Gli accumuli fossili di frutti e semi rivestono un'elevata importanza nella ricostruzione della vegetazione di epoche più o meno remote. Il metodo prevede il riconoscimento di questi fossili e la loro attribuzione ad entità sistematiche che trovino un analogo ecologico attuale. Dall'abbondanza relativa di ogni entità all'interno dell'accumulo si ottiene una ricostruzione non solo qualitativa ma anche quantitativa della vegetazione antica. Tuttavia non è ben chiaro come gli accumuli di resti carpologici registrino i rapporti quantitativi tra le diverse specie viventi in un dato territorio. Si rendono dunque necessari degli studi su casi attuali in modo da ricostruire lo schema con cui l'informazione sulle caratteristiche quali-quantitative della vegetazione viene registrata nel record carpologico. Questa tesi si è dunque prefissa lo scopo di contribuire a queste ricerche attraverso lo studio di due casi-tipo nel comune di Valdellatorre (TO). Sono stati raccolti alcuni carpodepositi (accumuli di frutti e semi in sedimenti torrentizi attuali) in un piccolo rio e in un fosso naturale di drenaggio di un impluvio. Il primo caso rappresenta un esempio di trasporto a breve distanza in ambiente a vegetazione prevalentemente erbacea (dominata da Molinia arundinacea Schrank), il secondo un caso di accumulo strettamente locale in ambiente forestale (a dominanza di Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. e Quercus robur L.). Sono anche stati prelevati due campioni di suolo (per una profondità di 2 cm dalla superficie) in quanto è noto che frutti e semi vengono raccolti nei corsi d'acqua dalle acque ruscellanti sulla superficie del suolo. I campioni di sedimento e di suolo sono stati lavati e i resti carpologici sono stati separati, riconosciuti e contati con gli stessi metodi utilizzati per i depositi fossili. Da questi dati si sono ricostruiti degli schemi che rappresentano la vegetazione registrata nel record carpologico. Si è anche fatto un tentativo di ricostruzione della vegetazione attraverso il peso dei resti. Queste ricostruzioni sono state paragonate, in modo quantitativo, con i dati ottenuti dai rilievi vegetazionali effettuati nelle aree circostanti i luoghi di prelievo dei carpodepositi e dei suoli. Il grado di rappresentatività quali-quantitativa del record carpologico rispetto alla vegetazione reale è risultato sempre molto buono, in particolare per quanto riguarda le specie dominanti all'interno della fitocenosi, sia per i carpodepositi che per i suoli. Solo negli ambienti dominati dalle querce si osserva una certa sottorappresentazione di queste entità da parte degli accumuli di frutti e semi. Ancora si nota che il record carpologico non riesce a mantenere tutta l'informazione sulla reale biodiversità (ricchezza specifica) della comunità vegetale da cui deriva: il primo infatti è molto più povero di specie rispetto alla seconda. Vi si trovano anche frutti e semi di specie coltivate a diffusione endozoocora non presenti nell'ambiente naturale, (come Ficus carica L.), tuttavia nei casi studiati essi sono molto meno abbondanti rispetto ad altri ambienti analizzati in lavori simili. Lo studio conferma che i resti carpologici sono un valido mezzo di ricostruzione degli ambienti vegetali del passato.

RAPPORTI TRA VEGETAZIONE E DEPOSITI DI MACRORESTI VEGETALI IN DUE PICCOLI BACINI IDROGRAFICI DI VAL DELLA TORRE (TO)

BERTOLOTTO, GUIDO
2010/2011

Abstract

Gli accumuli fossili di frutti e semi rivestono un'elevata importanza nella ricostruzione della vegetazione di epoche più o meno remote. Il metodo prevede il riconoscimento di questi fossili e la loro attribuzione ad entità sistematiche che trovino un analogo ecologico attuale. Dall'abbondanza relativa di ogni entità all'interno dell'accumulo si ottiene una ricostruzione non solo qualitativa ma anche quantitativa della vegetazione antica. Tuttavia non è ben chiaro come gli accumuli di resti carpologici registrino i rapporti quantitativi tra le diverse specie viventi in un dato territorio. Si rendono dunque necessari degli studi su casi attuali in modo da ricostruire lo schema con cui l'informazione sulle caratteristiche quali-quantitative della vegetazione viene registrata nel record carpologico. Questa tesi si è dunque prefissa lo scopo di contribuire a queste ricerche attraverso lo studio di due casi-tipo nel comune di Valdellatorre (TO). Sono stati raccolti alcuni carpodepositi (accumuli di frutti e semi in sedimenti torrentizi attuali) in un piccolo rio e in un fosso naturale di drenaggio di un impluvio. Il primo caso rappresenta un esempio di trasporto a breve distanza in ambiente a vegetazione prevalentemente erbacea (dominata da Molinia arundinacea Schrank), il secondo un caso di accumulo strettamente locale in ambiente forestale (a dominanza di Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. e Quercus robur L.). Sono anche stati prelevati due campioni di suolo (per una profondità di 2 cm dalla superficie) in quanto è noto che frutti e semi vengono raccolti nei corsi d'acqua dalle acque ruscellanti sulla superficie del suolo. I campioni di sedimento e di suolo sono stati lavati e i resti carpologici sono stati separati, riconosciuti e contati con gli stessi metodi utilizzati per i depositi fossili. Da questi dati si sono ricostruiti degli schemi che rappresentano la vegetazione registrata nel record carpologico. Si è anche fatto un tentativo di ricostruzione della vegetazione attraverso il peso dei resti. Queste ricostruzioni sono state paragonate, in modo quantitativo, con i dati ottenuti dai rilievi vegetazionali effettuati nelle aree circostanti i luoghi di prelievo dei carpodepositi e dei suoli. Il grado di rappresentatività quali-quantitativa del record carpologico rispetto alla vegetazione reale è risultato sempre molto buono, in particolare per quanto riguarda le specie dominanti all'interno della fitocenosi, sia per i carpodepositi che per i suoli. Solo negli ambienti dominati dalle querce si osserva una certa sottorappresentazione di queste entità da parte degli accumuli di frutti e semi. Ancora si nota che il record carpologico non riesce a mantenere tutta l'informazione sulla reale biodiversità (ricchezza specifica) della comunità vegetale da cui deriva: il primo infatti è molto più povero di specie rispetto alla seconda. Vi si trovano anche frutti e semi di specie coltivate a diffusione endozoocora non presenti nell'ambiente naturale, (come Ficus carica L.), tuttavia nei casi studiati essi sono molto meno abbondanti rispetto ad altri ambienti analizzati in lavori simili. Lo studio conferma che i resti carpologici sono un valido mezzo di ricostruzione degli ambienti vegetali del passato.
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