Negli ultimi anni è diventato sempre più attuale un approccio scientifico nell'acquisizione di prove durante un' indagine. Per questo motivo le scienze forensi hanno trovato ampio spazio nell'amministrazione della giustizia, ottenendo sempre più competenze e consensi anche da parte dell'opinione pubblica (Ribaux et al., 2010). Nel momento in cui il mondo scientifico entra in contatto con il mondo penale, ciò che diventa cruciale per una procedura di acquisizione della prova sono la velocità nell'eseguire l'analisi, la capacità di essere effettuata anche da personale meno esperto e la valenza (o affidabilità) dell'analisi stessa. La diffusione sempre più capillare delle competenze scientifiche e l'abbassamento dei costi delle analisi chimiche hanno contribuito ad estendere il campo d'azione delle scienze forensi anche a fatti come gli incidenti stradali, che non sempre hanno risvolti penali, ma la cui ricostruzione è sempre di grande utilità in ambito civile ed assicurativo. La scena di un incidente presenta spesso una grande quantità di reperti di possibile interesse per un chimico, tra cui i vetri, frammenti di vernice o di parti automobilistiche di plastica (Koons, 1996, Palenik 2007). A differenza di altre tracce presenti sulla scena del crimine come quelle biologiche o le impronte digitali, per le quali esiste un'ampia casistica pregressa e per cui sono stati messi a punto protocolli molto dettagliati e condivisi dalla comunità scientifica, molto meno studiati sono i materiali polimerici di possibile interesse in casi giudiziari (Causin, 2010). Questo lavoro ha lo scopo di proporre un metodo di analisi che sia valido in ambito scientifico-forense, quindi veloce, efficace, meno distruttivo possibile. Lo scopo non è stato quello di costituire un database con il quale identificare marca e modello del veicolo da cui provengono i frammenti di catadiottro rinvenuti sulla strada. Ciò sarebbe uno sforzo irrealizzabile nell'ambito di un lavoro di tesi, ed impossibile senza realizzare una rete a livello europeo che si occupi di reperire dei campioni di materiale catarifrangente e di fanaleria per ogni marca e modello di vettura circolante o infrastruttura stradale. L'obiettivo di questo lavoro è invece quello di valutare diversi approcci analitici per ottenere dati significativi, per poter confrontare i reperti provenienti dalla scena dell'incidente con i campioni raccolti sull'automobile sospetta. I campioni utilizzati in questo lavoro di tesi sono frammenti di catadiottri che si differenziano in colore, forma e quantità. Sono stati raccolti come tali dal manto stradale, e l'oggetto originale dal quale provengono non è noto. Si sono effettuate analisi conSi sono effettuate analisi con strumentazioni diverse: Pyr-GC-MS, FTIR in ATR, spettroscopia di assorbimento UV-Vis ed emissione di fluorescenza, TGA e DSC. I risultati ottenuti da queste analisi sono stati successivamente studiati sotto un profilo chemiometrico calcolando le componenti principali del sistema. Il protocollo descritto nell'interpretazione dei dati sperimentali è stato concepito privilegiando le tecniche non distruttive e ricorrendo a quelle distruttive solo quando necessario, e cioè quando i campioni risultano non discriminati. Il potere discriminante calcolato alla fine di questo protocollo è del 99%.

Caratterizzazione di catadiottri a scopo forense tramite analisi Pyr-GC-MS, FT-IR, Assorbimento UV-Vis, Fluorescenza UV-Vis, TGA-DSC.

BROTTO, CHIARA GIULIA
2010/2011

Abstract

Negli ultimi anni è diventato sempre più attuale un approccio scientifico nell'acquisizione di prove durante un' indagine. Per questo motivo le scienze forensi hanno trovato ampio spazio nell'amministrazione della giustizia, ottenendo sempre più competenze e consensi anche da parte dell'opinione pubblica (Ribaux et al., 2010). Nel momento in cui il mondo scientifico entra in contatto con il mondo penale, ciò che diventa cruciale per una procedura di acquisizione della prova sono la velocità nell'eseguire l'analisi, la capacità di essere effettuata anche da personale meno esperto e la valenza (o affidabilità) dell'analisi stessa. La diffusione sempre più capillare delle competenze scientifiche e l'abbassamento dei costi delle analisi chimiche hanno contribuito ad estendere il campo d'azione delle scienze forensi anche a fatti come gli incidenti stradali, che non sempre hanno risvolti penali, ma la cui ricostruzione è sempre di grande utilità in ambito civile ed assicurativo. La scena di un incidente presenta spesso una grande quantità di reperti di possibile interesse per un chimico, tra cui i vetri, frammenti di vernice o di parti automobilistiche di plastica (Koons, 1996, Palenik 2007). A differenza di altre tracce presenti sulla scena del crimine come quelle biologiche o le impronte digitali, per le quali esiste un'ampia casistica pregressa e per cui sono stati messi a punto protocolli molto dettagliati e condivisi dalla comunità scientifica, molto meno studiati sono i materiali polimerici di possibile interesse in casi giudiziari (Causin, 2010). Questo lavoro ha lo scopo di proporre un metodo di analisi che sia valido in ambito scientifico-forense, quindi veloce, efficace, meno distruttivo possibile. Lo scopo non è stato quello di costituire un database con il quale identificare marca e modello del veicolo da cui provengono i frammenti di catadiottro rinvenuti sulla strada. Ciò sarebbe uno sforzo irrealizzabile nell'ambito di un lavoro di tesi, ed impossibile senza realizzare una rete a livello europeo che si occupi di reperire dei campioni di materiale catarifrangente e di fanaleria per ogni marca e modello di vettura circolante o infrastruttura stradale. L'obiettivo di questo lavoro è invece quello di valutare diversi approcci analitici per ottenere dati significativi, per poter confrontare i reperti provenienti dalla scena dell'incidente con i campioni raccolti sull'automobile sospetta. I campioni utilizzati in questo lavoro di tesi sono frammenti di catadiottri che si differenziano in colore, forma e quantità. Sono stati raccolti come tali dal manto stradale, e l'oggetto originale dal quale provengono non è noto. Si sono effettuate analisi conSi sono effettuate analisi con strumentazioni diverse: Pyr-GC-MS, FTIR in ATR, spettroscopia di assorbimento UV-Vis ed emissione di fluorescenza, TGA e DSC. I risultati ottenuti da queste analisi sono stati successivamente studiati sotto un profilo chemiometrico calcolando le componenti principali del sistema. Il protocollo descritto nell'interpretazione dei dati sperimentali è stato concepito privilegiando le tecniche non distruttive e ricorrendo a quelle distruttive solo quando necessario, e cioè quando i campioni risultano non discriminati. Il potere discriminante calcolato alla fine di questo protocollo è del 99%.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/118037