Università degli Studi di Torino Università degli Studi del Piemonte Orientale ¿Amedeo Avogadro¿ Facoltà di Scienze M.F.N. Corso di Laurea Magistrale interateneo in Analisi e Gestione dell'Ambiente (AGAM) RIASSUNTO della Tesi Candidato: Simona Dagnino Docente responsabile: Stefano Fenoglio Titolo: Metabolizzazione e colonizzazione del detrito organico fogliare di origine autoctona e aliena in un tratto fluviale prealpino. Nei sistemi fluviali sono distinguibili quattro diverse categorie di sostanza organica, che costituiscono altrettante fonti di energia per le comunità biologiche: materiale organico autoctono; CPOM; FPOM e DOM. Il materiale organico prodotto internamente alimenta la catena trofica del pascolo, mentre quello alloctono e quello autoctono non vivente alimentano la catena del detrito. I fiumi sono sistemi energetici aperti, strettamente interconnessi con i tratti a monte e a valle e con un duplice ingresso energetico: autoctono, legato alla produzione primaria interna, e alloctono, legato alla produzione primaria terrestre. Nei sistemi di basso ordine, la maggior parte degli input energetici deriva da materia organica non vivente, prodotta all'esterno del sistema fluviale. Negli ultimi anni sono cresciuti sia il numero sia la distribuzione di specie vegetali alloctone che hanno velocemente invaso e colonizzato estesi tratti del reticolo fluviale piemontese. In questo lavoro vengono presentati i risultati di uno studio effettuato in un ambiente prealpino, inerente la degradazione del detrito fogliare derivante da specie native ed esotiche. In ambienti fluviali di basso ordine, la quantità di sostanza organica grossolana è massima nel periodo tardo autunnale-invernale, in seguito alla caduta delle foglie, e diminuisce progressivamente nel tempo, a causa della decomposizione e del consumo. Lo studio è stato condotto nel Torrente Pellice nei mesi di dicembre-marzo utilizzando leaf-packs disposti nel substrato e rimossi in date successive. Per ogni leaf-pack sono stati analizzati la massa residua e il popolamento di macroinvertebrati colonizzanti. Analizzando i tassi di degradazione di specie esotiche (Robinia pseudoacacia, Reynoutria japonica) e native (Quercus robur, Populus alba, Alnus incana) si è osservato che tutte le specie hanno attratto una ricca e diversificata comunità di macroinvertebrati bentonici e sono state degradate con una perdita progressiva di massa con un andamento esponenziale. Anche le specie esotiche sono state degradate e colonizzate e si può ipotizzare che non sia tanto importante l'origine del detrito quanto piuttosto le caratteristiche chimiche e strutturali dello stesso. Questo studio sottolinea l'importanza del detrito fogliare di origine terrestre come microhabitat preferenziale per numerose specie macrobentoniche. In tutte le tipologie di detrito, la comunità di macroinvertebrati colonizzati è costituita in gran parte da shredders. Il gruppo tassonomico più presente nei leaf-packs è quello dei Plecoptera, seguito da Diptera, Ephemeroptera e Trichoptera. Questo studio evidenzia come un ambiente fluviale caratterizzato da una buona qualità (dimostrata dai test chimici e biologici realizzati) mostri un'elevata capacità metabolica e sia in grado di utilizzare il detrito organico di origine terrestre indipendentemente dall'origine dello stesso.
Metabolizzazione e colonizzazione del detrito organico fogliare di origine autoctona e aliena in un tratto fluviale prealpino
DAGNINO, SIMONA
2010/2011
Abstract
Università degli Studi di Torino Università degli Studi del Piemonte Orientale ¿Amedeo Avogadro¿ Facoltà di Scienze M.F.N. Corso di Laurea Magistrale interateneo in Analisi e Gestione dell'Ambiente (AGAM) RIASSUNTO della Tesi Candidato: Simona Dagnino Docente responsabile: Stefano Fenoglio Titolo: Metabolizzazione e colonizzazione del detrito organico fogliare di origine autoctona e aliena in un tratto fluviale prealpino. Nei sistemi fluviali sono distinguibili quattro diverse categorie di sostanza organica, che costituiscono altrettante fonti di energia per le comunità biologiche: materiale organico autoctono; CPOM; FPOM e DOM. Il materiale organico prodotto internamente alimenta la catena trofica del pascolo, mentre quello alloctono e quello autoctono non vivente alimentano la catena del detrito. I fiumi sono sistemi energetici aperti, strettamente interconnessi con i tratti a monte e a valle e con un duplice ingresso energetico: autoctono, legato alla produzione primaria interna, e alloctono, legato alla produzione primaria terrestre. Nei sistemi di basso ordine, la maggior parte degli input energetici deriva da materia organica non vivente, prodotta all'esterno del sistema fluviale. Negli ultimi anni sono cresciuti sia il numero sia la distribuzione di specie vegetali alloctone che hanno velocemente invaso e colonizzato estesi tratti del reticolo fluviale piemontese. In questo lavoro vengono presentati i risultati di uno studio effettuato in un ambiente prealpino, inerente la degradazione del detrito fogliare derivante da specie native ed esotiche. In ambienti fluviali di basso ordine, la quantità di sostanza organica grossolana è massima nel periodo tardo autunnale-invernale, in seguito alla caduta delle foglie, e diminuisce progressivamente nel tempo, a causa della decomposizione e del consumo. Lo studio è stato condotto nel Torrente Pellice nei mesi di dicembre-marzo utilizzando leaf-packs disposti nel substrato e rimossi in date successive. Per ogni leaf-pack sono stati analizzati la massa residua e il popolamento di macroinvertebrati colonizzanti. Analizzando i tassi di degradazione di specie esotiche (Robinia pseudoacacia, Reynoutria japonica) e native (Quercus robur, Populus alba, Alnus incana) si è osservato che tutte le specie hanno attratto una ricca e diversificata comunità di macroinvertebrati bentonici e sono state degradate con una perdita progressiva di massa con un andamento esponenziale. Anche le specie esotiche sono state degradate e colonizzate e si può ipotizzare che non sia tanto importante l'origine del detrito quanto piuttosto le caratteristiche chimiche e strutturali dello stesso. Questo studio sottolinea l'importanza del detrito fogliare di origine terrestre come microhabitat preferenziale per numerose specie macrobentoniche. In tutte le tipologie di detrito, la comunità di macroinvertebrati colonizzati è costituita in gran parte da shredders. Il gruppo tassonomico più presente nei leaf-packs è quello dei Plecoptera, seguito da Diptera, Ephemeroptera e Trichoptera. Questo studio evidenzia come un ambiente fluviale caratterizzato da una buona qualità (dimostrata dai test chimici e biologici realizzati) mostri un'elevata capacità metabolica e sia in grado di utilizzare il detrito organico di origine terrestre indipendentemente dall'origine dello stesso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/118026