Questa tesi è configurata come un lavoro di ricerca su un fenomeno di mutamento linguistico riguardante alcune varietà di italiano contemporaneo: l'uso di piuttosto che non con il valore standard di preferenza, ma come semplice disgiunzione. Tale mutamento è ipotizzato da subito in chiave di grammaticalizzazione e introdotto secondo i relativi parametri; segue poi una breve rassegna commentata dei principali contributi al riguardo. Nella seconda sezione sono presentati come strumento di studio empirico diversi corpus di italiano scritto (giornalistico) e parlato, osservando il nuovo uso da un punto di vista quantitativo e qualitativo, sulla base del modello di mutamento per bridging contexts. La terza sezione si compone di riflessioni, essenzialmente sul piano sincronico, sui contesti d'uso non standard, con l'obiettivo precipuo di definirli mediante le categorie in gioco nel loro sviluppo. Si trattano le inferenze attivate nei bridging contexts, da cui si prendono le mosse per introdurre la categoria di apertura di una disgiunzione ¿ ben distinta dall'inclusività ¿ e le nozioni di lista aperta e categorie ad hoc applicate alla linguistica. Si discute poi il ruolo di scalarità, indefinitezza, non fattualità, sempre in rapporto all'apertura, categoria fondamentale che porta alla definizione del nuovo piuttosto che come disgiunzione aperta. Nella quarta sezione si torna a una prospettiva anche diacronica, in particolare sui contesti non preferenziali, con gli ulteriori stadi successivi al mutamento semantico. Dopo alcune notazioni sul rapporto di piuttosto che con inflazione e con focus e riformulazione, ci si concentra sui più recenti casi di convenzionalizzazione e sui loro particolari risvolti pragmatici, cercando di inquadrare in questo senso i contesti in cui la locuzione sembra essere andata anche oltre il valore disgiuntivo propriamente detto. Questo consente di ridefinire il processo come pragmaticalizzazione più che come grammaticalizzazione: si tratta infatti del passaggio dal dominio del lessico a quello della pragmatica, con un uso di semplice segnale fatico di cui si delineano, infine, le attuali restrizioni, aprendo il campo all'osservazione puntuale di successivi sviluppi.

Un mutamento in corso nell'italiano contemporaneo: piuttosto che come disgiunzione non preferenziale

GHIGLIONE, PAOLO
2014/2015

Abstract

Questa tesi è configurata come un lavoro di ricerca su un fenomeno di mutamento linguistico riguardante alcune varietà di italiano contemporaneo: l'uso di piuttosto che non con il valore standard di preferenza, ma come semplice disgiunzione. Tale mutamento è ipotizzato da subito in chiave di grammaticalizzazione e introdotto secondo i relativi parametri; segue poi una breve rassegna commentata dei principali contributi al riguardo. Nella seconda sezione sono presentati come strumento di studio empirico diversi corpus di italiano scritto (giornalistico) e parlato, osservando il nuovo uso da un punto di vista quantitativo e qualitativo, sulla base del modello di mutamento per bridging contexts. La terza sezione si compone di riflessioni, essenzialmente sul piano sincronico, sui contesti d'uso non standard, con l'obiettivo precipuo di definirli mediante le categorie in gioco nel loro sviluppo. Si trattano le inferenze attivate nei bridging contexts, da cui si prendono le mosse per introdurre la categoria di apertura di una disgiunzione ¿ ben distinta dall'inclusività ¿ e le nozioni di lista aperta e categorie ad hoc applicate alla linguistica. Si discute poi il ruolo di scalarità, indefinitezza, non fattualità, sempre in rapporto all'apertura, categoria fondamentale che porta alla definizione del nuovo piuttosto che come disgiunzione aperta. Nella quarta sezione si torna a una prospettiva anche diacronica, in particolare sui contesti non preferenziali, con gli ulteriori stadi successivi al mutamento semantico. Dopo alcune notazioni sul rapporto di piuttosto che con inflazione e con focus e riformulazione, ci si concentra sui più recenti casi di convenzionalizzazione e sui loro particolari risvolti pragmatici, cercando di inquadrare in questo senso i contesti in cui la locuzione sembra essere andata anche oltre il valore disgiuntivo propriamente detto. Questo consente di ridefinire il processo come pragmaticalizzazione più che come grammaticalizzazione: si tratta infatti del passaggio dal dominio del lessico a quello della pragmatica, con un uso di semplice segnale fatico di cui si delineano, infine, le attuali restrizioni, aprendo il campo all'osservazione puntuale di successivi sviluppi.
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