Nella presente relazione di laurea si analizza il ruolo dell'Italia nella rete commerciale internazionale con riferimento specifico al settore tessile. Sebbene le esportazioni di capi d'abbigliamento e tessuti del Made in Italy siano state per anni un elemento di spinta per il prodotto interno lordo nazionale, negli ultimi anni diversi fenomeni economico-politici, primo tra tutti la grave crisi economica del 2008, hanno profondamente cambiato il panorama degli scambi commerciali entro questo settore. La geografia delle reti commerciali internazionali si è modificata, così come si sono modificate le posizioni che le diverse economie nazionali occupano entro queste reti. In questa situazione, ci si domanda in che modo l'import e l'export italiano nel settore tessile si siano modificati nel corso degli ultimi anni. Nella presente relazione, si ricostruiscono le caratteristiche salienti del processo di internazionalizzazione degli scambi commerciali che si è realizzato dalla seconda metà del secolo scorso. Si approfondiscono gli effetti della crisi del 2008 e si analizzano i dati statistici che illustrano i cambiamenti degli scambi commerciali negli ultimi anni. Per effetto della globalizzazione economica e tecnologica e di un insieme di altre dinamiche a queste ultime collegate, la rete degli scambi commerciali internazionali si complessifica, intensifica ed estende sino a coprire la totalità delle nazioni del pianeta, ma in modo molto disomogeneo e irregolare. La geografia dei flussi commerciali è caratterizzata da un sistema tripolare, la triade: Europa Occidentale, Giappone (più Cina) ed America Settentrionale tra i quali esistono rapporti commerciali intensi, i cui avviene un intenso scambio di merci, mentre i flussi tra i paesi in via di sviluppo sono meno forti e per lo più mediati dalle economie più ricche. I primi segnali di una trasformazione di questi equilibri si hanno con l'emergere dei cosiddetti paesi di nuova industrializzazione e con il rapido rafforzamento nello scenario economico mondiale di alcune specifiche economie nazionali, raggruppate sotto l'acronimo BRICS. Un altro aspetto interessante degli scambi commerciali riguarda il settore in cui essi avvengono. Per una piena comprensione degli equilibri internazionali, molto diverso è infatti il caso di scambi commerciali in settori high-tech o in prodotti agricoli. Molte economie nazionali presentano profili commerciali molto specializzati, tali per cui la quota di import o export si realizza per la maggior parte in un solo settore economico. Con riferimento all'Italia, la forza commerciale del paese risiede in una serie di produzioni artigianali conosciute nel mondo come Made in Italy. Prodotti che, possono essere ricondotti alle quattro A del made in Italy, ossia quattro raggruppamenti di prodotti manifatturieri che sono l'espressione della competitività della produzione italiana: Arredo-casa, Automazione-meccanica, Abbigliamento-moda, Alimentare-bevande. La crisi dell'Italia nel settore tessile/abbigliamento è cominciata alla fine degli anni Ottanta, quando gli imprenditori di piccole e medie imprese del settore sono stati travolti dall'accresciuta concorrenza internazionale, favorita dalla gobalizzazione. Quando l'euro si è apprezzato, i concorrenti localizzati in paesi con costi di lavoro inferiori, sopratutto nel Sud-Est asiatico, in parte dell'Europa orientale e in parte dell'Africa, ne hanno approfittato acquistando sempre maggiori fette di mercato.

La geografia degli scambi commerciali nel tessile. La posizione dell'Italia: prima e dopo la crisi.

DELGADO CORTES, MIRIAM ESTHER
2011/2012

Abstract

Nella presente relazione di laurea si analizza il ruolo dell'Italia nella rete commerciale internazionale con riferimento specifico al settore tessile. Sebbene le esportazioni di capi d'abbigliamento e tessuti del Made in Italy siano state per anni un elemento di spinta per il prodotto interno lordo nazionale, negli ultimi anni diversi fenomeni economico-politici, primo tra tutti la grave crisi economica del 2008, hanno profondamente cambiato il panorama degli scambi commerciali entro questo settore. La geografia delle reti commerciali internazionali si è modificata, così come si sono modificate le posizioni che le diverse economie nazionali occupano entro queste reti. In questa situazione, ci si domanda in che modo l'import e l'export italiano nel settore tessile si siano modificati nel corso degli ultimi anni. Nella presente relazione, si ricostruiscono le caratteristiche salienti del processo di internazionalizzazione degli scambi commerciali che si è realizzato dalla seconda metà del secolo scorso. Si approfondiscono gli effetti della crisi del 2008 e si analizzano i dati statistici che illustrano i cambiamenti degli scambi commerciali negli ultimi anni. Per effetto della globalizzazione economica e tecnologica e di un insieme di altre dinamiche a queste ultime collegate, la rete degli scambi commerciali internazionali si complessifica, intensifica ed estende sino a coprire la totalità delle nazioni del pianeta, ma in modo molto disomogeneo e irregolare. La geografia dei flussi commerciali è caratterizzata da un sistema tripolare, la triade: Europa Occidentale, Giappone (più Cina) ed America Settentrionale tra i quali esistono rapporti commerciali intensi, i cui avviene un intenso scambio di merci, mentre i flussi tra i paesi in via di sviluppo sono meno forti e per lo più mediati dalle economie più ricche. I primi segnali di una trasformazione di questi equilibri si hanno con l'emergere dei cosiddetti paesi di nuova industrializzazione e con il rapido rafforzamento nello scenario economico mondiale di alcune specifiche economie nazionali, raggruppate sotto l'acronimo BRICS. Un altro aspetto interessante degli scambi commerciali riguarda il settore in cui essi avvengono. Per una piena comprensione degli equilibri internazionali, molto diverso è infatti il caso di scambi commerciali in settori high-tech o in prodotti agricoli. Molte economie nazionali presentano profili commerciali molto specializzati, tali per cui la quota di import o export si realizza per la maggior parte in un solo settore economico. Con riferimento all'Italia, la forza commerciale del paese risiede in una serie di produzioni artigianali conosciute nel mondo come Made in Italy. Prodotti che, possono essere ricondotti alle quattro A del made in Italy, ossia quattro raggruppamenti di prodotti manifatturieri che sono l'espressione della competitività della produzione italiana: Arredo-casa, Automazione-meccanica, Abbigliamento-moda, Alimentare-bevande. La crisi dell'Italia nel settore tessile/abbigliamento è cominciata alla fine degli anni Ottanta, quando gli imprenditori di piccole e medie imprese del settore sono stati travolti dall'accresciuta concorrenza internazionale, favorita dalla gobalizzazione. Quando l'euro si è apprezzato, i concorrenti localizzati in paesi con costi di lavoro inferiori, sopratutto nel Sud-Est asiatico, in parte dell'Europa orientale e in parte dell'Africa, ne hanno approfittato acquistando sempre maggiori fette di mercato.
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