolta una comparazione fra la visione dello studioso e quella dei cosiddetti neoconservatori. Inoltre, sempre nell'ottica di non slegare fra di loro apparato teorico e dinamica storica, si sono messi in evidenza le connessioni della riflessione brzezinskiana con l'azione internazionale degli Stati Uniti. La conclusione del lavoro è stata determinata, da un punto di vista storico e di esaustività, dalla crisi finanziaria che ha colpito il sistema mondo nel 2007-08 con la conseguente fine dell'unipolarismo americano e l'idea del duopolio da parte di Brzezinski.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
333124_tesidilaureamagistraleon-line.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.57 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.57 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/11830