I. Introduzione: le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale Alla fine della guerra, l'Italia era una nazione sconfitta : occupata militarmente e dipendente da-gli aiuti degli alleati. Dovette affrontare i problemi sociali dovuti all'inflazione che aveva assunto ritmi paurosi, all'agricoltura e alla zootecnica che subirono danni incalcolabili. Le operazioni belliche avevano distrutto abitazioni civili, fabbriche, infrastrutture (ferrovie e strade) e mezzi di trasporto (autocarri, navi) e ciò contribuì a peggiorare il degrado delle condizioni abitative ereditate dal fascismo. La produzione industriale diminuì, ma i danni a questo settore risultarono contenuti anche se il set-tore siderurgico subì le perdite più gravi in quanto era difficile reperire delle materi prime. La fame, la mancanza di abitazioni e l'elevata disoccupazione contribuirono a rendere molto precaria la situazione dell'ordine pubblico: vi furono lotte sociali, l'occupazione da parte dei braccianti delle terre incolte e la malavita legata al contrabbando e alla borsa nera. Il settore primario si trovò a dover affrontare gravissimi problemi già lasciati irrisolti fin dagli anni '30. La popolazione attiva agricola era in continuo aumento a causa della crescita demografica e dell'interruzione dei flussi migratori e il mercato del lavoro era gravato da quasi 2 milioni di disoc-cupati * . Successivamente l'inflazione cominciò a scendere grazie alla politica anti-inflazionistica volta a riassorbire la liquidità nel paese. Obiettivo che fu raggiunto attraverso altre nuove politiche fiscali e all'introduzione di un'imposta straordinaria progressiva sulle operazioni di cambio in valuta estera. Queste riforme al sistema fiscale determinarono un miglioramento della finanza pubblica. Il Bilancio dello Stato migliorò in quanto ebbero fine le spese militari e si ridussero gli interessi sul debito pubblico provocati dalla crescente inflazione. Negli anni successivi al dopoguerra, la produzione agricola recupererà molto più rapidamente a differenza della di quella industriale in quanto la struttura produttiva risultava essere molto più arretrata. Per questo l'obiettivo principale fu quello di risolvere il problema dell'arretratezza della struttura produttiva puntando all'industrializzazione e alla ricostruzione del paese. * G. Lunghini, Scelte politiche e teorie economiche in Italia, Einaudi, Torino 1981 II. Verso gli Anni '50 Il primo passo fu l'istituzione di nuovi organismi di governo dell'economia . Uno di essi fu il Comitato interministeriale per la ricostruzione (Cir): nato come organo di coordinamento della ricostruzione, diventò la sede principale di decisioni di politica economica. Si occupò del reperimento e della ri-partizione delle materie prime, della distribuzione degli aiuti degli alleati, della formulazione di piani di importazione e del controllo sui prezzi. A tal fine infatti, nel 1946, venne adottato il Piano di Primo Aiuto come strumento di programmazione delle importazioni per la ripresa della produzione. Fu anche creato l'Ufficio italiano cambi (Uic) che ottenne il monopolio delle operazioni valutarie e diventò un organo della banca centrale . La difficile situazione economica interna migliorò grazie all'arrivo degli aiuti dell'United Nations Relied and Recovery Agency (Unrra). Essi vennero usati per importare prodotti alimentari, medicinali e materie prime come carbone, prodotti petroliferi, cotone e lana. La di

L'intervento pubblico in Italia, 1945-1979

ROMANO, CINZIA
2011/2012

Abstract

I. Introduzione: le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale Alla fine della guerra, l'Italia era una nazione sconfitta : occupata militarmente e dipendente da-gli aiuti degli alleati. Dovette affrontare i problemi sociali dovuti all'inflazione che aveva assunto ritmi paurosi, all'agricoltura e alla zootecnica che subirono danni incalcolabili. Le operazioni belliche avevano distrutto abitazioni civili, fabbriche, infrastrutture (ferrovie e strade) e mezzi di trasporto (autocarri, navi) e ciò contribuì a peggiorare il degrado delle condizioni abitative ereditate dal fascismo. La produzione industriale diminuì, ma i danni a questo settore risultarono contenuti anche se il set-tore siderurgico subì le perdite più gravi in quanto era difficile reperire delle materi prime. La fame, la mancanza di abitazioni e l'elevata disoccupazione contribuirono a rendere molto precaria la situazione dell'ordine pubblico: vi furono lotte sociali, l'occupazione da parte dei braccianti delle terre incolte e la malavita legata al contrabbando e alla borsa nera. Il settore primario si trovò a dover affrontare gravissimi problemi già lasciati irrisolti fin dagli anni '30. La popolazione attiva agricola era in continuo aumento a causa della crescita demografica e dell'interruzione dei flussi migratori e il mercato del lavoro era gravato da quasi 2 milioni di disoc-cupati * . Successivamente l'inflazione cominciò a scendere grazie alla politica anti-inflazionistica volta a riassorbire la liquidità nel paese. Obiettivo che fu raggiunto attraverso altre nuove politiche fiscali e all'introduzione di un'imposta straordinaria progressiva sulle operazioni di cambio in valuta estera. Queste riforme al sistema fiscale determinarono un miglioramento della finanza pubblica. Il Bilancio dello Stato migliorò in quanto ebbero fine le spese militari e si ridussero gli interessi sul debito pubblico provocati dalla crescente inflazione. Negli anni successivi al dopoguerra, la produzione agricola recupererà molto più rapidamente a differenza della di quella industriale in quanto la struttura produttiva risultava essere molto più arretrata. Per questo l'obiettivo principale fu quello di risolvere il problema dell'arretratezza della struttura produttiva puntando all'industrializzazione e alla ricostruzione del paese. * G. Lunghini, Scelte politiche e teorie economiche in Italia, Einaudi, Torino 1981 II. Verso gli Anni '50 Il primo passo fu l'istituzione di nuovi organismi di governo dell'economia . Uno di essi fu il Comitato interministeriale per la ricostruzione (Cir): nato come organo di coordinamento della ricostruzione, diventò la sede principale di decisioni di politica economica. Si occupò del reperimento e della ri-partizione delle materie prime, della distribuzione degli aiuti degli alleati, della formulazione di piani di importazione e del controllo sui prezzi. A tal fine infatti, nel 1946, venne adottato il Piano di Primo Aiuto come strumento di programmazione delle importazioni per la ripresa della produzione. Fu anche creato l'Ufficio italiano cambi (Uic) che ottenne il monopolio delle operazioni valutarie e diventò un organo della banca centrale . La difficile situazione economica interna migliorò grazie all'arrivo degli aiuti dell'United Nations Relied and Recovery Agency (Unrra). Essi vennero usati per importare prodotti alimentari, medicinali e materie prime come carbone, prodotti petroliferi, cotone e lana. La di
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
326141_romano.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 429.37 kB
Formato Adobe PDF
429.37 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/118112